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mercoledì 31 dicembre 2008

Tutto il 2008 in un post: storia di un anno di cambiamenti

Un anno che rimarrà impresso nella storia. Al di là delle vicende personali di ognuno di noi, più o meno belle e intense, il 2008 è stato un anno segnato dal cambiamento. In Italia siamo passati dal governo Prodi, alle prese con il "Tesoretto" del ministro de ll'economia Tommaso Padoa Schioppa, con la nascita del PD dalle ceneri dei DS e della Margherita alle dimissioni del ministro della Giustizia Mastella, sotto le pressioni di un'opinione pubblica,  capeggiata da Beppe Grillo, Giannantonio Stella e Sergio Rizzo sugli sprechi colossali dell'apparato politico italiano. Un governo che viene trascinato stoicamente a cadere sotto i colpi di un voto parlamentare senza precedenti, con insulti, sputi, mortadelle e spumante. Le elezioni vedranno il ritorno di Silvio Berlusconi, che con un colpo di mano liquida l'UDC di Cesa e Casini e fa rientrare nei ranghi Gianfranco Fini, riuscendo a far confluire AN nel nuovo PDL.

Tempo di elezioni importanti in tutto il mondo, con Sarkozy che esce trionfante dalle macerie delle banlieu in Francia ed apre una stagione di intensa politica estera, con risvolti anche nella cronaca mondana quando sceglie come nuova premìere dame l'italianissima modella Carla Bruni. Zapatero riesce a farsi rieleggere portando la Spagna a superare il PIL italiano. Putin cede il posto a Medvedev in Russia, rimanendo comunque l'eminenza grigia che soffoca ogni forma di protesta. Medvedev sarà poi protagonista di un lunghissimo braccio di ferro con Bush e con Gordon Brown, nuovo premier britannico al posto di To ny Blair: con il presidente americano si scontrerà per la disposizione dei missili tattici per la costruzione dello scudo spaziale e per la guerra in Georgia (di cui parlerò più avanti), mentre Gordon Brown si troverà al centro di una spy story, con l'omicidio di un'agente segreto con materiale radiattivo usato in un cofee bar di Londra. Da gennaio inizia l'estenuante sfida americana per le elezioni del presidente degli Stati Uniti, con la prima fase, quella della scelta dei candidati, che appassiona forse più della sfida finale. Mentre in casa repubblicana la candidatura di John McCain procede senza grandi intoppi, la battaglia tra Hillary Clinton e Barack Obama segna la storia delle presidenziali. A rappresentare il partito democratico sarà o una donna o un nero molto atipico, simbolo del meltin pot americano. Una sfida epica che vedrà Hillary Clinton soccombere nonostante l'uso di capitali personali e la vittoria di Obama che si baserà sulla raccolta di fondi da parte della gente e soprattutto  sull'uso totalizzante di internet: Barack Obama sarà il primo american web president della storia dell'umanità, in grado di accendere speranza in tutti i paesi del mondo. Nel frattempo il declino di Bush procede inesorabile, con Ridley Scott che gli dedica "un film epitaffio" e con l'ormai celebre giornalista iracheno che gli lancia le scarpe in segno di profondo disprezzo.

L'anno che ci lascia verrà ricordato anche per le grandi proteste, le rivolte studentesche che scimmiottano gli anni '80 ed il '68, l'epopea sindacale dell'Alitalia, la spaccatura dei sindacati e le crociate del ministro Brunetta contro i fannulloni. Una compagnia fallita da anni che si cerca di salvare per mantenere il tricolore italiano sulla fusoleria, una cordata di imprenditori amici del premier che cercano di guadagnare qualcosa da un'azienda i cui debiti saranno pagati da tutti gli italiani per i prossimi anni. La spaccatura pressocché totale tra CGIL e CISL, avvenuta per le accuse reciproche di poca concretezza e di vicinanza ai padroni piuttosto che ai lavoratori. E poi l'onda studentesca, caotica, tecnicamente apartitica ma attraversata trasversalmente da vari sentimenti e nostalgie politiche, ma con un'onoriginalità non indifferente nel segnalare la sua presenza: lezioni in piazza, volantini ai semafori e sit-in spontanei, con gli studenti che per alcuni giorni hanno paralizzato le città.

Il 2008 è anche e soprattutto l'anno delle olimpiadi in Cina, annunciate più per la repressione sanguinosa della protesta tibetana che per i campioni attesi. In tutto il mondo le manifestazioni in difesa del Tibet mettono in allerta il governo cinese, tra le azioni eclatanti si ricordano quelle del sindaco di Parigi e del presidente frances ce Sarkozy, che paventa persino la sua assenza alla cerimonia d'apertura. Il giorno dell'apertura scoppia la guerra tra Russia e Georgia, tra le drammatiche notizie che giungono dal fronte un'atleta russa ed una georgiana si abbracciano sul podio della finale olimpica di tiro a segno con la pistola. Una cerimonia d'apertura che stupisce il mondo, le immagine della marcia dei tamburi rossi invade le tv del mondo con i suoi acrobati, ma crea polemiche la bambina doppiata da una sua coetanea non fotogenica che viene tenuta in disparte.

Gli eroi assoluti dell'olimpiade si dimostreranno su tutti il nuotatore americano Michael Phelps e il giovane giamaicano Usain Bolt. Due personaggi diversissimi uniti solo dalla semplicità per le vittorie: riservato e timido il primo, esplosivo e sfrontato il secondo. Phelps polverizzerà il record precedente di medaglie conquistate in una sola olimpiade prendendo otto medaglie d'oro. Soffre solo in una prova in cui vince per un soffio, per il resto è devastante, uno squalo che nella storia del nuoto mondiale forse è secondo solo a Ian Thorpe. Usain Bolt invece è la leggerezza prestata alla potenza. Bolt non è un ragazzo che mangia pollo fritto prima della gara, è il vento travestito da giamaicano: polverizza il  record dei 100 metri quasi frenando, non usa più le braccia per equilibrare il movimento negli ultimi 20 metri. Disarma la sua potenza nei 200 m, mima il gesto del fucile, si prende il rimbrotto del presidente del CIO ma frantuma il record più difficile da battere. L'antidoping non riesce a fermarlo, Bolt è consegnato alla leggenda. Tra gli atleti azzurri i volti di Pechino 2008 saranno quelli di Federica Pellegrini, Valentina Vezzali e del super massimo Roberto Cammarelle, che con intelligenza suona l'atleta cinese che avrebbe dovuto chiudere l'olimpiade nel segno della Cina. Cina che surclassa per la prima volta gli Stati Uniti nel medagliere, con una quantità impressionante di medaglie saccheggiate nella ginnastica. Il 2008 dal punto di vista sportivo è soprattutto l'anno della Spagna, che trionfa nell'Europeo di calcio (messa in difficoltà solo dall'Italia di Donadoni, buttata fuori come tradizione dai rigori dopo il peggior inizio possibile), scippa con Rafa Nadal il primato nel tennis mondiale a Roger Federer, vince l'olimpiade e la Coppa Davies, trionfa nel ciclismo olimpico ma lascia all'Italia il titolo mondiale su pista, con Bettini che appende la bici al chiodo passando il testimone ad Alessandro Ballan. In Formula 1 il campionato più avvicente degli ultimi 20 anni porta in testa quattro piloti diversi in testa al mondiale, ovvero Raikkonen, Massa, Kubica e Lewis Hamilton, in grado di vincere il mondiale in Brasile all'ultima curva, con una gara vietata ai cardiopatici. Ferrari che conquista il titolo costruttori ma perde quello piloti in Ungheria, quando il motore della Ferrari numero due di Massa si spegne a pochi giri d alla fine. Nel motomondiale torna a vincere Valentino Rossi, che approfitta delle disgrazie di Jorge Lorenzo e di Casey Stoner per mettere le mani su un mondiale non facile. La scelta delle Bridgestone al posto delle Michelin è un rischio, ma quando il Dottor Rossi rischia riesce sempre a portare a casa il mondiale. In 250 sorge l'astro del riccioluto Marco Simoncelli, che a furia di sportellate e duelli al limite del regolamento strappa il mondiale agli spagnoli. Nel campionato di calcio l'Inter continua a dominare in Italia, ma il suo strapotere viene messo in crisi dall'uscita dalla Champions League, la tensione interna cresce fino al punto da far perdere il posto a Roberto Mancini, campione d'Italia grazie alle due magie di Ibrahimovic che manda il Parma in serie B mentre la Roma, campione d'Italia per 40 minuti, perde in casa del redivivo Catania di Walter Zenga.

