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venerdì 21 dicembre 2007

Il rock antimafia a Corleone


MTV Italia sbarca in uno dei luoghi più temuti d'Italia: la Corleone di Riina e Provenzano, il paese di Liggio e dell'ex sindaco di Palermo Ciancimino, nodo di collegamento tra l'ambiente politico e quello mafioso. A Palermo tutti sapevano chi era Ciancimino e a chi doveva la sua fortuna, ma nessuno osava dire niente, un pò come il suo degno erede di oggi, che per ovvie motivazioni non posso citare dato che l'indagine a suo carico è ancora in corso. Diversamente da come abbiamo visto in tv Corleone non ha una piazza enorme e dei muri a secco in mezzo alle trazziere, le strade sterrate di campagna. Gli abitanti non parlano nemmeno una specie di ibrido catanese-palermitano come nella fiction dell'anno, "Il capo dei capi" ma un siciliano stretto tipico dei paesi interni. Lo stupore, la sorpresa di chi fino all'ultimo non avrebbe mai pensato che Provenzano stava nelle campagne là vicino è autentica, il sindaco è necessariamente un sostenitore della legalità e non ha potuto che vedere di buon occhio l'iniziativa intrapresa da TRL di montare un palco dive far esibire i gruppi del momento in nome della lotta alla mafia. Una lotta azzoppata quando si toccano interessi troppo alti. Una piacevole eccezione ieri, quando il presidente della Despar Sicilia è stato arrestato con l'accusa di essere il cassiere di uno degli ultimi latitanti considerati influenti, Matteo Messina Denaro. Circa cinquant'anni fà, quando si riconobbe l'esistenza della mafia, qualcuno disse che senza l'interesse della politica la mafia sarebbe sparita. Ecco qual è il segreto della longevità della mafia: la sua capillare distribuzione e la capacità di concentrare grandi sacche di elettori verso un unico partito. Se andate a guardare il primo partito siciliano nell'arco degli ultimi cinquant'anni capirete veramente come si è evoluta la storia della mafia.


F.Q.

mercoledì 19 dicembre 2007

Moggi colpisce ancora

Trapelano alcune indiscrezioni sulle nuove intercettazioni di Moggi, a quanto pare mai del tutto uscito dal mondo del calcio. Ecco qui i verbali riguardanti l'inchiesta. Risultano pressioni sull'arbitro Nucini, reo di non aver ceduto al ricatto di Moggi e aver spifferato tutto all'Inter già nel 2003. Moratti ne parlò ad un ex dirigente indagato per le vicende dello spionaggio Telecom, Tavaroli, in grado di sapere in anticipo se quella di Moggi fosse stata una trappola o meno. Moggi voleva far sparire la sim card segreta che aveva affidato all'arbitro Nucini e per farlo era già pronto a prelevare la scheda telefonica fin dentro la camera d'albergo. Scorrendo i verbali si scopre che Moggi seguiva le mosse di mercato del Milan limitandosi a commentare le scelte del club rossonero, evitando di far cadere su di sé la responsabilità di una clamorosa esclusione del Milan dai preliminari di Champions League (ricordiamoci che grazie a quei preliminari il Milan ha potuto immortalare nella storia il suo 2007). Moggi rassicura anche il d.s. Foschi sulla possibilità che Briatore scelga di comprare il Palermo, interviene per far vendere il Livorno ed il Siena ad un altro presidente. Don Luciano parla anche di Carraro e delle pressioni di Petrucci per ridurre la sua condanna.
Francesco Quartararo

Corri ragazzo laggiù


Guai in vista per Michael Schumacher e Tuncer Yilmaz, il tassista protagonista della folle corsa verso l'areoporto di Coburgo. Il tassista rischia una condanna per aver infranto la legge sul trasporto dei passeggeri mentre Schumy una modesta multa per eccesso di velocità. Mentre la polizia stradale indaga quali infrazioni del codice della strada sono state commesse - ha fatto in 30 minuti un percorso che io faccio in 40 minuti, ha detto Yilmaz - il manager di Schumacher, Willi Weber invita al buon senso mentre l'Opel, casa costruttrice della monovolume incriminata ha invitato il tassista a seguire un corso di guida sportiva su una pista vicino Francoforte.


F.Q.

Allarme tsunami per le Hawaii

Alle ore 10,30 locali il centro meteo giapponese ha segnalato un rischio tsunami per lo stato delle Hawaii a causa di una scossa di 7,3 gradi della scala Richter segnalata al largo dell'Alaska. L'epicentro è stato segnalato nei pressi delle isole Aleutine, nel Pacifico settentrionale. Il servizio metereologico americano sta monitorando la situazione. L'allarme segue a breve distanza quello diramato pochi giorni fà a causa di un altro potente sisma in Giappone, che ha causato onde anomale di modeste dimensioni. Le autorità statunitensi invitano per ora gli abitanti ad abbandonare le zone costiere e aspettare ulteriori istruzioni.


F.Q.

venerdì 14 dicembre 2007

Qualcuno ti ha copiato il sito o il blog? Trovalo!

Il lavoro che uccide

Dopo i funerali di ieri a Torino un'altra fabbrica della ThyssenKrupp ha preso fuoco nei pressi di Terni, questa volta senza gravi conseguenze. Non sono passate nemmeno 24 ore dalla profonda commozione dei funerali di quei quattro operai carbonizzati in una giornata di lavoro come altre, tra forni ad altissima temperatura, turni massacranti sostenuti solo dalla volontà di garantire le condizioni di vita sufficienti per la propria famiglia. Tutti i loro colleghi sapevano che sarebbero potuti morire allo stesso modo. Ma non solo loro. In Italia il lavoro, quello che si trova facilmente, è a nero, senza coperture sanitarie, con un guadagno mensile preso a proprio rischio e pericolo. Basta pensare a tutti quei ragazzi, ex-immigrati ed irregolari che giornalmente lavorano nei cantieri edili, sotto le dipendenze di aziende prive di scrupoli. I metalmeccanici, i forestali, le forze dell'ordine e gli autotrasportatori rischiano in prima persona la loro vita per offrirci servizi, protezione e beni materiali. Gli impiegati interinali e con contratti irregolari più che la vita rischiano la salute, anche se a lungo andare è un pò come morire lentamente giorno per giorno. Una situazione paradossale che porta lavoratori con 25 anni di servizio a doversi trovare un lavoro in un mercato chiuso e pronto ad implodere su se stesso tra qualche anno. Il numero dei futuri pensionati non sarà sostenibile dalle nuove leve che dovranno occupare meno posti di lavoro rispetto al passato. Rischiamo seriamente di dover sostenere almeno una decina di milioni di pensionati con una forza-lavoro vicina alle otto milioni di unità. Una priorità sociale e politica da risolvere prima di qualsiasi legge elettorale, finanziaria, condono o invenzioni di partiti e coalizioni.
F.Q.

martedì 11 dicembre 2007

Corri ragazzo laggiù

La giornata procede bene, le corse in taxi ti hanno fruttato un buon gruzzoletto. Certo niente di speciale, ti ci vuole ancora un bel pò per permetterti di fare una vacanza estiva in Romagna. Chissà quante altre giornate grigie e clienti insopportabili e petulanti che si lamentano. La prossima corsa ti porta all'aeroporto di Coburgo. Ti ritrovi una famiglia piena di pacchi, con una fretta terribile per prendere il loro volo prima che parta. Mentre sistemi i pacchi e fai accomodare la signora, ti accorgi che il capofamiglia non è una persona qualunque: la leggenda vivente della Formula 1 Michael Schumacher. Che fare? La famiglia Schumacher deve arrivare in tempo, ti tremano le gambe a pensare chi porti in macchina. Il traffico è congestionato, la strada è lunga e non hai una Ferrari tra le mani. Come lo porti in tempo il sette volte campione del mondo di Formula 1 all'aeroporto? Ti sudano le mani mentre fai slalom tra le macchine, ma non rischi la pelle e la tua macchina, devi ancora lavorarci parecchio. Il tempo passa inesorabilmente, là dietro la famiglia Schumacher è in agitazione, quando ad un certo punto il signor Michael si gira verso di te e dice: "Mi scusi, potrei guidare io per arrivare in tempo?". Affidare la tua macchina ad un mostro sacro delle corse automobilistiche, rischiare l'osso del collo oppure rischiare di perdere l'occasione di fare un giro in macchina con Michael Schumacher? Nella frazione di un secondo le chiavi della tua monovolume sono già nelle mani di Schumi, il tempo di allacciare la cintura e renderti conto di aver infranto ogni tua convinzione sulla tenuta di strada e le capacità della tua monovolume che ti ritrovi all'aeroporto di Coburgo, con la famiglia Schumacher che ringrazia, ti paga la corsa e vola via. Ma chi ci crede se racconti una storia del genere? Chiedete a Tuncer Yilma, il fortunato taxista protagonista di questa storia.
Francesco Quartararo