Il 2008 dal punto di vista economico è un anno che rimarrà stampato nei libri di storia, anche se ad ora non si sa ancora verso quale scenario si arriverà. I primi mesi del 2008 fino all'estate sono caratterizzate dalla corsa dei titoli legati al petrolio, con l'ENI che fa acquisizioni in tutto il mondo e mette le mani sul gas uzbeko. Il petrolio inizia una corsa folle che porterà il barile ad apprezzarsi intorno ai 160 dollari a barile, con seri probabilità di sfondare quota 200 anni entro la fine dell'anno. Contemporaneamente giunge notizia dagli Stati Uniti dell'esplosione di una bolla speculativa legata ad i mutui subprime. Pochi, pochissimi economisti intravedono il reale pericolo, costruito in anni di speculazione finanziara selvaggia, basata su artifici tanto pericolosi quanto altamente volatili. La crisi finanziaria esplode in maniera devastante in tutto il mondo, spariscono i principali colossi finanziari del mondo nel giro di poche settimane mentre le borse di tutto il mondo perdono un quarto del loro valore totale. Paesi come l'Islanda si scoprono coperti di debiti, gli Stati Uniti, patria del capitalismo, varano un piano di salvataggio pubblico imponente e superiore a qualsiasi piano quinquennale mai prodotto dall'Unione Sovietica. La crisi si sposta lentamente verso l'economia reale, crollano le produzioni industriali, cresce la disoccupazione mentre la FED taglia il costo del denaro. Si naviga a vista, i banchieri mondiali propongono misure di cui non conoscono gli effetti sul medio-lungo termine ma che servono a tamponare l'emorraggia di liquidi. Il costo del petrolio crolla a 45 dollari, con l'OPEC pronta ad operare il più imponente taglio di produzione della storia per rialzare il prezzo. I petro-dollari dei paesi arabi sono pronti ad acquistare aziende in mezza Europa, mentre la Libia aumenta le proprie quote di partecipazione in Unicredit, la principale banca italiana bersagliata da speculazioni e truffe. Quest'anno si chiude con una guerra i cui forti venti spiravano già a novembre. Al 2009 il compito di dare risposte agli interrogativi che ci stiamo lasciando ormai alle spalle.

sabato 29 novembre 2008

Esclusiva sull'attacco terroristico di Mumbay: terroristi formati in Gran Bretagna



Secondo alcune indiscrezioni filtrate dalla stampa inglese, dopo 54 ore di attacco all'antica città di Mumbay in India, con le truppe governative alle prese con gruppi di terroristi non ancora bloccati, pare che la mente operativa di questa vera e propria azione militare provenga dalla Gran Bretagna. Un attacco che era nell'aria da almeno un anno, tiene a precisare il servizio segreto russo, intervenuto a seguito della dichiarazione del capo di stato indiano Sonia Gandhi, che ha invitato il miliardo di abitanti indiani a non cedere alla violenza. Un'ondata di violenza che è stata avviata dall'inizio dell'anno dagli estremisti indù che hanno provocato veri e propri massacri di cristiani e che trova uno sfogo massimo di violenza con l'azione coordinata del 27 novembre: gommoni provenienti da alcune navi di piccolo carico sbarcate in simultanea sulle coste di questa lingua di terra che contiene gli hotel di lusso, l'ospedale e la caserma della polizia attaccata. Armi leggere, esplosivi, telefoni satellitari e BlackBerry l'equipaggiamento dei giovani assaltatori, alla ricerca spasmodica di turisti inglesi e americani. Digli che sei italiano consiglia un indiano ad un turista inglese scampato alla strage, un attacco che arriva a 48 ore dall'ultima minaccia lanciata online da Al Qaeda, mentre New York viene controllata come un calzino per il timore, più che fondato, di un attacco terroristico imminente. Online circolano parecchi segnali di pericolo, indirizzati soprattutto al neo presidente eletto alle prese con una fortissima crescita di movimenti xenofobi pronti a far fuori il presidente americano e (plausibilmente) ad offrire armi ad eventuali terroristi islamici per poter riprendere il controllo degli Stati Uniti con una guida forte ed autoritaria. Prosegue intanto l'opera di bonifica a Mumbay da parte della polizia locale e specialisti del Mossad, coinvolti a seguito dell'uccisione di un noto rabbino operante in città e della caccia aperta dei terroristi ad eventuali turisti ebrei.





F.Q.

martedì 25 novembre 2008

Sequestro di prodotti ittici in Sicilia, un appuntamento fisso

Prodotti ittici per 300.000 euro, oltre 27 tonnellate di pescato e prodotti ittici non regolari sono stati sequestrati oggi dai Nas di Palermo in giro per tutta la Sicilia. A Sciacca alle 15 aziende pizzicate durante le indagini è stato revocato il riconoscimento CE, mentre a Mazara del Vallo, in provincia di Trapani, sono stati sequestrati tre impianti di refrigerazione con ben 10 quintali di prodotti ittici prive di indicazioni di provenienza ed in carente stato di conservazione. Irregolarità negli scarichi industriali, prodotti avariati comprati nei vicini paesi arabi e prodotti presi a metà prezzo dal mercato turco e greco. Il mercato ittico locale e nazionale vive da mesi in una condizione praticamente insostenibile. Dopo la crisi estiva del petrolio, con il diesel usato dai pescherecci arrivato a prezzi stellari, il settore legato alla pesca deve reggere il confronto con gli altri paesi dell'Unione Europea con una superficie marina nettamente inferiore a quella italiana. Tra i prodotti italiani più competitivi al momento vi è l'oro azzurro proveniente dalla Sicilia, rappresentato da pesce a basso prezzo e ad alto valore nutritivo, apprezzato anche dai nutrizionisti. Purtroppo con cadenza quasi mensile si assiste al sequestro di tonnellate di pesce avariato o mal conservato, con le aziende che trovano difficoltà nell'aggiornare gli impianti e a tenersi entro i parametri stabiliti da Bruxelles riguardanti le emissioni inquinanti. Un doppio svantaggio per chi opera in un settore dove la qualità ambientale è fondamentale. Un mare inquinato non è produttivo e di conseguenza, chi ha un mare inquinato non è competitivo.

Francesco Quartararo

giovedì 6 novembre 2008

Barack Obama, le sfide, i sogni

Alle ore 3,19:50 ora italiana Foxnews, televisione legata al partito repubblicano, annunciava per prima la conquista dell'Ohio, stato cruciale per arrivare alla certezza matematica della vittoria. Alle prime luci dell'alba la vittoria avrebbe poi preso le proporzioni di una vera e propria onda che ha spazzato via, nelle intenzioni e nei contenuti, gli otto disastrosi anni dell'amministrazione Bush. In campo nazionale Barack Hussein Obama (controllate il link per verificare la straordinaria biografia del 44° presidente degli Stati Uniti) intende spegnere la crisi economica cambiando radicalmente il sistema sanitario, tagliando la dipendenza petrolifera, investendo drasticamente sulle energie rinnovabili, riducendo le emissioni di CO2 in maniera netta e riassorbendo parte dei disoccupati attuali nell'indotto energetico. Entro fine mese Obama debutterà a fianco di Bush nel prossimo G20, indetto per cercare di organizzare le potenze economiche mondiali nell'affrontare una crisi che, aldilà delle parole rassicuranti, rischia di dare un colpo mortale al sistema di produzione capitalistico che è stato concepito finora. Lo scudo spaziale che ha rischiato di rompere la recente alleanza con la Russia sarà fatto solo se Medvedev potrà vedere nel sogno militare di Bush un sistema difensivo comune e non un'invasione di campo. In Medio Oriente gli USA saranno sempre a fianco di Israele, ma Obama intende intavolare una trattativa diplomatica con la Siria, l'Iran e il partito che regge le sorti della Palestina (Hamas). L'Iraq sarà affidato gradualmente agli iracheni mentre le truppe saranno spostate in Afghanistan dove quasi sicuramente il presidente Obama chiederà un maggiore sostegno dagli alleati europei. Sicuramente il fatto di avere vissuto nel più grande paese musulmano per una parte della sua vita (Indonesia) e di avere una parte della famiglia in Kenya permettono a Obama di poter affrontare questioni spinose con una sensibilità ed un'apertura mentale diversa rispetto ad i suoi predecessori. Sarà da vedere se il presidente Obama avrà il coraggio di compiere scelte difficili, nuove ma necessarie: battere il terrorismo dialogando con i popoli arabi, radicali e non, usare la forza contro chi limita la libertà e la democrazia, consegnare l'Africa al mondo non come miniera di ricchezze da saccheggiare, ma come terra fatta di uomini e donne che possono dare un loro contributo alla causa mondiale. Il coraggio sarà l'unico strumento con cui Obama può dare fondo al suo spot elettorale: we need a change. Obama ha dato per ora una grandissima risorsa che è stata apprezzata in tutti i continenti da tutti i popoli da est a ovest: ha ridato al mondo una speranza. Entro quattro anni sapremo se un uomo ha avuto il coraggio di trascinare tutti nel cambiare il mondo.

Francesco Quartararo

giovedì 30 ottobre 2008

La rincorsa alla Casa Bianca, parte decima

Ultima puntata di questo lungo racconto della campagna elettorale americana. Dopo aver seguito con attenzione la lotta all'interno dei due partiti per la candidatura finale, dopo l'estenuante lotta tra la Clinton e Obama eccoci alla settimana finale. I sondaggi si rincorrono, oscillando tra un massimo del 15% ed un minimo del 2% di punti percentuali sulle intenzioni di voto. Calcolando un errore medio intorno al 2,9% la statistica non aiuta più di tanto a capire chi sarà il prossimo presidente degli Stati Uniti ma possiamo provare a fare una previsione basata sui fatti che hanno segnato le ultime settimane. La crisi economico-finanziara e lo spettro della recessione hanno inizialmente favorito prepotentemente la campagna elettorale di Barack Obama, che ha fatto valere la sua preparazione universitaria contro la rudezza spicciola del veterano di guerra John McCain. Un effetto che si sta esaurendo vista la contromossa del partito repubblicano, che ha attaccato la ricetta Obama agitando lo spauracchio di nuove tasse, portando alla ribalta le richieste del libero professionista "Joe l'idraulico". Sarah Palin, da voce delle donne repubblicane che lottano ogni giorno per tenere unita la famiglia media americana, con sacrificio e determinazione, si sta rivelando una iattura per il partito repubblicano: spese spropositate per i propri vestiti, quel bambino Dawn usato come una bandierina, un processo che ha certificato l'abuso di potere in Alaska per regolare una vendetta personale e l'annuncio che comunque vada a finire nel 2012 Sarah Palin si candiderà da sola alla presidenza, senza magari rinunciare ad un futuro televisivo. In campo democratico si devono fare i conti con un attentato xenofobo sventato, un razzismo strisciante che detiene tutt'ora un certo potere, come dimostrano i numeri del sito Stormfront, una crisi con la Siria che se si dovesse aggravare sposterebbe l'attenzione dell'opinione pubblica sui nemici esterni del terrorismo contro cui i repubblicani hanno lanciato la propria crociata, bruciando miliardi e consensi. L'ultima arma usata da Obama è stata la trasmissione di uno spot di mezz'ora costruito per parlare all'intera America con una voce calma e pacata, rassicurante ed ammaliante. Il risultato finale parla democratico, ma l'odio razziale e lo spauracchio di un nuovo statalismo forte con un mercato controllato possono far pendere la bilancia verso un pareggio. Un pareggio che sarebbe poi regolato dall'esercito di avvocati schierati dai due candidati. Il mondo rimane in attesa del 4 novembre, mentre le borse continuano a volare sull'ottovolante.

Francesco Quartararo

giovedì 23 ottobre 2008

L'istruzione siciliana tra eccellenza e critica

Palermo- La celebrazione della sesta edizione del premio Btscuola presso l'Albergo delle Povere ha riservato più di una sorpresa: la Sicilia è in grado di esprimere grazie al suo corpo docenti eccellenze nella cooperazione tra scuola ed impresa.

Una delle tre scuole premiate, l'Iti “Mottura” di Caltanissetta si è classificata per due anni consecutivi seconda nel concorso nazionale indetto dalla Bticino, con il patrocinio del Ministero dell'Istruzione, l'Ordine nazionale degli ingegneri e l'associazione nazionale dei periti industriali, per la realizzazione di progetti all'avanguardia nel campo dell'elettronica e dei circuiti elettrici.

Le altre due scuole, l'Ipsia “Calapso” di Siracusa e l'Itis “Euclide” di Caltagirone, premiate dall'assessore regionale ai Beni Culturali e alla Pubblica Istruzione, Antonello Antinoro, hanno assistito ad una dura presa di posizione a difesa del corpo docenti siciliano, che a detta del rappresentante del governo regionale «non è secondo a nessuno». Una volta ringraziato il responsabile del settore scuola dell'azienda, Francesco Bianchi, l'assessore Antinoro ha sottolineato come «un'azienda leader mondiale che chiede alle scuole di far praticare uno stage ai più meritevoli dovrebbe essere la norma». Prima di lasciare la premiazione l'assessore non risparmia un consiglio al ministro Gelmini, al quale chiede di «ascoltare gli studenti ed il mondo della scuola, perché magari la riforma non è stata capita ma, probabilmente, non è stata mai spiegata».

F.Q.

martedì 21 ottobre 2008

La crisi passa anche dalla piazza: l'autunno caldo di Palermo


Palermo- La cittadella universitaria è partita per la città a manifestare il proprio dissenso verso la triste legge 133 per il taglio della ricerca, la fine dell'università pubblica e la fine di una grande stagione di istruzione pubblica. Un taglio pronto a cancellare almeno mezzo secolo di conquiste, quando ancora si credeva che le università, pubbliche e accessibili per tutti, fossero luoghi di crescita per il paese in grado di rendere competitiva la società italiane con le altre. Non solo i giovani di oggi, ma anche e soprattutto i giovani di ieri,
quelli che erano rimasti fuori dalle università venti e trent'anni fa, quelli che ora entrano all'università con i loro figli per cercare di fare carriera dopo una vita di lavoro protestano in piazza. Un fenomeno che investe l'intera società in cui viviamo sembra essere il primo passo verso quello che è già stata una mossa usata in passato. Qualsiasi sistema antidemocratico è quello di distruggere il dissenso dando la cultura e la conoscenza solo alle classi più abbienti. Sono i giovani di tutte le generazioni, quelle vecchie e nuove, che pagano e continueranno a pagare un atto deleterio nei confronti del nostro presente e di un futuro, mai come ora, incerto e nebuloso. L'intero decreto legge potete leggerlo qui per intero. Scorrendolo, noterete come il pacchetto legge è molto vario e composito, in quanto si da attuazione del decreto legge 112 approvato già a giugno e vi sono inserite diverse voci per il contenimento della spesa pubblica, la sistemazione dei fondi per l'Expo del 2015 a Milano e tante altre "misure urgenti" inserite alla rinfusa e approvati in Parlamento senza che opposizione o altri parlamentari abbiano
fatto notare quali effetti aberranti avrebbero generato: scuole ghetto dove gli immigrati sono stipati come capre in attesa di un'integrazione impossibile, dato che solo lo stretto contatto con altri bambini italiani e delle loro famiglie può dare integrazione; aule strapiene dove anche l'insegnate più preparato e sottopagato del mondo perde metà del suo tempo per mantenere l'ordine in una classe di 35 alunni; una società dove chi nasce povero non può sperare di migliorare la propria condizione sociale perché le università saranno fondazioni private dai costi proibitivi. La crisi attuale non si ferma ai mercati, alla finanza o all'economia bloccata. I consumatori sono persone, persone organizzate in una società che viaggia verso lo sfascio. Le università sono in subbuglio in tutta Italia, presto arriveranno le proteste degli altri comparti di lavoratori paralizzati dalla crisi economica. La situazione che si prospetta è dura. I palazzi del potere, anzi il palazzo dell'Ars (Assemblea Regionale Siciliana) è sempre vuoto mentre si cerca di risparmiare nel comparto sanità, quel settore pubblico definito proprio ieri da Ottaviano del Turco la più grande voragine di risorse pubbliche e corruzione esistente. Il quadro è a tinte forti, stiamo a vedere quale opera d'arte riusciremo a tirare fuori.

Macchia 1986

mercoledì 8 ottobre 2008

Ecco come seguire passo passo le elezioni americane

Volete sentire la viva voce dei candidati alla Casa Bianca mentre si sfidano per la poltrona più importante al mondo? Volete seguire in differita lo scontro tra Obama e McCain? Da oggi vi basterà visitare questo blog per avere tutti i dibattiti delle presidenziali americane. Per seguire al meglio il dibattito occorre avere un indirizzo IP americano, reperibile tramite vari software. Tra i tanti vi consiglio Tor, veloce e versatile. Buona visione

lunedì 6 ottobre 2008

Una crisi simile a quella del '29. Non solo nei mercati


Sembra di rivedere la crisi del '29, con il crack finianziario di Wall Street che travolge tutti i mercati mondiali trascinando l'economia mondiale berso il basso in un'annata di recessione. Ma fino a che punto le due epoche si assomigliano?
Le analogie: il crack di Wall Street avvenne anche allora con un'amministrazione repubblicana che predicava il libero mercato, chiudeva gli occhi di fronte gli effetti devastanti del capitalismo selvaggio e di un sistema privo di garanzie statali. In Europa oggi come allora alle crisi profonde dell'economia i governi rispondono con potenti virate a destra, con l'attribuzione delle proprie frustrazione alle classi più deboli (gli ebrei ieri, gli arabi oggi, gli immigrati sempre) e con interventi razziali mascherati da perbenismo. Oggi "Il Giornale" titolava come la donna somala umiliata a Ciampino era stata una corriera della droga, quindi non poteva lamentarsi più di tanto se l'hanno lasciata nuda per diverso tempo. Il cinese picchiato a Roma invece è stato massacrato da una baby gang con molti ragazzini stranieri, quindi non è un problema che ci riguarda. Il ragazzo pestato a sangue a Parma viene chiamato bugiardo dal ministro degli Interni Maroni che crede ai vigili parmensi piuttosto che all'occhio tumefatto del giovane. Come dire, se sei un criminale o peggio ancora sei straniero, non sei mica un uomo, quindi come tale non hai diritti.
Altra triste analogia è la massiccia invasione di campo di telecamere e leggi che intaccano la privacy, con la paura gonfiata a dismisura dai media tradizionali. Dati alla mano, i bulli sono sempre gli stessi da sempre nelle scuole, gli incidenti sono meno fatali grazie alla sicurezza data dalla tecnologia e non dalle innovazioni del codice stradale. Anche le vittime di stupri ed omicidi rimangono sempre di più quelle tra le mura domestiche che non quelle causate dallo "sporco immigrato".
Le differenze: Rispetto al 1929 conosciamo a quali effetti può portare l'odio razziale, una crisi economica profonda e la mancata tutela dei diritti fondamentali dell'uomo. La Germania è oggi la locomotiva che trascina l'UE, mentre negli anni trenta usciva con le ossa rotte dal primo dopoguerra. In media possediamo una cultura maggiore e più beni materiali dei nostri nonni, mentre in America soltanto un attacco terroristico o una gaffe micidiale possono evitare a Obama di perdere le elezioni, avviando una stagione ancora più audace di quella inaugurata da Franklin Delano Roosvelt che portò fuori l'America dalla crisi economica e guidò il mondo alla vittoria contro il nazifascismo. Solo una critica e vigile attenzione al mondo che ci circonda potrà salvarci. Dalla nostra stessa cecità.