Il dopo Putin affidato al capo della Gazprom

Dmitri Medvedev, presidente della Gazprom, il colosso dell'energia russa che rifornisce l'Europa, è il successore designato da Putin alle presidenziali per il Cremlino. Attuale vicepremier, amico di Putin da più di 17 anni, rappresenta l'anello di congiunzione tra la categoria dei ricchi miliardari e la strettissima cerchia di politici degni della fiducia di ben quattro partiti: Russia Unita - il partito di Putin -, Russia Giusta, il Partito Agrario e Forza Civile. Solo due di questi partiti sono attualmente in Parlamento e l'unico vero avversario alle presidenziali è Kasparov, nella speranza che riesca a fare una campagna elettorale stando lontano dalle carceri russe. Una successione a tutti gli effetti, calcolando il peso elettorale delle quattro compagini più che un'elezione si assisterà ad una ratifica di una decisione già concordata a monte. Ciò che stupisce è che la carenza democratica pare non dipendere dagli strumenti costituzionali, quanto dalla società russa incapace di sfruttare appieno una libertà mai avuta prima. Lo scenario che si prospetta da qui al 2012 (o il 2016, in caso di rielezione) è quello di un paese in grado di tutelare i propri privilegi economici derivanti dalla distribuzione del petrolio e del gas, una politica internazionale aggressiva che mira a stringere in un rapporto di dipendenza stretta tra l'Europa e la Russia. La possibilità di ricevere gas e petrolio dal Mar Nero tramite l'Iran e gli ex paesi sovietici sta per essere smantellata dalla tattica estera russa. I rifornimenti energetici per l'Europa proveniente dal Baltico e - eventualmente - dal polo nord saranno gestiti e cooptati da una Russia guidata da un petroliere. Un motivo in più per rilanciare una politica energetica che non ci costringa a dipendere mani e piedi dalla Repubblica russa targata Gazprom. Un problema in grado di determinare direttamente i costi della produzione industriale in Europa, uno strumento economico forte per piegare l'Unione Europea verso posizioni non facilmente conciliabili, in vista di un ulteriore allargamento ad est dell'area euro. Un altro fronte caldo riguarda l'area dei Balcani, in cui la Serbia è fortemente spinta dall'Italia all'ingresso nell'Unione Europea ed il Kosovo rischia di far deflagare una nuova guerra etnica. La richiesta di indipendenza del Kosovo dalla Serbia può riaccendere vecchi odi etnici che la Russia può trarre a suo vantaggio, facendo dell'area balcanica un nuovo e potenzialmente ricco mercato, scippandolo all'area dei paesi dell'Unione Europea. Un futuro ancora da definire, quello nel segno di Medvedev.
F.Q.

lunedì 10 dicembre 2007

Mp3 gratuiti

Se si tratta di una pagina veramente funzionante, questo sito è il degno erede di Napster. Su Technorati è segnalato come un sito in cui è possibile scaricare liberamente e gratuitamente mp3. La responsabilità per qualsiasi eventuale costo è a carico dell'utente e l'autore del blog non è responsabile di ciò che è presente in altri siti.
Macchia 1986

giovedì 6 dicembre 2007

Le Russie di Putin

Molti osservatori nazionali si sono affrettati nel ricordare come la vittoria elettorale del partito di Putin non sia stata salutata dal presidente Bush. Una consuetudine forse non rispettata, anche se le elezioni della settimana scorsa riguardavano il rinnovo della Duma e non direttamente le elezioni presidenziali. Molto più interessante l'osservazione lanciata dall'Ocse, secondo cui le norme democratiche convenzionalmente accettate dai paesi occidentali non sono state rispettate. Tutto questo dipende dall'attuale sistema politico russo, annaffiato dai soldi dei grandi miliardari legati alla produzione e alla distribuzione del gas e del petrolio, in grado di piegare la Russia verso un sistema di governo forte e autoritario. Il presidente Vladimir Putin ha dalla sua una conoscenza capillare del sistema di sicurezza degli interni, dovuta ai suoi trascorsi nel KGB, in grado di mantenere un certo grado di sicurezza sociale e stabilità politica. Nel mantenere tutto questo le principali vittime sono le voci indipendenti ed intransingenti dell'informazione, difficili da assoggettare ad un piano di visione comune e uniforme, oltre che gli oppositori politici più rumorosi. L'esclusione del partito di Kasparov e la sua incarcerazione non aiutano gli altri paesi a guardare la Russia con sicurezza. La partecipazione alle elezioni avrebbe dato la possibilità di quantificare il peso politico della compagine politica guidata da Kasparov e stabilirne una sua eventuale sconfitta basata su una scelta elettorale ben precisa. Ad oggi è impossibile affermare con sicurezza se Kasparov deve la sua fortuna politica alle sue doti di giocatore di scacchi o ai temi di cui parla. Per una Russia che pensa di essere ad un passo dal ritorno degli zar, con una classe politica piegata a tramutare in legge i bisogni dei grandi ricchi, vi è una Russia che qualche giorno prima delle elezioni temeva di non raggiungere il 40% dei voti, di non poter contare su una larga maggioranza in grado di guidare il paese. Dal sondaggio qui proposto, al momento gran parte dei visitatori guarda alla Russia come un paese in cui la democrazia può essere assicurata da un partito di maggioranza così forte. Una vittoria assicurata grazie allo spauracchio delle potenze straniere, invidiose della Russia e pronte ad indebolirla su ogni fronte. Sicuramente un grande merito di Putin è quello di aver rilanciato negli ultimi anni l'immagine della Russia come grande potenza mondiale, mostrando i muscoli nello stracciare i trattati di non proliferazione di missili nucleari, nella gestione della lotta al terrorismo e nell'influenza - vedi Georgia, Ungheria e Bielorussia - negli ex stati sovietici. L'unica Russia che manca all'appello è quella dei comuni cittadini, nostalgici della sobrietà dei costumi comunisti, allergici alle ostentazioni di opulenza dei nuovi miliardari e dei sorprusi della malavita organizzata, senza contare tutti quei russi costretti a vivere in città-fantasma, strettamente militarizzate o sottoposte a radiazioni superiori alla norma.
Francesco Quartararo

martedì 27 novembre 2007

La perla d'oriente che rischia di cadere nel fango

Una popolazione di circa 20 milioni di abitanti, una foresta di grattacieli in grado di far cambiare la mappa satellitare della città ogni sei mesi. Un treno a lievitazione magnetica in grado di viaggiare a 400 Km/h, una linea metropolitanea al di sotto del livello del fiume, cinque nuove reti con una portata di 1200 km cubi di gas naturale, una legge che regola le immatricolazioni per i veicoli stradali basandoli su un'asta virtuosa. Un sistema di comunicazioni fluviale in grado di far risalire navi porta container e petroliere che taglia in due una città che rischia di sprofondare su se stessa: Shanghai rischia di sprofondare nel suo terreno sottratto alle paludi. Un ritmo di circa 0,7 mm l'anno che in alcune zone raggiunge la cifra record di 2,56 metri, con vecchie palazzine affondate ed incastrate nel terreno. Un altro rischio deriva dall'avvicinamento del mare alle coste. Ecco perché nel giro di un decennio l'acqua del mare potrebbe ricoprire una città affondata dall'immenso peso del cemento armato che la costituisce. Per bloccare tutto questo un imponente rete di sensori e nervature artificiali è pronta per ricoprire la città e tenerla sotto controllo, mentre sulla costa un imponente sistema di dighe è pronto per evitare al mare di avanzare. Resta aperta la sfida per salvare Shanghai e tenerla letteralmente in piedi. Una sfida affidata alla migliore task force di geologi chiamati di gran corsa da Pechino, interessata più che mai a salvaguardare il forziere della Cina.

F.Q.

Guerriglia di marketing

Qualche tempo fà nella mia casella mail è arrivata un'allarme riguardante alcuni noti prodotti alimentari. Inutile e controproducente farne un elenco, basti sapere che i biscotti, i dolci e i latticini presenti sono presenti da anni nelle nostre tavole. Un allarme riguardante l'uso di coloranti e sostanze tossiche a lungo termine nella produzione di generi alimentari, in grado di far andare di traverso qualsiasi pasto. Ho impiegato qualche settimana nel dedicare un post alla vicenda, quando ieri sera è arrivata una spiegazione insperata: l'e-mail arrivata ed inoltrata a ciclo continuo ai contatti in rubrica fa parte di un'azione, mirata e studiata da alcuni professionisti della comunicazione pubblicitaria, di guerriglia di marketing. Ovvero se non puoi battere la concorrenza, dimostra che la concorrenza danneggia il consumatore ed avrai un vantaggio. Oltre a vere e prprpie agenzie di anti-pubblicità, ci sono interi siti internet dedicati alla guerriglia di marketing per motivi ideologici, contest per pubblicitari che remano contro o intendono svelare le tattiche più aggressive e subliminali. Purtroppo neanche la firma di Beppe Grillo basta per avere la certezza che le grandi multinazionali, legate alla produzione alimentare, possano avvelenarci. L'attenzione deve però sempre rimanere alta, perché mentre ognuno di noi pensa innanzitutto alla propria sopravvivenza, fisica, materiale e intellettuale, le grandi aziende, corporation, aziende assicurative e bancarie pensano solo al profitto, all'utile aziendale e allo stritolamento della concorrenza. Questi colossi del campo finanziario-assicurativo, così come le grandi multinazionali attive nei vari settori di produzione, prendono a prestito valori affettivi, legati al bisogno di sicurezza e stabilità, in cui in realtà non credono. Come convincere un risparmiatore a stipulare un'assicurazione sulla vita sapendo i veri costi dell'operazione? Basta non dirgli come vengono fatti girare su tutti i mercati internazionali i liquidi versati mensilmente. Il settore pubblicitario abbonda di sorrisi, immagini rassicuranti di personaggi, più o meno, noti e affidabili. Chissà quando scatterà l'operazione simpatia del Vampiro della Cassa di Credito o della Banca del Soldo Rubato. Non sarà una pubblicità rassicurante, ma almeno il pubblico apprezzerà l'operazione verità.
F.Q.