Macchia 1986

Il Grande Fratello britannico pronto a partire entro la fine dell'anno


E chi se ne frega potrebbe pensare chi legge il titolo. Ma il Grande Fratello in questione non è la versione britannica del famoso format televisivo, ma si tratta più o meno di quel Grande Fratello di cui parlava George Orwell in "1984". Entro novembre dovrebbe approdare alla Camera dei Comuni un disegno di legge per dare
in mano ai servizi segreti il controllo pressocché totale delle comunicazioni telefoniche sul suolo britannico, compreso il traffico online di mail e discussioni in chat. Un intervento massiccio reso possibile dalla collaborazione di British Telecom e Vodafone, già informate dell'eventuale intervento massiccio. Un "effetto collaterale" della richiesta di sicurezza da parte dei sudditi di Sua Maestà, investiti dalle trame losche di Mosca che mira ai capitali della City con mezzi forti e spregiudicati, la crisi del sistema neoliberista che mina alla base la stabilità economica delle famiglie, oltre che il crollo nei sondaggi nella fiducia del Labour Party a favore dell'astro nascente tories, David Cameroon. Le motivazioni sembrano tante, ma un'invasione di campo totale nella vita privata dei britannici non si registrava dai tempi dell'operazione Leone Marino, quando la Germania di Hitler mirava a conquistare l'isola. Provvedimenti simili, ufficialmente, non sono stati presi in considerazione nemmeno dopo gli attacchi terroristici nelle stazioni metropolitane del 7 luglio 2005. Forse qualcosa cova sotto le ceneri di un diritto alla privacy progressivamente smantellato dalla paura.

Francesco Quartararo

giovedì 25 settembre 2008

Google cerca nuove idee da premiare


Google festeggia il suo decimo compleanno lanciando un'iniziativa mondiale per giovani fantasiosi in cerca di soldi: entro il 20 ottobre, se si pensa di avere una soluzione concreta ad uno dei tanti problemi che ci sono al mondo, Google ti offre 10 milioni di dollari. Niente di complicato per un paese di santi, navigatori ed inventori come il nostro, dove già in passato alcuni format televisivi si erano impegnati nella ricerca di nuovi geni. Gli aspiranti vincitori devono presentare il loro progetto al sito qui indicato entro e non oltre il 20 ottobre. La commissione che si insedierà per valutare i progetti dovrà scegliere fra una rosa di venti progetti, decisi da un sondaggio popolare che si terrà online tra il 27 gennaio ed il 2 febbraio. I cinque progetti vincenti saranno premiati a maggio. Per diventare il Leonardo da Vinci del nuovo millennio, occorrerà rispondere a domande logistiche su come poter realizzare il progetto, quali vantaggi offre e quanto può costare. La sfida è stata lanciata, non c'è nessuna Talpa o bionda plastificata che vi possa spedire su un'isola deserta senza motivo. Un concorso che magari non vi renderà famosi, ma che di sicuro potrebbe riempirvi le tasche facendo qualcosa di utile per l'umanità. Spegnere il televisore e cominciare a pensare.
Francesco Quartararo

lunedì 22 settembre 2008

La rincorsa alla Casa Bianca, parte nona

Pronta a partire la fase finale della più lunga ed attesa campagna elettorale della storia americana. I due contendenti hanno appena finito di concordare le modalità dello scontro, che si terrà in studi televisivi (in cui anche la posizione delle sedie è stata studiata, secondo una precisa scelta tattica di presentazione mediatica) città e palazzetti dello sport riadattati ad arene politiche. Le domande saranno fatte da cittadini, giornalisti, utenti internet ed avventori che affluiranno nelle piazze dei paesini dell'entroterra a caccia di risposte dopo l'uragano Subprime. Dopo che Ike aveva consegnato a McCain un vantaggio di un paio di punti sul rivale, per il modo in cui il partito repubblicano ha reagito all'uragano che minacciava New Orleans, l'uragano che ha spazzato via Lehman Brothers e fatto vacillare AIG ha favorito il rivale democratico Barack Obama, il quale ha sostenuto l'operato de
tratto da img.thesun.co.uk
ll'attuale amministrazione rilanciando sulla possibilità di intervento pubblico in quei settori che toccano le fasce più deboli. Una sanità pubblica per tutti e minori rischi finanziari per i risparmiatori americani che fanno volare Obama nei sondaggi e lo portano a studiare con l'ex stratega dei Clinton una tattica in grado di permettergli di essere pronto su qualsiasi tema, domanda inattesa o questione spinosa. McCain invece affila le armi con il discorso inaugurale alla Bill Clinton Foundation, cercando di racimolare i voti ed i consensi di Hillary Clinton a casa del suo nemico politico. Grande attesa anche per il discorso dei due vice, la Palin e Biden, personaggi vulcanici e carismatici ma abbastanza noti per la loro capacità di spararla grossa. Due scudieri agguerriti che gli americani intendono seguire per capire da quali idee e progetti sosterranno la prossima amministrazione americana.

F.Q.

In arrivo una crisi ben più pericolosa dei subprime

Da domani l'azienda Terra sarà insolvente di fronte alle richieste della popolazione mondiale. Per continuare a sfamare la fame energetica e non dell'intera popolazione mondiale si andranno ad intaccare le riserve stipate da più di 3 miliardi di anni dalla natura in termini di materie prime. Raccontata in questi termini sembra l'ennesima voce allarmistica proveniente dai mercati di Wall Street, ma la situazione potrebbe essere ben più grave. Il massiccio impatto della presenza umana sul nostro piane
tratto da www.corriere.it
ta, è già in grado di privare per quattro mesi la Terra della sua capacità di ricostruire le condizioni necessarie alla rigenerazione delle materie prime, da cui vengono ricavate tutti i beni primari necessari al sostentamento quotidiano. Per continuare a distribuire risorse fino alla fine dell'anno si vanno così ad intaccare le riserve naturali che permette raccolti extra, un pò come se i padri per riparare i loro debiti andassero ad intaccare i ricchi conti correnti dei figli e dei nipoti. Il primo caso di "insolvenza" è datato a partire dal 31 dicembre 1986. Da allora, ogni anno la data del mancato pagamento è arrivata sempre prima. Un'insolvenza destinata a prosciugare del tutto le riserve, secondo alcuni scienziati, entro il 2050, data che coincide casualmente con quella indicata come punto di non ritorno per gli effetti del riscaldamento climatico. Per soffocamento o per fame, la Terra ed i suoi abitanti rischiano grosso. Secondo alcune stime, se l'intera popolazione mondiale dovesse adottare lo stile di vita di alcuni paesi industrializzati, occorrerebbero cinque pianeti Terra per vivere tutti secondo lo stile di vita USA, due pianeti per vivere tutti come in Italia, mezzo se dovessimo seguire lo stile di vita indiano, che con il suo miliardo di abitanti e la sua crescita economica vertiginosamente alta, si avvia a diventare il concorrente principale del colosso economico cinese. Con buona pace di Wall Street, del vecchio capitalismo europeo e dell'aggressività dei finanzieri russi.

Francesco Quartararo

mercoledì 13 agosto 2008

Olimpiadi di Pechino: i medagliati italiani

Primo appuntamento settimanale con le storie dei nostri campioni a Pechino. Ogni settimana il resoconto delle gare che hanno portato i nostri atleti a raccogliere una medaglia iridata nelle varie specialità olimpiche:

Davide Rebellin: Sognava di vedere la muraglia cinese e di portare a casa una medaglia nel giorno del suo compleanno e ci è riuscito dimostrando un coraggio immenso. Partito in gita turistica in bici assieme a tutta la carovana in giro per Pechino, nel circuito attorno ad una delle sette meraviglie del mondo si è tenuto alla ruota del capitano Bettini, oro ad Atene 2004. Grazie al lavoro massacrante di Vincenzo Nibali nei primi 200 km, l'Italia ha controllato gli attacchi portati nella prima fase di gara. La foratura di Bettini ha complicato un pò i piani ed ha costretto Rebellin a inseguire la fuga del rivale spagnolo, giunto poi all'oro. Al traguardo ha dichiarato di non avere più avuto benzina al traguardo, dopo 4 ore di gara con 26 gradi di temperatura ed un tasso di umidità superiore al 90%. Va bene anche così.

Giovanni Pellielo: Terzo risultato utile consecutivo nella fossa olimpica dopo Sidney e Atene. Prima della partenza non sapeva che piattelli avrebbe dovuto abbattere, dato che il CIO aveva permesso solo ai cinesi di allenarsi su questi nuovi attrezzi. Poco male, la precisione e la determinazione di Pellielo sono stati più forti della foschia e del piattello misterioso.

Matteo Tagliariol: Si è fatto strada pian piano, quasi in sordina fino in finale. tratto da sportal.itElegante, determinato e vincente ha piegato in finale il francese il quale sembrava stesse per dire c'est ne pas possible. Invece è stato tutto vero per Matteo Tagliariol, prima medaglia d'oro di questa spedizione olimpica. La notorietà improvvisa, la telefonata del Presidente della Repubblica e la gloria olimpica non hanno scomposto più di tanto l'atleta italiano, che ha dichiarato di voler continuare la sua carriera nella spada individuale piuttosto che in tv.

Tatiana Guderzo: Sotto un autentico tifone, bagnata più di un pulcino, la nostra atleta conquista una medaglia di bronzo che vale quanto un oro. Non si poteva chiedere di più alla nostra ciclista portata alla volata dalla squadra italiana, colpita duramente alla partenza dall'esclusione per doping di una nostra eventuale medaglia d'oro.

Galiazio, Di Buò, Nespoli: La medaglia di argento può essere un risultato insperato e inatteso, ma può anche nascondere una grande amarezza per un'occasione fallita. Partiti sulla difensiva, a metà gara di tiro con l'arco a squadre la Corea del Sud sembrava filare dritto verso una vittoria annunciata, ma la costanza di Galiazio, l'esperienza di Di Buò e l'incredibile freddezza della matricola Nespoli ci hanno portato ad un passo dall'impresa. Proprio la sorpresa del torneo, Nespoli, cede alla tensione dell'ultimo, decisivo tiro per strappare l'oro ai campioni assoluti di questa categoria. Faccia dispiaciuta per Nespoli che sente la responsabilità dell'accaduto, mentre il coach lascia a metà la sua imprecazione per mostrare la sua fiducia al gruppo.

Giulia Quintavalle: Così piccola, e...combattiva. Giulia Quintavalle sembra sempre sul punto di spezzarsi ogni volta che sul tatami affronta le avversarie ma ad una ad una le ptratto da corrieredellosport.itiega, le ribalta, le fa volare e le schiaccia. Anche quando in semifinale l'atleta australiana sembra avergli lussato un braccio e le sue urla sembrano il preludio ad un ritiro lei stringe i denti, vince e poi stravince in finale, con lucidità ed una rapidità estrema nel girare la presa dell'avversario. Sogna di sfilare come una modella ma nel frattempo il destino gli consegna un oro olimpico inatteso. Saluta la vittoria come Toni quando segna un gol ed apre la strada ad un'olimpiade che per l'Italia si tinge di rosa.

Margherita Granbassi: Aveva raccolto l'eredità della Vezzali durante il suo stop, il tabellone l'ha costretta a sfidare la sua maestra in semifinale e a conquistare il bronzo in un altra finale casalinga. Un'atleta destinata a crescere, al momento si dimostra come una delle atlete più in gamba tra le nuove leve della scherma femminile italiana.

Valentina Vezzali: Una delle nostre atlete più attese non ha fallito l'appuntamento con ltratto da blogosfere.it/blogs/pechino2008a storia. Ha vari soprannomi, la Dama Bianca, il Cobra, ma per tutti è la madre killer che ha promesso al figlio la medaglia d'oro. Finale non facile per la Vezzali, alle prese con una coreana ostica che gli ha complicato la vita fino all'ultimo, recuperando uno svantaggio di tre stoccate. Da cineteca la stoccata finale, data in parata all'attacco della coreana, colpita d'infilata con un colpo dato con il fioretto dietro le spalle. Memorabile.

Francesco D'Aniello: Un cecchino dal cuore tenero. Francesco D'aniello ha resistito in finale portandosi a casa una medaglia d'argento che lo ha fatto sciogliere in lacrime di gioia. L'emozione ha messo a nudo gli anni di allenamento, le fatiche e le paure di quattro anni passati a preparare questa olimpiade, ricca per lui di gioie ed emozioni.

Federica Pellegrini: Non è più quella ragazzina sedicenne che ha stupito tutti ad Atene, è diventata la donna più attesa in vasca in queste olimpiadi. Cocente la delusione ntratto da img06.beijing2008.cnei 400 m stile libero, in cui ha imposto il suo record del mondo. Gara al mattino e flop in vasca che ha trasformato la dolce veneta in uno squalo cannibale, con la gara al pomeriggio in cui ha dato un primo ritocco al record del mondo dei 200 m stile libero. Dopo una semifinale di controllo ha messo tutta la sua furia nella finale che gli ha regalato grandi soddisfazioni alle olimpiadi. Vittoria e record del mondo, con lo stesso sorriso sfoggiato già quattro anni prima.

Salvatore Sanzo: Il destino toglie, il destino dà. Gli mancava una stoccata per accedere alla finale, gli è bastato piazzare l'ultima stoccata per vincere il bronzo in una sfida degna del campione del mondo. Una gara proibitiva e nervosa, contro il beniamino di casa cinese, apparso subito nervoso e polemico. Qualche stoccata non segnalata a vantaggio dell'italiano sembrava aver fatto involare il cinese verso la vittoria, con una tattica snervante fatta di pause per spezzare il ritmo del fiorettista italiano. Rimontando colpo su colpo ad uno svantaggio di tre stoccate Salvatore Sanzo con buone parate ed un affondo finale ha lasciato sul posto il cinese, portandosi a casa una medaglia di bronzo ben più pesante e difficile di una medaglia d'oro.

Chiara Caneiro: La prima volta per una donna nel tiro a piattello nella specialità skeet con tanto di record olimpico. Una finale palpitante sotto un autentico nubifragio. Gara a tre con la statunitense e la tedesca plurimedagliate, portata con due tiri ad oltranza oltre il limite. La tensione si fa insopportabile, le braccia pesano mentre la pioggia fa sembrare più sfuggenti i piattelli. La nostra atleta è implacabile, si riprende da una piccola crisi accusata nel confronto diretto e tiene i nervi saldi fino alla fine. Oro e fianle vinta contro i migliori avversari possibili.
Andrea Minguzzi: La lotta è stata dura ed incerta, con un sistema di scelta della presa a terra legato ancora al sorteggio casuale, un pò come nelle prime olimpiadi. Ma al di là di tutto ciò, contro la ferrea tenacia di questo ragazzo nella categoria 84 kg nulla ha potuto l'atleta ungherese, "schierato" con un'ottima girata ad un minuto e mezzo dalla fine. Un wrestler senza trucco e senza inganno Andrea Minguzzi, che con forza e astuzia è riuscito a portare a casa il secondo oro maschile in questa olimpiade fin qui tinta di rosa.
Alfredo Rota, Diego Confalonieri, Matteo Tagliarol, Stefano Carozzo: Nella specialità della spada a squadre lo scontro contro i maestri francesi avviene già in semifinale e questo costa la finale. L'apporto della medaglia d'oro Tagliarol è venuto a mancare nella parte finale mentre la costanza di Alfredo Rota porta un'altra medaglia da questa specialità a noi tradizionalmente ostica.

Francesco Quartararo

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mercoledì 30 luglio 2008

Il caos generato dall'ordine: la lotta infinita del cavaliere oscuro

La prima vera notizia è che la saga inaugurata da Christopher Nolan con Batman Begins trova qui una sua conclusione che non lascia ulteriori spunti per un altro noioso sequel, che rischierebbe di mandare a monte l'impalcatura di un film che entrerà nella storia del cinema. Batman affronta la sua nemesi, un Joker che nel nuovo millennio diventa il terrorista perfetto. Spietato, calcolatore, completamente pazzo nella sua lucida distruzione di Gotham City ed in grado di far scordare il personaggio fumettistico tirato fuori da Tim Burton. In effetti l'intero film abbandona l'ambientazione fumettistica consegnando Batman ad una dimensione molto più realistica, con un Bruce Wayne che opera di giorno quello che Batman non può operare di notte. Un commissario Gordon che diventa uomo di azione mentre il procuratore Harvey Dent lotta contro la mafia diventando una sorta di visione hollywoodiana dei personaggi leggendari di Falcone e Borsellino, salvo poi rivelare la usa faccia nascosta e implacabile. Un cast d'eccezione per un film che non è mai banale, con il gusto della battuta tetra nel massimo momento di tensione e della riflessione filosofica e psicologica. Un intero capitolo a parte meritano i due protagonisti della storia. Heath Ledger è stato in grado di spazzare via l'immagine di Joker dalla faccia di Jack Nicholson, ha spinto il suo personaggio a dei livelli impossibili da ripetere, consegnando al cinema un'interpretazione da Oscar. Christian Bale regge perfettamente la sua dualità, non rende Batman ridicolo ma lo spinge drammaticamente ai suoi limiti, mentre Bruce Wayne non viene inghiottito dal confronto col suo doppio mascherato. L'integrità morale della speranza nella giustizia contro la forza devastante del caos e della distruzione fine a sé stessa, due mostri che simboleggiano i due volti estremi di una società che nei momenti difficili si tramuta nell'una o nell'altra maschera. Incredibile come l'analisi più lucida di Gotham City arrivi proprio da chi si estranea da essa per proteggerla o per distruggerla: Batman e Joker si completano e si definiscono tra di loro per contrasto, entrambi hanno la capacità di capire il mondo in cui vivono anche se partono da presupposti totalmente opposti. Un film che lascerà il segno sullo spettatore adulto, al quale il film è consigliato per il terrore che alcune scene possono suscitare nei più piccoli.