lunedì 19 novembre 2007

L'ultimo colpo di coda del Cavaliere

Quando i palazzi della politica tremavano per l'ondata di malcontento scatenata da Beppe Grillo, tutti si chiedevano: dove è finito? L'antipolitico per eccellenza, l'uomo che ha scatenato il processo degenerativo della politica italiana era avvolto in un assordante silenzio mediatico. Stava forse architettando qualcosa? Una soluzione estrema per legittimare il potere datogli dai sondaggi che lo ergono a presidente del consiglio in pectore? A ottobre la scoperta da parte dei suoi più acerrimi nemici: il passaggio di alcuni senatori eletti nell'Ulivo nella sezione esteri a Forza Italia. Al ritorno da una visita di cortesia a Putin la soffiata assume la consistenza di notizia, qualche senatore parla e dice di aver rifiutato la proposta. Sfogliando libri di giurisprudenza e di storia quell'operazione messa in atto da Berlusconi prende nomi molto sgradevoli: corruzione, voto di scambio, compravendita di voti. Berlusconi torna prepotentemente in campo annunciando - ma soprattutto facendo annunciare - giornalmente la spallata al governo Prodi. L'occasione si presenta al Senato ma la spallata non riesce, anzi la beffa è ancora più cocente perché ottenuta senza ricorrere al sotterfugio del voto di fiducia al governo. Dal suo schieramento i mugugni e le lamentele si alzano e si manifestano nel suo alleato più forte, AN. Si riconosce a Berlusconi un modo di fare troppo arrogante e ripetitivo, fatto più di spinte emotive che di serietà politica. Basti pensare come Cicchitto, rappresentante di Forza Italia al congresso di AN sia stato subbissato di fischi. Quest'ultimo atto del Cavaliere, da molti definito "a sorpresa", porta con sé molti più pericoli di quanti lo stesso Veltroni non dica: mentre la costruzione del Partito Democratico ha previsto mesi di discussioni nei vertici politici e nella base elettorale, portando a durissimi scontri, scelte sofferte, ma soprattutto piena consapevolezza e responsabilità delle proprie azioni, Berlusconi nel giro di una settimana sceglie di cambiare nome a Forza Italia trascinando i suoi elettori in una confusionaria sbornia di piazza che li autoconvince della dovuta eleggibilità a presidente del consiglio del loro campione. Nessuno dei suoi elettori e nemmeno Silvio si è accorto di aver perso una competizione democratica, ma quel che è peggio è che nessuno a Forza Italia sa perdere una competizione democratica. Una testimonianza della confusa azione di Berlusconi è il nuovo nome di Forza Italia, che dovrebbe diventare Partito delle Libertà o Popolo delle Libertà. Uno schieramento che nominalmente richiama il PPI inventato da Sturzo, ma che ricorda molto da vicino i partiti populisti del Sud america. Un'accozzaglia che di politico ha ben poco e strizza l'occhio all'idea del Grande Centro cercata dalla costellazione di partitini di centro, i liberisti, i vetero-fascisti abbagliati dall'idea di un condottiero di libertà in nome del popolo italiano, parte del pubblico abituale di Mediaset e quei socialisti di destra che esistono solo in Italia. Alcune dichiarazioni sembrano uscite da alcuni libri di barzellette degli anni '50: il mio partito lavorerà contro i parrucconi della politica. Una dichiarazione che a ben guardare, è in linea con la sua idea di partenza: Berlusconi non è un politico, non lo è mai stato, si è sempre presentato come un ricco dirigente che scende in campo per difendere gli interessi - suoi e - del suo paese. I suoi elettori lo ammirano e lo eleggono due volte Presidente del Consiglio perché in lui non vedono un politico, ma un dirigente interessato ai suoi dipendenti. L'idea di azienda si sparge a macchia d'olio nella pubblica istruzione - dove il preside è tutt'ora il dirigente scolastico - fino alla cosidetta "azienda Italia", dove non esiste lo Stato, esiste un'azienda di cui lui è il direttore e Scalfaro prima, Ciampi dopo, sono solo i presidenti nominali. Ciò che conta è tenere al sicuro l'azienda, cacciare gli indesiderati (gli immigrati) e zittire gli agitatori che bloccano i lavori (i magistrati rossi, i politici rossi, i manifestanti rossi, i giornalisti rossi ed i garanti delle comunicazioni rossi). In appena tredici anni è riuscito a farci credere nell'esistenza di una rete di comunisti in grado di bloccare e sabotare il paese. Una sorta di allucinazione collettiva che non ha riscontri fisici: il comunismo non esiste più, il socialismo massimalista è sparito ancora prima del muro di Berlino e gli attuali partiti che si definiscono comunisti sono gli eredi del PCI di Berlinguer, lontani anni luce da Togliatti o Filippo Turati. I no-global agli occhi del Cavaliere sono sovrapposti ai black block fatti volutamente entrare dalle frontiere italiane. In questo quadro la figura di Berlusconi e del suo partito mette ansia, non al governo Prodi o all'elettorato di sinistra, bensì all'integrità democratico dello Stato italiano.



Macchia 1986

mercoledì 14 novembre 2007

Una regola ad personam

Qualcuno si sarà chiesto qualche tempo fà come mai l'Ordine dei Giornalisti della Sicilia ha approvato una nuova regola, entrata a fara parte del codice deontologico della categoria, in cui l'appartenenza ai servizi segreti diventava un'attività incompatibile con la professione giornalistica. Niente più informatori garantiti, e gli 007 devono lavorare da soli nel costruirsi una rete di informatori ed informazioni. La necessità di questo provvedimento, apparso alla maggior parte un tardivo ed occasionale provvedimento chiarificatorio, scaturisce dal caso di Renato "Betulla" Farina. Il link vi porterà al blog che più di tutti si è occupato della vicenda
F.Q.

Il pericolo hacker più silenzioso e letale

La notizia non è proprio recente, ma è già stata trattata da Panorama, Paolo Attivissimo ed altri esperti del settore. L'evoluzione dei worm informatici porta a sistemi infettivi capaci di rimanere silenti fino a nuovo ordine. Non solo, ma sono in grado di sfruttare reti orizzontali di 40 computer per spostarsi ed evitare di essere cancellati. Il nome in codice è Storm Worm, e la sua potenza complessiva supera di gran lunga quella del più potente computer in possesso dell'IBM -per intenderci stiamo parlando del computer in grado di sconfiggere ripetutamente il campione del mondo di scacchi- e capace di sviluppare una rete Internet alternativa. Il codice sorgente di Storm Worm cambia ogni 30 minuti e si diffonde tramite le e-mail. Basta attivare i link che rimandano a YouTube ed il Worm è agganciato. Tramite Storm Worm si possono spedire e-mail con dati personali altrui senza accorgersi di niente. I conti bancari possono essere prosciugati o girati verso altri ed è possibile mascherare da indagini di mercato veri e propri dossier personali. Ma chi gestisce Storm Worm, ed in vista di che cosa? La domanda al momento non ha una risposta ma il rischio è concreto: pensate alle potenzialità di una rete alternativa, in grado di muovere capitali da un conto all'altro in assoluta tranquillità per qualsiasi tipo di azione informatica. Una rete alternativa potente, rapida e veloce con mezzi di difesa ed attacco. Come evitare tutto questo? Evitare di aprire e-mail che parlano di stragi, catastrofi naturali o che fanno leva sulla nostra curiosità e verificare prima che siti di informazione delegati a tutto questo ne parlino. L'e-mail si presenterà con un nome che è nella nostra rubrica, ma che il collega, l'amico o la fidanzata non ha mai inviato. Verificare prima di tutto e cancellare nel dubbio. Al momento la nostra difesa migliore è lo scetticismo
F.Q.