Macchia 1986
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mercoledì 16 luglio 2008

Il bavaglio dell'idiozia

Sembra che il Garante della Privacy abbia notato il mio suggerimento riguardo i social networks. Francesco Pizzetti plaude all'azione del Governo per la limitazione delle intercettazioni e rilancia: occorre mettere un freno alle comunicazioni che ledono la privacy degli italiani, in tratto da americaoggi.infoparticolare quelle lasciate nei social network. Ma la vera novità, presentata freddamente come soluzione a tutti i problemi per la risoluzione di delitti inspiegabili o ricerca di persone scomparse, riguarda l'obbligo di legge entro il 2010 di lasciare le nostre impronte digitali nel documento d'identità. Naturalmente la favoletta della carta d'identità elettronica è già nota in Italia come uno dei maggiori fiaschi dell'amministrazione pubblica: l'azienda milanese che ha ricevuto l'appalto almeno cinque anni fà non ha consegnato più di un centinaio di carte d'identità elettroniche. Imponente anche la spesa che aspetta la pubblica amministrazione voluta da Brunetta, con la digitalizzazione che prevede l'acquisto di lettori ottici e software avveneristici che registrino le nostre impronte, ne stampino i profili sulle carte d'identità elettroniche in maniera tale da essere riconoscibili. Tutratto da noreporter.orgtti pronti a rinunciare a parte della nostra libertà grazie all'approvazione di un pacchetto di leggi che sembrano la brutta copia del Patriot Act americano. Togliere la libertà di azione ai propri cittadini per poterli controllare alla perfezione, Ztl e telecamere piazzate nelle città per monitorare gli spostamenti con l'illusione che l'aria inquinata della periferia non passi nelle zone blu del centro. L'impossibilità di difendere i propri risparmi da una frode fiscale con reati depenalizzati, processi posticipati e prove audio da distruggere immediatamente se la pena non supera un certo numero di anni. Tutto questo mentre sopra le nostre teste si sta scatenando una crisi economica che sconvolgerà gli assetti econimici mondiali: l'euro si appresta a sostituire il dollaro nel calcolo delle quotazioni del petrolio, in maniera tale da mascherare la portata reale dell'aumento dei prezzi di produzione dell'oro nero, gli USA dovranno cedere il passo a Russia, Cina ed India mentre nel nostro paese tutte le manovre finanziare dello Stato saranno favorite dalla limitata libertà d'azione degli operatori finanziari, nel mirino del ministro Tremonti. Ma la vera minaccia per noi italiani è insita nella forte connotazione da stato di polizia che si sta instaurando piano piano. Agitando la paura dello straniero (del rumeno, per precisare qual è il popolo attualmente preso di mira, anni dopo le leggi razziali di Mussolini) stiamo perdendo i nostri diritti fondamentali. Poniamo attenzione alle scelte di chi ci governa, ma soprattutto non sacrifichiamo il nostro sennso critico in nome della tranquillità derivante dall'indifferenza. Alla lunga l'indifferenza fa pagare un conto salatissimo.

Francesco Quartararo

sabato 12 luglio 2008

La privacy sui social network come arma della magistratura

C'è un'ultima frontiera che le nuove leggi sulla privacy e sulle intercettazioni lasciano libere: quelle dei social networks come ad esempio Facebook. Ognuno di noi ha la possibilità di ricostruire le reti di conoscenze dei suoi colleghi, amici, parenti o sconosciuti avendo a disposizione foto, indirizzi e recapiti telefonici, da cui ricavare codici fiscali e controllare luoghi di lavoro. Una frontiera non pensata dal Presidente del Consiglio Berlusconi, di cui ormai sappiamo tutto. Sebbene le ultratto da la stampa.ittime intercettazioni su Saccà siano già inutilizzabili ed un altro blogger sia nei guai per aver finto la pubblicazione delle telefonate tra Berlusconi e Confalonieri, non ci vuole molto a leggere tra le righe dei commenti dei migliori opinionisti della nostra carta stampata. Tralasciando tutto ciò qualsiasi utente o magistrato troppo zelante può effettuare una ricerca parallela molto meno costosa e, attualmente, legale. Basta visionare i Myspace ed i siti delle aziende vicine allo star system, controllare le persone entrate a far parte di uno spettacolo TV come ballerina, comparsa, attrice o presentatrice, semplicemente sapendo a quale esponente politico si è avvicinato. Come? basta controllare i bilanci degli intermediari che piazzano le varie starlette, controlalre le voci ambigue che fanno riferimento ad entrate non meglio precisate e confrontarle con il traffico su internet effettuato nel passaggio di email, dialoghi su Skype o reti di amicizie stabilite tramite i social network. Un'azione quest'ultima, possibile legalmente solo alla polizia postale e a quei magistrati sovversivi che tengono sotto scacco lo Stato, ma questa è un'opposizione legittima solo per chi si sente assediato dalla giustizia. In tempo di emergenza ci si arrangia come può, nella speranza che le cose migliorino anche in quella società che vive, consuma e vota al di fuori della Rete.


Francesco Quartararo

giovedì 3 luglio 2008

Nei 60 anni della Costituzione va in scena lo scontro dei poteri

La nostra Costituzione festeggia quest'anno il suo 60° compleanno e mostra già le sue prime crepe. In marzo, durante la campagna elettorale, il clima di collaborazione tra i due contendenti lasciava presagire una legislatura costituente, intenta a riformare lo Stato, abbattendone i costi esagerati, portare avanti le liberalizzazioni e abbassare la pressione fiscale. A più di cento giorntratto da rainews24.iti dall'inizio della legislatura , dalla proposta anarchica di Fiorello di risolvere i problemi prima e dare i voti dopo, ecco come lo Stato Italiano risolve i suoi problemi. I contratti nazionali sono calcolati in base ad un'inflazione all'1,7%, a fronte dell'attuale dato del 3,8%, il quale moltiplicato per i 12 mesi lavorativi spiega come entro la fine dell'anno gli italiani perderanno circa il 25,2% del loro potere d'acquisto rispetto al 2007 (le attuali stime dell'OCSE sono intorno al 20% per i primi 6 mesi). Il Parlamento, rappresentante supremo del potere legislativo è relegato a ruolo consultivo, in quanto le emergenze dettate dal Consiglio dei Ministri stravolgono settimanalmente l'agenda politica. Ogni situazione viene affrontata con l'abuso del decreto legge che viene semplicemente ratificato dal Parlamento che presenta una forte maggioranza. Discussione parlamentare pressoché azzerata e invasione di campo tra il potere esecutivo e quello legislativo, che propone leggi contro la violenza domestica - prima causa di omicidio in Italia, persino più reiterato del furto in villa a causa degli immigrati da schedare ed espellere - bocciate ancora prima di essere poste al voto. Un Parlamento imbavagliato dal Governo spiato dal potere giudiziario. Un potere giudiziario che diffida dei suoi politici che hanno portato il comune di Catania di Scapagnini ad un debito di 135 milioni di euro a rimanere in mano al PDL con il 75% di voti presi, il sindaco di Palermo Cammarata ad essere preso dalle forze dell'ordine ogni sera utratto da siciliafoto.itbriaco e secondo alcuni mezzo drogato dalle discoteche dell'isola, mentre il suo comune deve far fronte alle spese da effettuare per il fallito business delle ZTL, il buco dell'AMIA che porta via 3 milioni di euro al mese. Un potere giudiziario che si vede privato dello strumento delle intercettazioni senza cui non solo sarebbero sfuggiti tutti i boss di Cosa Nostra, Camorra ed 'Ndragheta, ma senza cui migliaia di persone non potrebbero chiedere i danni a Tanzi e soci per i crack finanziari di Parmalat e Cirio. Ecco quindi il sanguinoso scontro tra un Presidente del Consiglio travestito a lungo come uomo delle istituzioni con manie persecutorie e giudici testardi diventa la metastasi ptratto da raissa.ilcannochiale.it grave del corpo incancrenito di questa Repubblica. Una Repubblica dove un'osservazione fatta dal Presidente della Repubblica Napolitano, il quale ha semplicemente letto come ognuno di noi deve la Costituzione, viene usata dai presidenti di camera e senato come occasione per rintuzzare un doppio attacco al potere giudiziario mandato per conto del potere legislativo e di quello esecutivo. Un paese nelle mani di un vecchio lussurioso che pensa solo a piazzare le sue prostitute in giro per le fiction RAI mentre il paese si impoverisce, perde fiducia nel futuro e soprattutto, rimane indiffirente alle indecenze del nostro sistema politico un come fa un pugile suonato, che dopo un round di botte continue preferisce sentire il suono della campanella o accasciarsi a terra per mettere la parola fine ad un massacro.
Francesco Quartararo

martedì 24 giugno 2008

La strategia della FIGC per far tornare Lippi

Un copione scritto ai margini della vittoria di Berlino. Guido Rossi viene estromesso dopo aver traghettato la Federcalcio italiana fuori da uno dei momenti di crisi peggiore della sua storia, Marcello Lippi tiene fede alle parole pronunciate all'inizio del mondiale 2006, quando la stampa voleva farlo fuori per il presunto coinvolgimento del figlio nella vicenda di Calciopoli e i suoi collegamenti con Luciano Moggi ai tempi della Juventus. Un unico grande vincitore, Lippi, che a testa alta mantiene fede alle sue parole portandosi in dote una vittoria storica perché inattesa e quasi impossibile in un ambiente simile ad un campo di guerra in Afghanistan. Il nuovo assetto della FIGC decide quindi di puntare su un professionista serio, che non faccia troppo rumore per potergli consegnare la gestione della nazionale in vista dell'europeo 2008, notoriamente sotto stimato rispetto al mondiale. La scelta è ardua, sulla piazza sono disponibili allenatori importanti e con un forte carisma: Capello, Ancelotti, Zaccheroni, Gentile, Tardelli, Ranieri. Albertini propone il nome di Donadoni, suo amico al Milan, reduce da un esonero inspiegabile dal Livorno ai tempi in zona Champions League. Ecco quindi l'uomo giusto al momento giusto. Un professionista serio che non dovrebbe fare troppo rumore visto il suo breve curriculum da allenatore. Nobile la farsa del rinnovo contrattuale prima della trasferta in Svizzera ed in Austria, in cui Donadoni afferma che nel caso in cui l'avventura dovesse andare male si sarebbe fatto da parte. Bilancio finale: peggiore sconfitta di sempre in un esordio ufficiale, sterilità offensiva dei nostri attacanti mai andati a segno, stabilità difensiva ritrovata in extremis con l'investitura di Chiellini come degno erede di Cannavaro, impossibilità di costruire gioco senza Pirlo. Ecco quindi la possibilità di ripagare Lippi per il prestigio ridato al calcio italiano e mantenere la sua integrità morale. Per Donadoni pronta la panchina del Monaco, acquistato a prezzo stracciato proprio da quello Spinelli che lo aveva misteriosamente licenziato anni . Tutti contenti quindi, o quasi. Abbiamo scoperto con un brivido di non avere avuto un ricambio generazionale adeguato a mantenere la nsotra proverbiale integrità difensiva. Chiellini, Grosso e Panucci hanno bisogno di compagni in forma, Cannavaro è mancato troppo. Il centrocampo avrà bisogno della maturazione definitiva di De Rossi ed Aquilani, apparsi a tratti acerbi. Cassano deve avere più spazio mentre si attende l'arrivo di Amauri in nazionale per dare finalmente all'Italia un degno sostituto di Toni, apparso bloccato e sfortunato, dato che un gol l'aveva pure segnato in posizione regolare. Parecchio lavoro per Marcello Lippi, atteso al timone della Nazionale tra giovedì e venerdì.
Francesco Quartararo
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sabato 14 giugno 2008

Il diritto degli irlandesi di affossare il Trattato di Lisbona

L'Irlanda arricchita grazie all'Unione Europea sbatte la porta in faccia alla stessa Europa che presenta il conto. Una storia che può apparire ingiusta, frutto di ignoranza ed irriconoscenza, ma che dimostra tra le righe la debolezza di un'unione di stati fatta più di banchietratto da la stampa.itri che di cittadini. Nato dalle ceneri del precedente testo costituzionale, dopo estenuanti trattative con Polonia e Regno Unito, il Trattato di Lisbona permetterebbe la costituzione di un esercito comunitario permanente e la presenza di un unico portavoce dei 25 stati membri di fronte controversie internazionali. Il primo passo insomma per creare una federazione di stati paragonabile come struttura agli USA ma con storia, identità culturali e situazioni economiche molto più complesse. Popoli che portano con sé culture millenarie, hanno conosciuto momenti di divisioni laceranti nel corso dei secoli, l'ultimo dei quali è costato al mondo milioni di morti durante la Seconda Guerra Mondiale. Un referendum europeo sulla Costituzione Europea rappresenterebbe una soluzione molto più democratica di quella prospettata da Barroso o da Napolitano. Le elezioni europee ad esempio possono rappresentare l'occasione unica ed irripetibile per far votare ai 450 milioni di cittadini dell'Unione Europea il proprio destino, creando così le condizioni ideali per conoscere l'eventuale carta costituzionale ed assumere un'identità comune, non più solo italiani, portoghesi, tedeschi, francesi o rumeni ma europei nella comune identità nazionale. Un'Europa unita sarebbe in grado di mettere sul tavolo soluzioni importanti e definitive ai problemi del vicino Medio Oriente e dei paesi arabi in generali, data la prossimità geogrtratto da ilsole24ore.comafica ma soprattutto storica, economica e culturale. Un'Europa a voce unica avrebbe un peso maggiore sia nel consiglio di sicurezza dell'ONU che all'interno della NATO. Non più alleati ostaggi dell'amico USA ma patner forti e autonomi degli USA, liberi di dialogare con la Cina ed i paesi arabi senza posizioni dettate da Washington. Come leggere l'ultima visita di Bush in Europa, proprio in contemporanea con questa sonora bocciatura del processo di unificazione europea? Un'Europa debole, lacerata e a più voci è più gestibile per l'amministrazione USA. Lo si è visto nella richiesta di una posizione più dura nei confronti dell'Iran e dagli zerbini preparati dal governo italiano e francese nell'accogliere le istanze dell'alleato americano, anche a costo di mandare all'aria le posizioni assunte comunemente da 25 stati sovrani a Bruxelles. Un no, quello irlandese, che sembra essere paradossalmente la risposta più democratica ad un processo di unificazione europea auspicabile ma necessario più ai banchieri che ai cittadini del vecchio continente.

F.Q.

La rincorsa alla Casa Bianca, parte ottava

Dopo quattro mesi dallo "Tsunami Tuesday" ed un fragoroso rumore mediatico, il partito democratratto da img.timeinc.nettico ha designato Barack Obama come avversario di John McCain alla poltrona più importante al mondo. Il prossimo presidente degli Stati Uniti promette il graduale disimpegno in Iraq e la soluzione del problema afghano ed iraniano, incassa il sì di Chavez ad un dialogo con gli stati sudamericani e riesce a tenersi inimicata la vicina Cuba di Raul Castro. In politica estera le posizioni dei due contendenti sono pressoché simili. In casa democratica Hillary Clinton invita i suoi potenziali elettori a dirottare i propri voti vertratto da bp3.blogger.comso il senatore colored, ma molti diffidano della ventata di estrema novità presentata da Obama. Ecco che John McCain può sperare nella paura degli americani di cambiare coraggiosamente rotta, mantenendosi come linea di continuità con la (disastrosa) amministrazione Bush. Non è ancora chiaro cosa intenda avere in cambio la coriacea senatrice in cambio, dato che Obama per ricucire gli strappi in casa democratica abbia promesso la vicepresidenza ad Edwards. Probabile un posto come ministro degli Esteri o un altro posto di rilievo in un'eventuale squadra di governo. Il Wall Street Journal ed altri osservatori sono sicuri della vittoria finale del giovane Obama. Da vedere quindi se la tattica dello scontro settimanale proposto da McCain possa logorare il giovane Obama o sfibrare la vecchia volpe repubblicana.
Francesco Quartararo

sabato 31 maggio 2008

L'Italia che merita i rifiuti

Nei libri di storia scritti dai nostri pronipoti si leggerà di come un popolo ricco e ingegnoso venne sommerso da una montagna di rifiuti e divenne sterile ed impotente a causa dei rifiuti radioattivi creati dalle centrali nucleari riaperte. Cosa potrebbe accadere al nostro paese che non è in grado di smaltire il proprio pattume se avesse a che fare con rifiuti tossici e radioattivi. A Chiaiano la popolazione è andata contro le forze dell'ordine solo perché guidata dai guaglioni mandati dalla camorra a controllare che parte del loro impero economico non venga toccato dallo Stato. Uno Stato di cui si sente nostalgia come un lontano parente, troppo indaffarato o troppo menefreghista per occuparsi dei problemi dei suoi cittadini, sempre presente a ora delle elezioni e poi pronto ad eclissarsi. Nella crisi dei rifiuti la camorra, imprenditori senza scrupoli e amministratori corrotti hanno trovato il modo di arricchirsi fottendo tutti gli altri che soffocano nella munnizza e non hanno la forza di reagire. Chi vuole cercare di fare qualcosa viene aggredito, bastonato, mandato via e deriso, un come accade in ogni vicenda di rilievo, piccola e grande, in questo dannato paese chiamato Italia. Una lezione, quella di Chiaiano, che è valida in tutta Italia da Nord a Sud. Qualche arraffone, pochissimi volenterosi e una moltitudine di ignavi compongono ormai la popolazione italiana, una popolazione destinata all'estinzione per la sua immobilità e il suo decisionismo pari a quello di un kamikaze giapponese. Un paese che è incapace di garantire sicurezza, civile ed ambientale, sceglie di basare la sua economia sul sistema energetico nucleare, con rifiuti 1000 volte più letali di quelli rilasciati dal carbone, dal petrolio o dal gas. L'unica differenza è che un paese che sceglie il nucleare al posto di energie rinnovabili e pulite (vento, sole, colza e capacità scientifiche non mancano certo) si condanna virtualmente alla morte certa. Altri paesi riescono a gestire l'impatto ambientale, ma immaginate cosa potrebbe accadere in un paese in cui i primi tecnici entrati a Chiaiano, dopo lotte e guerriglia urbana, già dichiarano la discarica non utilizzabile secondo i criteri dettati dall'Unione Europea. Una discarica voluta dallo Stato, ma inagibile ancora prima che venga attivata.


F.Q.