lunedì 12 novembre 2007

La notte buia del calcio

La grossa differenza rispetto alla tragica fine del derby tra Catania e Palermo è che dopo lo sgomento si sapeva che qualcosa andava fatto. Dopo la morte di Raciti si era capito che qualcosa sarebbe cambiato in positivo, non si poteva scendere più in basso. Ma da ieri le cose sono diverse. La morte di un'altra persona ad una stazione dell'autogrill, tifoso di una squadra di calcio ha acceso un incendio di violenza diffusa ed organizzata. Ricostruendo la vicenda nell'arco della giornata di ieri, le colpe di un tale disastro sono diffuse. La presunta rissa tra i due gruppetti di tifosi era già finita, le auto stavano per ripartire mentre dall'altro lato dell'autostrada due poliziotti esplodevano due colpi di pistola per fermare quello che ai loro occhi era l'assalto ad un portavalori lì vicino. La follia umana e la mala sorte hanno voluto che uno di quei proiettili attraversasse l'autostrada - senza beccare nessuno - e si fermasse all'altezza del collo di un dj romano colpevole di essere al posto sbagliato nel momento sbagliato. La ricostruzione ufficiale spiega così questa storia da far west, con molte incertezze e con parecchi punti al limite del fantascientifico. Tre ore di silenzio mediatico sulla vicenda portano alle orecchie dei tifosi laziali poche e confuse notizie, bastevoli per gettare nel caos la Federcalcio, il CONI, i canali che pagano i diritti televisivi per la messa in onda le partite e l'osservatorio del Viminale. Inter-Lazio rinviata, le altre partite posticipate di 1o'. Una scelta motivata da motivi di ordine pubblico. Ovvero per evitare di trasformare le tranquille famiglie allo stadio in un gruppo assatanato pronto a mettere a ferro e fuoco la città. Peccato che nessuno, al Viminale, in Federcalcio o al CONI abbia pensato che non rispettare la scomparsa di un tifoso poteva bastare per fermare per una giornata il campionato, mandando a casa gli ultras in lutto. La protesta ultras, almeno inizialmente, aveva una sua ragion d'essere: fermare la partita sarebbe stato un atto di civiltà. Per attuare questo principio di civiltà si è dovuto ricorrere agli strumenti persuasori degli ultras italiani: spranghe, tombini di ferro, fumogeni e bombe carta. La protesta unisce le tifoserie opposte di Bergamo e Brescia, Lazio e Roma. Ma la situazione è ormai sfuggita di mano e la protesta assume i contorni della rivolta organizzata. Il malumore serpeggiante dal derby di Catania, la rabbia accecante della notizia di un poliziotto che a distanza uccide a colpi di pistola un tifoso indifeso e lo sgomento nei confronti del governo sportivo, incapace di partorire decisioni serie e tempestive. Il Viminale rimane con gli occhi chiusi di fronte all'enorme rischio che si corre e vieta all'ultimo il posticipo Roma-Cagliari per il rischio di ritorsioni dei tifosi romanisti e laziali coalizzati nel punire con durezza il mondo sportivo, governativo e televisivo pronto a condannare sempre le azioni dei tifosi ma sordo e cieco di fronte ad una vicenda che ha coinvolto un tifoso. Il clima a Roma è bollente, a mente fredda un fatto di cronaca che ha i contorni della beffa del destino si ritrova ad investire un'altra situazione a cui è debolmente legata per questioni di fede calcistica. A Roma l'effetto domino è devastante: la furia manifestata nei confronti dei Rom, la rabbia per un delitto commesso da un poliziotto ai danni di un tifoso inerme e il diffuso malcontento per la Federcalcio ed il Governo portano ad un piano di guerriglia urbana degno di una squadra di vietcong. L'appuntamento tra ultras armati ed infuriati era dato nei pressi dello stadio Olimpico dove erano concentrate tutte le forze di polizia in assetto antisomossa. Si presentano poche decine di tifosi, facendo pensare ad un ritorno alla normalità. Scatta la trappola congeniata dagli ultras che assaltano la sede del CONI e devastano ben due caserme dei carabinieri, rimaste sguarnite e rivoltate come un calzino. Vengono i brividi pensando che tutto questo è stato messo in atto solo per fatti che riguardano da lontano il mondo del calcio. In altre parti del mondo certe cose accadono solo per i colpi di Stato o le rivoluzioni per liberarsi delle dittature. Da noi ci basta una domenica di sano sport per distruggere una città e le nostre speranze di normalità e tranquillità.
Francesco Quartararo

lunedì 5 novembre 2007

Un boss in meno, un latitante in più

Preso. Assieme al figlio in una villa vicino Montelepre, il capomafia di Brancaccio e Gaspare Puglisi è stato arrestato uno dei due eredi di Provenzano, Salvatore Lo Piccolo. Arrestati durante un summit nella villa sono stati trovati alcuni pizzini con ordini precisi per gli Inzerrillo, rientrati alla spicciolata dagli Stati Uniti. Scampato per tre volte all'arresto, secondo le indicazioni di Giovanni Brusca il boss di San Lorenzo era sempre in grado di sfruttare uscite secondarie e svignarsela. Da oggi non è più così. La sua carriera criminale inizia come autista del boss di San Lorenzo Riccobono, fiutata l'ascesa dei Corleonesi si è schierato con loro diventando l'ultimo vero padrino in libertà, leggermente più pericoloso di Matteo Messina Denaro. Dopo il vuoto di potere scaturito dalla cattura di Provenzano e vari corrieri dei pizzini, dall'anno scorso in Sicilia si sono presentati vari mafiosi costretti a nascondersi in America durante l'ascesa dei corleonesi ed una presenza inquietante, quella di James Joseph Burgler. Di per sé non è un mafioso di professione, ma risulta essere uno dei dieci uomini più pericolosi accanto all'inafferrabile Bin Laden. Burgler è stato fotografato e filmato a Taormina non più tardi di 9 mesi fà e può contare su una vasta rete di copertura all'interno delle organizzazioni criminali di mezzo mondo. Ma il collegamento tra la Sicilia mafiosa e gli Stati Uniti non finiscono qui. Di recente la mafia organizzata di Chicago ha subito un durissimo colpo e la necessità di preservarsi e riprodursi potrebbe portare ad una connessione sempre più stretta tra i due rami mafiosi. Secondo le rilevazioni del pentito Antonino Giuffré i boss americani sono personalmente addestrati nella gestione degli affari dai boss siciliani nell'area del trapanese, da sempre terra legata da una fortissima rete di connivenza dettata dalla massoneria locale. A confermare queste soffiate l'arresto gli scorsi mesi di un consigliere comunale accusato di aver offerto ospitalità ad un latitante nel trapanese. Lo stesso Giuffré ammette che le stragi di Capaci e di via D'Amelio furono fortemente volute in America e accordate da Riina per via della pesante intrusione di Falcone e di Rudolph Giuliani (ex sindaco di new York ai tempi dell'11 settembre) negli affari di mafia tra Stati Uniti e Sicilia. Adesso che il colpo assestato è tra i più pesanti rimane uno sforzo da compiere: prendere Matteo Messina Denaro, l'ultimo erede di Trapani che per la sua scalata a Cosa Nostra e la conquista del potere dei corleonesi deve chiedere una mano d'oltreoceano
Francesco Quartararo

mercoledì 31 ottobre 2007

Cristina Fernandez Kirchner, da first lady a presidente

Lei può dire di avercela fatta. Simile in molti aspetti ad Hillary Clinton, senatrice, first lady ed avvocato è riuscita a succedere al marito nella corsa alle presidenziali. Esponente del Fronte Nacional Para la Victoria, vicino all'ala sinistra del peronismo, è riuscita a battere tutti gli altri candidati mantenendo l'Argentina lungo l'asse di Venezuela, Cuba, Ecuador ed in generale quella parte del Sud America che cerca di staccarsi dai tentacoli mai avvizziti della dottrina Monroe americana. Non mancano le proteste per le presunte irregolarità, ma un distacco di ben 10 punti percentuali fa pensare ad una vittoria più netta di quella di Bush nel 2000 o di Prodi nel 2006. La famiglia Kirchner rimane all'interno della Casa Rosada, mentre la famiglia Clinton (e forse anche quella Putin) rimane alla finestra sperando che si ripeti quanto successo nell'Argentina ancora abbagliata dalla luce postuma di Evita Peron.
Francesco Quartararo

sabato 27 ottobre 2007

Gli incendi in California risolvono la crisi dei subprime

La crisi dei subprime in America, capace di investire i risparmi di molte famiglie americane, di travolgere i consumi e congelare la crescita può avere una soluzione inaspettata. Quella enorme macchia di fumo visibile dallo spazio che ha inghiottito la California libera ettari di terreno da enormi ville, piccole cittadine e libera nuovi terreni edificabili. Gli investimenti, favoriti dall'amministrazione Bush, daranno una boccata d'ossigeno al mondo dell'edilizia che ha messo alle strette tutte le agenzie di credito legate ai beni immobili. Una tragedia ambientale ed una disgrazia umana capace insomma di risolvere una delle grane più pericolose per gli USA ed i mercati internazionali. Una ricostruzione simile a quella di New Orleans, dove non mancheranno gli abusi edilizi e le "sviste dell'amministrazione" nell'assegnazione dei nuovissimi centri abitati ai vecchi abitanti. Un'occasione per far respirare le imprese edili californiane, favorite dall'urgenza di dare un tetto alle migliaia di sfollati, più o meno noti. Per una villa di stile coloniale spazzata via dalle fiamme si possono costruire una serie di tre mega-appartamenti o una villa con piscina olimpica e pista d'atterraggio per piccoli elicotteri. Una cittadina con 10.000 abitanti con case costruite negli anni '80 può essere ampliato per altre 5.000 unità con costruzioni anti-sismiche e finanziamenti statali. La contemporanea risistemazione dei vecchi abitanti e la possibilità di nuove abitazioni da piazzare nel mercato favoriscono la ripresa degli investimenti a lunga durata basati sui mutui a tasso fisso e variabile. Una boccata d'ossigeno finanziaria che ha l'odore acre e fuligginoso delle fiamme californiane.

Francesco Quartararo

venerdì 26 ottobre 2007

I Km rossi che separano Ducati e Ferrari









Due campioni in rosso, due miracolati dall'asfalto. Battezzati dalle due e quattro ruote, Casey Stoner e Kimi Raikkonen vengono da molto lontano, uno dal profondo sud, in Australia e l'altro dal freddo nord, in Finlandia. Carriere diverse, scelte simili: un destino segnato dalla Rossa. Se guidi una macchina la tua Rossa è una Ferrari, se stai in sella ad una moto la tua Rossa si chiama Ducati. Ti trovi comunque nella focosa Romagna, terra di passioni forti, piadine, lasagne, discoteche e ballo liscio. Persino la politica porta i colori rossi, da queste parti. Il brio e le bollicine le trovi pure nel vino che si usa per brindare alle vittorie di due scuderie gloriose, entrambe nate dalla genialità di italiani avventurosi, passionari ma attenti alla tecnologia ed al rapporto umano. Dietro questi due campioni, uno esploso quest'anno in grado di far impazzire anche il dott. Rossi e l'altro assolutamente spietato nel prendere un mondiale perso a giugno, stanno intere famiglie di meccanici, ingegneri, tecnici aerospaziali e compaesani che dedicano una vita alla loro scuderia e vivono con essa. La famiglia Ferrari gira per il mondo con due piloti, Raikkonen e Massa, che rischiano la vita nel portare a casa vittorie, gloria e soldi. La famiglia Ducati porta con sé Casey e Loris sulle piste di tutto il mondo vivendo a stretto contatto con loro, mettendoli in sella ad una belva scatenata che solo loro riescono a tramutare in vento. Strepitoso perché inatteso il trionfo Ferrari, derisa ed umiliata da Ron Dennis e dalle sue scorrettezze, i piloti frastornati dal giovane Hamilton pericoloso quanto l'indiavolato Alonso. Una vittoria costruita sulle lacrime, i nervi tesi e i denti stretti, pronti a raccogliere tutto ciò che si strappava all'avversario e presentando il conto delle malefatte di fronte alla giustizia sportiva. Sorvolando sul comportamento della FIA, Raikkonen ha dimostrato come il gioco di squadra, la costanza e la tenacia portano sempre risultati. In questo caso più che di risultato sembra quasi un miracolo non ancora spiegabile. A noi non servono spiegazioni, ci crediamo lo stesso. W la Ferrari! W la Ducati!



Macchia 1986

martedì 16 ottobre 2007

Il prossimo presidente di tutte le Russie? Lyudmila Putina

In un periodo storico in cui le relazioni tra gli USA e Russia tornano ad essere coperte da un certo gelo, con minacce reciproche sulla difesa missilistica, una scelta politica unisce i due paesi dello stretto di Bering. Vladimir Putin non può più candidarsi come presidente, almeno per questo mandato e come Boris Eltsin deve nominare un successore. Il successore ideale Vladimir pare averlo trovato proprio in casa sua. Secondo alcune fonti Lyudmila Putina, la moglie di Vladimir, sta per essere gettata nella mischia politica in attesa del ritorno diretto del marito. Le motivazioni appaiono più di una: Vladimir non può rischiare di abbandonare del tutto il Cremlino perché gli oligarchi a cui è legato potrebbero minacciare la sua incolumità fisica, è uno dei pochi a conoscere tutti i passaggi che hanno portato la Russia da Gorbaciov a Eltsin. La proposta è partita dalla città una volta nota come Stalingrado, seguendo un vecchio schema noto sin dai tempi dell'Unione Sovietica: anziché imporre le decisioni direttamente dall'alto, alcune proposte importanti venivano fatte partire dai soviet ed "accettati" dai dirigenti del partito. L'immagine personale di Lyudmila è cambiata nel corso degli anni, da tranquilla moglie e casalinga ad un look da manager rampante, pronta a rappresentare la Russia nel mondo. Il 3 giugno 2007 Putin ha dichiarato che la durata ideale del mandato presidenziale dovrebbe passare da quattro a circa sette anni. Questa modifica costituzionale non può essere affrontata in un periodo così breve (le votazioni cominciano il 2 dicembre per il rinnovo del governo, a marzo per le presidenziali), ma può essere approvata durante il mandato presidenziale di Lyudmila Putina. Il 14 giugno scorso Igor Shuvalov, molto vicino a Putin ha dichiarato: "Non ho dubbi sul fatto che Putin nominerà Lyudmila. Molti sono convinti che il successore uscirà tra Ivanov e Medvedev, ma il mio presidente uscirà con un'altra sorpresa". Al momento non si hanno altri indizi su altri successori ma se abbiamo imparato qualcosa in questi anni, è che nulla è scontato nella Russia di oggi.

F.Q.

venerdì 12 ottobre 2007

Fabrizio Quattrocchi ed il Parlamento Mondiale per la Sicurezza e la Pace

Palermo - Una strana parabola unisce una vicenda di cronaca internazionale di un nostro concittadino morto in Iraq e questa strabiliante ong, sempre più reale e ramificata. Il percorso è lungo, si passa da una nota e ricca agenzia di sicurezza, sponsorizzata in mezzo mondo e con addestratori reclutati tra i migliori al mondo. Oltre al sito ufficiale il web offre la possibilità di seguire corsi guidati da ex generali o militari dei migliori eserciti al mondo, da quello inglese passando per l'esercito israeliano e l'apprendimento della lotta corpo a corpo delle forze armate russe. Qualche tempo fà trovai un sito che certificava un convegno tenutosi a Palermo tra il Parlamento Internazionale per la Sicurezza e la Pace e l'IBSSA, ma andando sul sito ufficiale della compagnia di bodyguard internazionale (basta cliccare sul titolo di questo post) troverete come l'associazione palermitana è tra i primi affiliati. Ma che c'entra Fabrizio Quattrocchi? C'entra eccome. La stampa italiana se ne è occupata poco, gli unici tentativi di approfondimento riguardano pochi casi isolati come "La Voce" e un'inchiesta della tv svizzera RTSI. Pare proprio che Quattrocchi fosse un dipendente della IBSA, una società satellite della IBSSA che faceva capo a Roberto Gobbi e Spartaco Bertoletti, con sede a Budapest e centro operativo in Israele. Secondo Bertoletti, Quattrocchi era partito per l'Iraq in seguito ad una richiesta accettata da un mercenario genovese per l'addestramento di personale a difesa degli oleodotti, rimanendo invischiato nella vicenda che sappiamo. Come legare tutto questo all'ong di Viktor Busà? Come da me scritto in un precedente post il 30 agosto il regolamento del Parlamento Internazionale prevede la presenza in ogni paese del mondo in cui vada garantita la pace e la sicurezza. Il codice penale prevede l'intervento in stati macchiatisi di gravi crimini contro l'umanità. Cosa meglio di una forte affiliazione con un'associazione internazionale di bodyguards e servizi di sicurezza per avere uomini addestrati pronti ad operare? E soprattutto passaporti validi ovunque con immunità garantita e placca identificativa valida in tutti i paesi del mondo? Una vecchia questione con un piccolo giornale online dimostra quanto la faccenda dei passaporti sia alquanto delicata: nel 2002 Biagio Paternostro si è a lungo prodigato per un articolo riguardante la presunta vendita di passaporti falsi da parte di questa organizzazione non governativa. Il lungo carteggio per la rettifica di informazioni false, come previsto dalla legge italiana in caso di possibili diffamazioni a mezzo stampa ha creato non pochi grattacapi alla redazione online. La curiosità di questo carteggio sta nel morboso accanimento del portavoce del Parlamento Internazionale contro la redazione del giornale. Pubblico uno stralcio dell'intero carteggio, visualizzabile dal link:



Es. Prof. Paternostro, onde soddisfare la vostra-sua richiesta, ci invii quanto richiestole reletivamente ai signori in cc. che non conosciamo e neppure i motivi non chiari ed ufficiali per cui sono presenti dall'inizio nel carteggio tra lei e noi.
E, come da noi fatto regolarmente e secondo regole documentali, voglia cortesemente rispondere in testa al post inviatole precedentemente e completo evitando ripetizioni di stemmi ed intestazioni che lo allungano ed appesantiscono di molto.


Una storia che ha bisogno di altri tasselli per capire se si tratta di una mega-truffa costruita ad arte da mitomani che inzozzano Internet o se ci troviamo di fronte un arazzo ben più complesso di quanto potevamo immaginare.


F.Q.

lunedì 8 ottobre 2007

I rischi dell'uomo che vuole assomigliare ad un dio

La creazione di un organismo vivente in laboratorio, non copiato ma che vede la luce grazie alle capacità tecnologiche dell'uomo necessariamente ci porta a fare delle speculazioni che chiamano in causa la fantascienza ma potrebbero rivelarsi più reali di quanto pensiamo. L'uso di cellule staminali in quantità massiccia, distribuite tramite processo industriale permetterebbe il continuo rinnovo dei tessuti lacerati in seguito ad incidenti, tumori o malattie degenerative ma anche la ricostituzione delle cellule di ogni parte del nostro corpo, dal cervello fino all'epidermide. In questo modo il sogno millenario dell'immortalità e dell'eterna giovinezza avrà una base scientifica concreta e riproducibile in serie. La mortalità umana dipenderà solo dalla potenza delle armi usate nelle guerre del futuro, armi in grado di spezzare questo perfezionamento biologico. Inoltre non è detto che automaticamente questo elisir bioteconologico di eterna giovinezza sia disponibile per tutti. Le industrie farmaceutiche potrebbero acquisire sui governi un potere ben più concreto dei grandi gruppi economici finanziari: mentre le banche possiedono i beni in grado di fare girare qualsiasi economia, il potere di distribuire bio-tecnologia in grado di produrre energia, cibo, aria pulita ed aria tossica oltre alla disponibilità di esseri biogeneticamente modificati per il combattimento potrebbe ribaltare i rapporti di forza che regoleranno le società del futuro. L'esplosione demografica conseguente renderà necessaria la colonizzazione di tutti quei corpi celesti adatti ad ospitare la vita. Uno scenario possibile potrebbe portare Marte a diventare un pianeta simile alla Terra grazie all'impianto di micro-organismi in grado di sintetizzare l'anidiride e trasformarla in ossigeno, preparando il pianeta rosso ad ospitare forme di vita complesse. Incredibile come questo singolo batterio, il Mycoplasma laboratorium, porti con sé questa grande forza rivoluzionaria. Persino le religioni non avrebbero più le basi per poter operare nel mondo e guidare i propri credenti. Il concetto di divinità tornerebbe ad essere quello della Grecia classica, dove gli immortali si incrociavano di tanto in tanto con creature mortali ed avevano tutti le stesse pulsioni che ricordavano gli uomini. Un'umanità divinizzata non ha più nessun freno morale per le sue azioni, anzi definisce e regola da sola la propria moralità ed i propri dogmi. Una parte di questo percorso è già stata intrapresa, ma non ci è dato sapere dove ci porterà.
Macchia 1986