In arrivo nuovi leggi sull'editoria

Paolo Bonaiuti, vicepremier con delega all'editoria ha annunciato la preparazione di una legge quadro che sistemi definitivamente l'assetto editoriale italiano considerando anche la componente multimediale oggi esistente. Queste parole criptiche, date ai giornalisti nel corso di una conferenza stampa sembrano riferite ad una regolamentazione del far west selvaggio della libera opinione qual è la Rete Internet. Impossibile o quasi pensare alla fine dei finanziamenti statali per alcune grandi testate, il tutto equivarrebbe ad uccidere la stampa etratto da sviluppo.centrodiascolto.itditoriale italiana oppure (sorpresa) a trasferire testate storiche come l'Unità e altre tenuta in vita dai partiti esclusivamente sul web. Una soluzione fantascientifica per il nostro paese ma che darebbe un'accelerazione al processo di "trasloco" dalla carta riciclata ai byte presenti sul Web. Non resta che attendere la proposta di legge, sperando che essa non venga celata in un pacchetto di leggi da approvare in blocco evitando, di fatto, un dibattito parlamentare che decida il destino dell'editoria italiana. Resta ancora in sospeso la questione dell'FNSI (Federazione Nazionale Stampa Italiana) che non ha ancora rinnovato il contratto nazionale della categoria giornalistica e del quale sindacati e governo non hanno più parlato da almeno un anno e mezzo.


Francesco Quartararo

martedì 27 maggio 2008

Londra, what a city! Parte quarta


E poi la vedi: è lì nella sua maestosità…non sai bene se è grigia o è solo il colore del cielo che si riflette nel suo marmo.
La sua forma, quasi di tempio greco, ti anticipa che quello è un luogo sacro e che i “pellegrini”che vi si recano , avidi di bellezza o solo pieni di curiosità, non devono violare quel luogo con rumori troppo forti o trilli di telefonino.
Già, il telefonino: come il mio che trilla nella mia tasca annunciandomi ( secondo le regole, fin troppo forte) che Simona ci ha raggiunti.
Ma è solo un breve intermezzo in quella passeggiata che come abbiamo ironicamente detto ci sta facendo attraversare ben 5 secoli di storia dell’arte.
Un occhio veloce alla nostra guida: il tempo è tiranno ma io voglio vedere e osservare, sono avida di colori e di tele , di vedere da vicino i quadri che ho osservato solo sulla carta patinata dei libri di scuola.
Cominciamo a girare: per una visita appagante alla National Gallery bisogna puntare più sulla qualità che non sulla quantità.
Guardiamo i primi quadri e in quel turbinio di colori ci domandiamo se è normale trovare lì tutti quei tesori, da Antonello da Messina fino a Caravaggio.
Dopo avere visitato le prime cinque o sei sale la curiosità la fa da padrona e con il nostro accento molto-poco british chiediamo “sorry, where is the “Virgin of the Rocks”?”. Una signorina molto gentile ci rimanda al numero della sala.. ci avviciniamo sempre di più, passando per la Venere e Marte di Botticelli, il Battesimo di Cristo di Piero della Francesca, la sepoltura di Michelangelo, Bacco e Arianna di Tiziano.. e poi eccola lì: La Vergine delle rocce di Leonardo… guardarla da vicino fa quasi impressione.
In me affiorano echi della scuola superiore che hanno la voce della mia prof.ssa di storia dell’arte:
L'interpretazione ufficiale della "Vergine delle Rocce", è quella che identifica la figura di Gesù con quella del bambino posto in basso, nell'atto di benedire, e quella della figura del piccolo Giovanni Battista con il bimbo genuflesso abbracciato dalla Vergine. Ribaltando tale interpretazione, si potrebbe invece immaginare che la figura del Gesù possa essere quella posta in alto, accompagnata dall'amorevole gesto della Madonna, e che quella del bambino sottostante, benedicente, sia invece quella del Battista, quasi a volere prefigurare in questo gesto, l'atto futuro che il Battista avrebbe compiuto nei confronti del Cristo: il Battesimo. Quanta simbologia in questo gesto! Qui sembra che Leonardo, instancabile indagatore, sia voluto pervenire all'origine della scelta del Battista come Colui che un giorno avrebbe potuto compiere un atto talmente sacro, come quello di battezzare Gesù. Forse per questo ambienta tutto in una caverna, che ci ricorda l'origine dei tempi, e dunque l'origine della scelta. E forse è per questo che è presente, sullo fondo, l'elemento dell'acqua. Alla luce di questa possibile interpretazione osservando bene il dipinto “La Vergine delle Rocce”, la prima cosa a risaltare sarebbe il gesto affettuoso con il quale la Madre accosta il figlio al Battista mentre, con l'altra, si accinge a benedire il capo del Giovannino. È come se la Madonna si facesse da tramite, per trasferire la benedizione di Gesù al Battista, che ora a sua volta, può legittimamente osare di benedire il Bambino Gesù. Ma ecco che dal quadro emerge una figura, quella più adeguata a dare annunci, l'Angelo. L''Angelo si rivolge a noi spettatori, e ci indica quale è il figlio di Dio. Pare infatti volerci dire con il suo gesto: è Lui il Bambino divino.
E mi ritrovo inconsapevolmente a ringraziare la prof.ssa per quello che mi ha insegnato..
Proseguiamo per le sale e ci ritroviamo di fronte ai dipinti Cézanne, Vermeer, Velázquez, Degas, Monet, Rembrandt e Rubens.. quanta emozione nel vedere i quadri del padre del cubismo qui a non più di un metro dal mio viso.. Il pittore delle “ballerine” mi emoziona (forse anche per un motivo personale) e i quadri di Monet mi lasciano senza fiato, quasi in sospeso tra quelle pennellate di colore così approssimative ma così vere, autentiche.
Il puntinismo di Seurat mi cattura… Le dimensioni del suo quadro mi portano in quello stesso prati, accanto ai signori ben vestiti, ad osservare la scena e quella barchetta.
Renoir e le sue forme generose mi fanno sorridere ( sarà perché ho sempre pensato dopotutto di essere una delle sue “bagnanti” in carne -soprattutto quella- e ossa?).
Uno dei momenti topici è stato senz’altro trovarsi davanti ai miei amati “girasoli” di Van Gogh…è il primo vaso di girasoli che Van Gogh dipinse ad Arles, quando divideva casa con Paul Gaugin: quelle pennellate aggressive, che denotano tutta la follia e la lucidità del pittore olandese, mi catturano e per un paio di secondi mi rivolgo al giallo di questo quadro con curiosità: non è né troppo acceso ne è spento ma vibra di un intensità tutta sua e un po’ mi inquieta,
bene, è meglio andare avanti… osserviamo ancora qualche dipinto, nel frattempo un gentilissimo signore ci informa che lo zaino di Francesco è aperto e di controllare se manca qualcosa( e poi dicono che i londinesi sono sgarbati). Stiamo ancora cercando il Caravaggio: sappiamo che è in questa sala ma non sappiamo dove.. e poi qui la gaffe, che alla fin fine ci sta e ci fa ridere di gusto.
F: Quello è un Caravaggio?
C: No, non è lui..mi sa che è quello
F: Sbagliato.. è questo..
C: no, non vedi, è di un altro pittore..
F: questo non mi sembra proprio
C: nemmeno a me..
F: è lui!
La Cena in Emmaus di Caravaggio.. come abbiamo potuto confonderla!
Stavolta mi maledico e ringrazio che la prof. Di storia dell’arte all’Università mi abbia dato 30 e lode ma non legge i blog (per fortuna).
I due discepoli mostrano stupore, Cleofa si alza dalla sedia e mostra in primo piano il gomito piegato; Pietro vestito da pellegrino con la conchiglia sul petto, allarga le braccia con un gesto che mima simbolicamente la croce, e unisce la zona in ombra con quella dove cade la luce; anche il braccio di Cristo, proteso in avanti, dipinto in scorcio, da l'impressione di profondità spaziale; il quarto personaggio, l'oste, mostra uno stupore senza consapevolezza, non coglie il significato dell'episodio cui sta assistendo; il discepolo posto di spalle, infine, funge da espediente per coinvolgere più direttamente lo spettatore nella scena.Caravaggio da risalto al brano di natura morta sul tavolo, con i vari oggetti descritti con grande virtuosismo, unendo ancora una volta realismo e simbolismo in un linguaggio unico. La brocca di vetro e il bicchiere riflettono la luce, il pollo con le gambe stecchite è stato interpretato come simbolo della morte, l’uva bianca la resurrezione…Ma ciò che importa di più è che ci sentiamo letteralmente catturati dentro quel bellissimo dipinto, tridimensionalmente parte della scena.
Poi una voce interrompe questo momento di agape : uno degli addetti ci invita ad avviarci all’uscita perché la galleria chiude alle 18.
A malincuore lasciamo quel regno dorato alle nostre spalle, consapevoli che ci sarebbe voluto più tempo per assaporare a pieno ogni singolo colore, movimento del braccio di quelle figure fantastiche che popolano secoli e secoli di storia dell’arte.
Usciamo ed è il 26 Aprile 2008: fuori dalla galleria è una tipica giornata londinese, la gente si affolla sulla piazza e noi ci ritroviamo a pensare che i nostri piedi stanchi ( dopo ben 10 ore quasi ininterrotte di cammino) non potevano portarci in un posto migliore di Trafalgar, all’ombra della statua dell’impavido ammiraglio che portò la sua Inghilterra alla vittoria e alla gloria. Che però, traduntur, soffriva di mal di mare!


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