Un batterio il primo essere vivente creato dalla genetica

Craig Venter, lo scienziato che ha cambiato la genetica negli ultimi anni è riuscito con la sua équipe a creare la prima forma di vita interamente artificiale partendo da un organismo presente in natura. Nel dettaglio il lavoro degli scienziati si è incentrato sullo studio del DNA del Mycoplasma genitalium da cui sono stati prelevati sequenze essenziali. Il cromosoma creato, agganciato ad altre basi di DNA, possiede caratteristiche nuove adattabili agli scopi più disparati. In questo modo sarà possibile riprogrammare batteri ed altre forme di vita microscopiche per creare dei bio-operatori ecologici, in grado di eliminare gli effetti negativi dell'inquinamento causato dall'uomo. Altri impieghi riguarderebbero l'industria farmaceutica, in grado di avere a disposizione laboratori di sintesi gestiti da batteri "intelligenti". Ma le grandi scoperte scientifiche sono sempre accompagnate da un altro risvolto: altre ricerche effettuate da George Church e Xiaolian Gao dimostrano come per ottenere un batterio sintetico basti "appena" una molecola di DNA formata da 21 geni e 14.500 basi. Un organismo simile può essere piegato a fini distruttivi, sia come mezzo per il bioterrorismo, sia per nuovi missili tecnologicamente avanzati. Nonostante i molteplici impeghi di una vita artificiale è interessante pensare al livello raggiunto dalla biotecnologia. Per la prima volta nella storia la natura ha un concorrente nella creazione della vita, non conosce ancora come plasmare forme di vita complesse. Viene il dubbio che neanche la natura si sia resa conto di come una sua creatura possa diventare a sua volta creatore.


F.Q.

sabato 29 settembre 2007

Non dimentichiamoci del Myanmar

Nota: questo è un nuovo tipo di protesta on-line che usa i blog per diffondere una petizione a livello globale. Per partecipare, aggiungi il tuo blog seguendo le istruzioni che troverai in questo post.Questa non è una questione di partiti politici, questo è un problema di diritti umani basilari e democrazia.Per piacere aiutate a prevenire una tragedia nella Birmania/Myanmar aggiungendo il vostro blog e chiedendo ad altri di fare lo stesso. Facendo circolare questo meme attraverso la blogosfera probabilmente potremmo portare più sensibilità sul problema ed evitare una seria tragedia. Come cittadini del mondo, questo è qualcosa che i blogger possono fare per aiutare.Come partecipare.1. Copiare questo intero post nel tuo blog, compreso questo numero: 1081081081234;2. Dopo alcuni giorni puoi cercare con Google il numero 1081081081234 per trovare tutti i blog che partecipano a questa protesta e petizione.Nota: Google indicizza i blog a differenti livelli, per cui è possibile che ci voglia più tempo perché il tuo blog appaia tra i risultati. Indipendentemente dalla traduzione il numero rimane identico e perciò valido.La situazione nella Birmania/Myanmar e perché ci riguarda tutti.Non c’è libertà di stampa nella Birmania/Myanmar e il governo ha incominciato a bloccare Internet e altri mezzi di comunicazione, per cui è difficile ottenere le notizie dall’esterno. Singole persone sul campo stanno mandando i loro comunicati alla BBC e sono sconcertanti. Vi incoraggio a leggere questi resoconti per vedere da voi quello che sta succedendo nella Birmania/Myanmar (in inglese). Qui, invece, le notizie raccolte da Google in italiano sulla Birmania.La situazione nella Birmania/Myanmar è sempre più pericolosa. Centinaia di migliaia di protestanti pacifici e disarmati, compresi monaci e monache, stanno rischiando le loro vite marciando per la democrazia contro una dittatura impopolare, ma ben armata che non si fermerà pur di continuare il suo dominio repressivo. Mentre i generali al potere e le loro famiglie sono letteralmente grondanti di oro e diamanti, la popolazione della Birmania/Myanmar è impoverita, privata dei diritti umani basilari, tagliata fuori dal resto del mondo e sempre più sotto la minaccia della violenza.Questa settimana la popolazione della Birmania/Myanmar si è sollevata collettivamente nella più grande dimostrazione pubblica contro la dittatura militare dominante da decenni. È una dimostrazione di coraggio, decoro e democrazia attiva sorprendente. Ma nonostante queste proteste siano pacifiche, i despoti militari stanno incominciando a reprimerle con la violenza. Ci sono già state almeno alcune morti confermate, e centinaia di feriti gravi causati dagli scontri tra soldati e cittadini disarmati.In numero attuale di vittime e feriti è probabilmente di gran lunga peggiore, ma le uniche notizie che abbiamo vengono da singole persone che riescono a far passare i loro resoconti attraverso il cordone imposto dalle autorità. Sfortunatamente sembra che presto potrà esserci un bagno di sangue su larga scala, e le vittime saranno per lo più donne, bambini, gli anziani e i monaci e monache disarmate.Contrariamente a quello che i governi birmano, cinese e russo hanno affermato, questo non è solo un problema di politica interna, è un problema di importanza globale e colpisce la comunità globale. Come cittadini interessati non possiamo permettere che qualunque governo, in nessun luogo al mondo, usi la sua forza militare per attaccare e uccidere cittadini disarmati che stanno dimostrando pacificamente.In questi tempi moderni, la violenza contro civili disarmati non è accettabile e se è permesso che accada, senza serie conseguenze per i suoi perpetratori, questo crea un precedente perché succeda ancora da qualche altra parte. Se vogliamo un mondo pacifico, spetta ad ognuno di noi opporre resistenza personalmente contro questi problemi fondamentali, dovunque essi si presentino.Per piacere unitevi a me nel chiedere al governo birmano di negoziare pacificamente con i suoi cittadini, e alla Cina di intervenire per prevenire ulteriore violenza. E per piacere, aiutate a sollevare l’attenzione degli sviluppi della Birmania/Myanmar così che sia possibile evitare un disastro umano su larga scala.Grazie.

venerdì 28 settembre 2007

Le mezze promesse di New York

Quanta foga e preoccupazione per le armi di distruzione di massa in Iraq, gli USA non potevano attendere il nulla osta del Consiglio di Sicurezza dell'ONU, dovevano spazzare via la minaccia. Peccato siano caduti in una trappola. Uno dei pochi infiltrati all'interno di Al Qaeda ha dichiarato che l'Iraq fu scelto da Bin Laden in persona quale luogo di scontro diretto contro i diavoli occidentali. La scelta dell'Iraq cadde sul paese considerato "debole" e facile da destabilizzare. La prossima minaccia si chiama Iran, paese retto secondo i quotidiani americani dal "diavolo in persona". Un paese poco moderato come l'Iran secondo la tesi diffusa da Washington non può usare l'energia nucleare. Un ulteriore schiaffo di cui si parla poco da parte di Teheran consisterebbe nell'usare l'euro nelle transazioni petrolifere, mossa che grava sui bilanci USA al maggiore aumento del cambio sull'euro. Ora che nell'ex Birmania un intero popolo protesta e rischia la propria vita contro la dittatura militare armato di tutto punto, l'ONU si blocca e gli USA tacciono. I difensori delle democrazie contro i regimi si nascondono, parlano di altro, impongono ai media le loro priorità spostando l'attenzione. La religione ebraica, cristiana ed islamica, di fatto, non vietano l'uso delle armi per difendere se stessi o altri. La ricchezza della Birmania non è materiale, non possiede giacimenti di petrolio, al massimo qualche piantagione di oppio ma quello è un business di cui i governi occidentali non possono più servirsi. Nelle poche immagini provenienti dalla Birmania immaginate di piazzare tra i manifestanti ed i monaci buddisti le camionette dei caschi blu: l'esercito birmano sparerebbe ancora a vista? Sarebbero messi in campo elicotteri, carri armati contro un popolo inerme? La nostra civiltà occidentale passa anche da queste scelte, coraggiose e necessarie per non far cadere nel vuoto l'idea di democrazia e pace tra i popoli
La Macchia 1986

La storia dimenticata del Mnyamar

La storia recente di questo antico paese, noto ai più come Birmania, è molto antica ed affonda nella notte dei tempi. Una civiltà antica, basata sui principi del buddismo e della non violenza. Principi già traditi nel 1962 quando il dittatore Ne Win, dopo un colpo di stato, uccise cento studenti dopo una rivolta pacifica contro il regime di stampo socialista, chiuso in sé stesso e sostenuto dalla Cina. Negli anni '80 le favorevoli condizioni economiche avevano fatto allentare le restrinzioni economiche, favorendo una leggera apertura nei confronti dei paesi esteri. Il dittatore si dimise a sopresa e gli studenti tornarono in piazza a protestare nella cosidetta "rivolta 8888". La repressione fu ancora più dura, gli scontri causarono la morte di migliaia di civili. La dittatura socialista fu ricacciata nei territori cinesi e sostituita da un'altra dittatura militare. Nel 1989 il governo militare cambiò il nome del paese da Birmania a Mnyamar e le elezioni del 1990, vinte dall'opposizione democratica guidata dal premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi, furono di fatto annullate e i leader politici dell'opposizione tenuti sotto stretto controllo agli arresti domiciliari. La dittatura militare ha cercato negli anni accordi con le varie etnie militarizzate presenti nel paese, ma solo con Khun Sha, signore dell'oppio locale gli USA hanno costretto le autorità birmane a cercare un accordo. Durante l'ultimo decennio la dittatura militare ha fatto di tutto per spostare la capitale da Rangoon ad una nuova città chiamata Naypyidaw, traducibile nella nostra lingua "Città dei re" o "Sede dei re". La decisione di spostare la capitale pare sia stato motivato dal governo locale per questioni di sicurezza. Anzi, a ben vedere, le paure del governo birmano si sono materializzate quando centinaia di migliaia di monaci buddisti e cittadini si sono mobilitati. Anche in questo caso la storia si ripete, persino la Rete è stata tagliata fuori, mentre chi cerca di documentare ciò che succede viene ucciso e braccato.
Francesco Quartararo

lunedì 24 settembre 2007

La scommessa italiana dopo il V-day

La proposta di legge approvata da circa 500.000 cittadini italiani e mandata in Parlamento per iniziativa di un comico potrebbe essere l'inizio di un film con Robin Williams che si candida come presidente degli Stati Uniti. Invece diventa l'occasione per agitare nuovi fantasmi con vecchie idee: le più grandi firme del giornalismo italiano, da Eugenio Scalfari, Paolo Miele, Gianni Riotta a Giampaolo Pansa, tutte persone entrate come modello nelle scuole di giornalismo di oggi hanno visto in Grillo un agitatore di vecchio stampo, pronto ad approfittare della situazione politica odierna per aprire la strada ad una forma di dittatura. Come dargli torto? La continua incitazione da anni'20, la volontà di abbattere un'intera classe politica, inetta, corrotta e maledettamente attaccata alle poltrone. Addirittura Pansa teme che in questo clima si passi dalle minacce, alle parole di fuoco fino alle pallottole. Insomma chi non accetta il sistema politico attuale è tagliato fuori, finito, impallinato dai media e da un circolo denigratorio che si autoalimenta. Da dove vengono le riflessioni di Beppe Grillo? Un piccolo esempio può essere dato da un episodio recente: Napolitano ammonisce i politici di apparire meno in tv e lavorare in Parlamento. Berlusconi dichiara di essere d'accordo perché lui non ha mai abusato del mezzo televisivo. La mia prima sensazione è stata quella di essere preso in giro, o peggio di pensare che gli elettori siano profondamente stupidi. Veltroni agita le speranze della sinistra in un perfetto discorso a Torino con cui si candida alle primarie del Partito Democratico. Rileggendo vedi il programma del centro-sinistra prima delle elezioni, stracciato e maciullato nell'approvazione della finanziaria per una compra-vendita di voti. Qui siamo passati allo sconforto. La rabbia arriva quando senti che un giovane assessore di Alleanza Nazionale è stato buttato fuori dal partito perché si è rifiutato di concedere un appalto ad un colpevole di strage colposa. Ecco perché Grillo ha un seguito trasversale a qualsiasi colore politico, ecco perché è necessario rendersi conto che per la prima volta dopo anni siamo di fronte ad un bivio. Tangentopoli è stata una grande illusione, tutto è cambiato per rimanere com'era. La magistratura è stata delegittimata da anni di berlusconismo. Grazie a questo modo di fare politica gli unici guardiani della politica tornano ad essere gli elettori, chiamati a controllare i consigli comunali, provinciali, regionali ed il Parlamento. Ma Giovanni Sartori ci invita a guardare meglio: nel '68 pochi studenti scatenarono un terremoto nella società che cambiò non solo i costumi, ma anche le leggi democratiche del paese, adattandole ai tempi e scuotendo la classe politica che fu costretta ad adattarsi. La mia generazione è paralizzata dalla certezza che nulla può cambiare e chi tenta qualcosa è solo un aspirante politico che vuole visibilità. Adesso siamo di fronte ad una scommessa importante: mettiamo in gioco tutto se vogliamo cambiare qualcosa. I partiti di oggi sono fermi ad idee nate 200 anni fà: il liberismo, il socialismo, i cattolici in politica e le loro derivazioni, dal comunismo alla commistione centro-destra e centro-sinistra non sono più in grado di operare in una società più evoluta delle vecchie divisioni partitiche. Un partito al passo con i tempi deve saper unire la vitalità delle associazioni cittadine con uno sguardo d'insieme ai problemi globali relativi al clima, ai mezzi di produzione e di distribuzione di energia e capitali, avere il coraggio di scelte impopolari e a lungo termine purché vengano spiegate ai cittadini. La politica ha ancora un ruolo nella società, ma occorre un dialogo diretto e continuo tra chi domanda efficienza e trasparenza e chi chiede fiducia per governare. La scommessa è aperta, tocca a noi fare la puntata giusta
Macchia 1986

Beppe Grillo batte Repubblica

Analizzando i contatti medi giornalieri di Repubblica.it e del blog di Beppe Grillo, vediamo che in Italia per la prima volta un blogger riesce ad attrarre più persone di un autorevole sito d'informazione ufficiale:

Un risultato eccezionale che spiega in parte come il fenomeno Grillo stia diventando un'occasione per ridiscutere temi sociali e politici nell'Italia di oggi
F.Q.

venerdì 21 settembre 2007

Rapporto completo ed originale del processo alla Mclaren

Clamoroso autogol della Federazione Internazionale dell'Auto che pubblica in rete i suoi dossier sulla spy-story Mclaren e Ferrari. A quanto pare l'errore è stato commesso da uno dei funzionari che ha mandato in linea una copia non protetta dell'intera udienza. Così come nel caso Calipari e nella vicenda delle armi di distruzione di massa in Iraq, agli utenti più esperti è bastata una banale operazione di taglia e incolla per pubblicare pagine intere di argomenti riservati o falsificati. All'interno del dossier sono presenti alcuni dettagli della turbolenta riunione, in particolare tra Max Mosley e Ron Dennis, reo di aver mentito spudoratamente di fronte al tribunale FIA nell'udienza di giugno e costretto dalle e-mails di Alonso e De La Rosa a dire la verità.
F.Q.

mercoledì 19 settembre 2007

L'associazione in cui sono cresciuti Bush e Kerry

Ha fatto il giro del mondo l'aggressione subita da un giovane studente in giornalismo che ha tartassato l'ex candidato alle presidenziali John Kerry di domande sul suo operato politico. Nonostante l'incalzante mole di questioni poste, Kerry non ha risposto riguardo la sua appartenenza ad un'associazione di cui fa parte anche George W. Bush, suo sfidante alle presidenziali del 2004. Ciò che preoccupa è che le forze dell'ordine presenti in sala hanno brutalmente allontanato lo studente usando una pistola elettrica senza che lui si fosse reso pericoloso per la sicurezza dell'illustre ospite. In effetti l'appartenenza di John Kerry e George W. Bush alla Skull&Bones
è gia nota da tempo. In un articolo di Repubblica risalente all'estate del 2003, in piena campagna elettorale americana, un inviato si era occupato di questa strana analogia che accomunava i due opposti pretendenti alla Casa Bianca. Divisi sul tema della politica fiscale, sulla sfida ecologica, sulla questione irakena, sui diritti degli omosessuali, la manutenzione della legge sull'aborto e l'insegnamento delle teorie darwiniane, Bush e Kerry pare si frequentassero da lungo tempo all'interno di questa associazione "elitaria". La domanda posta da questo studente risulta essere quindi non solo legittima, ma anche motivata da alcune ricerche fatte prima di lui da altri giornalisti accreditati. Rimane da chiederci solo se Kerry sarebbe stato un presidente migliore di Bush o avremmo rimpianto il presidente texano.
Francesco Quartararo

Finita la riconta dei voti al Senato

Dopo più di un anno si è chiuso il riconteggio dei voti al Senato ottenuti dal governo Prodi, contestati dall'opposizione in più occasioni. Secondo i responsabili, i discostamenti di voto osservati rispetto al dato pervenuto al Ministero degli Interni durante la convulsa nottata dell'11 aprile 2006 risultano essere "fisiologici e di poco conto". Pare si sia chiusa anche la questione delle schede truccate ricevute dall'estero, in particolare dall'Australia, dove un video dimostrava la presunta falsificazione di voti a favore dell'Ulivo. Secco il commento della Lega che tramite Maroni afferma <<>>.

martedì 11 settembre 2007

L'11 settembre visto, raccontato e spiegato da chi cerca di capire

In questa giornata lunga e piena di ricordi, domande e dubbi intendo porre a qualcuno due prove di come la questione riguardante l'11 settembre del 2001 è lontana dall'essere spiegata del tutto. La dinamica, la rete di complicità che ha permesso tutto questo è troppo intricata per essere spiegata del tutto. Affido questo compito a due video, più esauriente di qualsiasi parola a riguardo:
Servizio anticospirazionista di un blogger

giovedì 30 agosto 2007

Il Parlamento Mondiale per la Sicurezza e la Pace



Palermo- Sembra quasi una leggenda della rete, un pò come la storia di John Titor, l'uomo venuto dal futuro. Parecchi blog descrivono questa associazione come una delle propaggini più reali del cosidetto "Nuovo Ordine Mondiale", altri si lanciano in considerazioni ancora più paranoiche ed improbabili. Sembra quasi che si tratti di un'invenzione. Ma la realtà è diversa. Consultando una serie di documenti reperibili sia in rete che al Tribunale di Palermo, scopri che la sede di questa organizzazione non governativa ha una sua sede fissa da più di 25 anni ed annovera attualmente tra i suoi membri il presidente Hugo Chavez e il mons. Viktor Busà, arcivescovo ortodosso russo che ne è presidente a vita. L'organizzazione è molto complessa ed articolata, divisa in sezioni che a loro volta sono contenute in un Parlamento vero e proprio, un Ufficio di Presidenza ed un Consiglio supremo di Giustizia. Il documento in alto a sinistra è uno degli atti più recenti dell'organizzazione, visibile su http://www.wonm.org/ e porta la data del 28 dicembre 2005. Altri documenti dimostrano che tutti i più importanti capi di stato non solo conoscono, ma nel corso degli anni hanno lavorato attivamente per questa organizzazione. Sfogliando le varie attività realizzate negli anni ci si rende conto come l'IPSP sia stata presente in numerose iniziative diplomatiche, soprattutto nei paesi africani. I membri più importanti di questa organizzazione sono quasi tutti ex presidenti di paesi sudamericani o africani, mentre tra gli italiani spicca il presidente della Sezione penale sui Diritti Umani e delle Genti, Carlo Morganti ed il Procuratore Generale della Corte Suprema di Giustizia, Bruno Amoroso. Tutti gli stati del mondo fanno parte di diritto di questa "Nuova Società delle Nazioni", come si definiscono in alcuni casi e come tali devono rispettare il seguente codice penale, estratto dal sito ufficiale:


CAPO I - LE FONTI Art. l - II Parlamento Mondiale per la Sicurezza e la Pace formula il Codice Penale Universale per la difesa dell'Uomo e dell'Umanitità (da valere nei confronti di tutti gli Stati aderenti o non al Parlamento Mondiale) e lo approva e lo promulga quale Organo - Internazionale tra gli Stati - Legislativo, Tutore e Preventivo per la difesa dell' Uomo e dell'Umanità. La normativa del Codice Penale Universale trova la propria Fonte nella Carta Costituzionale del 15 dicembre 1975 e nella Carta Internazionale sulla Protezione della Vita Umana del 15 gennaio 1976.La Corte Suprema di Giustizia per la Protezione della Vita è Organo Supremo decisorio in merito ai delitti comunicati al Parlamento Mondiale per la Sicurezza e la Pace.
CAPO II - SOGGETTI Art 2 - Lo Stato è soggetto attivo di reato qualora, a seguito di una propria normativa istituzionale e ordinaria, opera contrariamente ai principi sanciti dalla Carta Costituzionale e dalla Carta Internazionale sulla Protezione della Vita, del Parlamento Mondiale per la Sicurezza e la Pace. Art 3 - L' Uomo è soggetto attivo di reato qualora opera contrariamente ai dispositivi della legge istituzionale e ordinaria del proprio Stato, che rispetta nella propria normativa istituzionale e ordinaria i principi sanciti dalla Carta Costituzionale e della Carta Internazionale sulla Protezione delta Vita, del Parlamento Mondiale per la Sicurezza e la Pace. L' Uomo in tal caso è sottoposto alle sanzioni previste dal Codice Penale del proprio Stato. L' Uomo, che riscontra nella legislazione istiluzionale e ordinaria del proprio Stato, norme contrarie ai principi sanciti dalla Carta Costituzionale e dalla Carta Internazionale sulla Protezione della Vita, deve rivolgersi, indipendentemente dall' essere la persona offesa, al Parlamento Mondiale, che opererà a mezzo della Corte Suprema di Giustizia per la Protezione della Vita, e la denuncia può essere inoltrata direttamente alla Presidenza della stessa Corte Suprema. Art .4 - La Donna è equiparata all' Uomo.
CAPO III - DEI DELITTIArt. 5 - Sono delitti contro l'Umanità gli atti dello Stato diretti ad attuare: - genocidio, strage, razzismo, immigrazioni ed emigrazioni di intere popolazioni, aborto, persecuzioni politiche e religiose, coltivazione illegale e spaccio di droga specie a minorenni e giovani, mancata o negata assistenza sanitaria ai bisognosi ed errori sanitari, sofisticazione artificiosa dei cibi. Art.6 - Lo Stato perpetra delitto contro l' Uomo nell'attuare e nel permettere aborto, esilio, arresti illegali, carcerazioni preventive a lunga scadenza, torture fisiche e morali, persecuzioni poliziesche e gludiziarie, sequestri di persona e tangenti, tratta delle bianche e dei minori, prostituzione minorile, pornografia, violenze sessuali su donne e bambini, sfruttamento e lavoro di minori. Art. 7 - E' delilto contro lo Stato l'attività del cittadino diretta a danneggiare il proprio Stato, favorendo, in pace ed in guerra, gli interessi di uno Stato straniero, intaccando così il sano equilibrio internazionale. Lo Stato che non punisce tale comportamento o addirittura lo legalizza si rende direttamente responsabile di delitto contro la stessa propria collettività umana statualmente organizzata. Art. 8 - Lo Stato perpetra delitto contro la Fauna nel non evitare: maltrattamento, brutalità, sevizie e vivisezione degli animali, caccia spietata e abbandono degli animali domestici. Art. 9 - Lo Stato perpetra delitto contro la Flora nel non evitare: incendi dolosi contro boschi, foreste, selve e piantagioni, abbattimento sconsiderato di alberi e piante. Art. l0 - Lo Stato perpetra delitto contro l' Ambiente naturale nel non evitare: inquinamento ed avvelenamento (pesticidi ed altre sostanze velenose, smaltimento incontrollato di rifluti e detriti) di territori, coltivazioni,acque marine, fiumi, torrenti e laghi, esperimenti nucleari nel sottosuolo, nel mare e nell'atmosfera, costruzioni abusive ed intensive. CAPO IV - SANZIONE Art 11 - Contro lo Stato colpevole dei delitti previsti dagli articoli elencati nel Capo III, si applicheranno le sanzioni applicate dagli articoli 10,11,12,15,19 e 20 della Carta Internazionale sulla Protezione della Vita Umana del 15 gennaio 1976. Art 12 - Contro l' Uomo, che nelle proprie funzioni e cariche di Rappresentante di uno Stato, si è reso colpevole dei delitti elencati nel Capo III, si applicheranno: la pena dell' ergastolo con o senza lavoro coatto oppure la reclusione a tempi determinati oppure la radiazione perpetua od a tempi determinati dalle cariche pubbliche politiche oppure una elevala multa. Art 13 - ln applicazione dell'Articolo 12 - il genocidio, la strage, il razzismo (inteso come la degradazione della legittima tutela della Stirpe), l'immigrazione e l'emigrazione di intere popolazioni, l'aborto, le persecuzioni politiche e religiose, la coltivazione illegale e lo spaccio di drogha specie ai minori, sono puniti con l'ergastolo a lavoro coatto.La negata o mancata assistenza sanitaria ai bisognosi, come gli errori sanitari e la sofisticazione artificiosa dei cibi, sono puniti con la reclusione a tempo da determinarsi, secondo la gravità e la recidività del delitto.I delitti come l'esilio e gli arresti illegali sono puniti con la reclusione, la radiazione dagli Uffici pubblici e politici, nonchè con la multa proporzionata alla gravità ed alla recidività del delitto.
CAPO VAZIONE
Art. 14 - Tutti i cittadini delle Nazioni, i quali hanno conoscenza di persone che si trovano nelle gravissime condizioni di perseguitati, torturati, detenuti ed esiliati, possono adire il Parlamento Mondiale per la Sicurezza e la Pace in propria difesa.I cittadini che si trovano nella condizioni descritte nel comma precedente, hanno l'obbligo di adire il Parlamento Mondiale per la Sicurezza e la Pace in propria difesa.La denuncia va inoltrata al Parlamento Mondiale per la Sicurezza e la Pace oppure alla Corte Suprema di Giustizia per la Protezione della Vita.
Art. 15 - Il Parlamento Mondiale per la Sicurezza e la Pace , in applicazione della decisione della Corte Suprema di Giustizia per la Protezione della Vita ed a favore dei cittadini che hanno fatto ricorso, procederà contro gli Stati responsabili ed i loro rappresentanti legali, applicando gli articoli 10 e 14 della Carta Internazionale sulla Protezione della Vita Umana.
CAPO VIAZIONE
Art. 16 - Il Parlamento Mondiale per la Sicurezza e la Pace si adopererà affinché gli Stati del Mondo aboliscano le "polizie militari" impiegate contro i cittadini, nonchè le "polizie segrete.Altresì nominerà Alti Commissari Internazionali onde prevenire ed eliminare ogni forma d'illegalità costituzionale, che possa verificarsi nelle Nazioni oppresse da regimi tirannici ed assolutistici anche se in apparenza si presentano come Governi pseudodemocratici.
Art. 17 - Il Parlamento Mondiale per la Sicurezza e la Pace ha il diritto di sorvegliare le Nazioni, in applicazione dell'articolo 17 della Carta Internazionale sulla Protezione della Vita Umana del 15 gennaio 1976.
Art. 18 - Il Parlamento Mondiale creerà, attraverso contributi versati dagli Stati aderenti, un Fondo Internazionale diretto a favorire la propria operatività, nonchè l'assistenza per i Perseguitati, per i Detenuti riconosciuti innocenti e per gli invalidi da tortura.Verrà istituito un apposito Ufficio, nell'interno del Parlamento Mondiale, per la gestione del suddetto Fondo.


Senza dubbio si tratta di una ong molto particolare, strutturata quasi come l'ONU. Prossimamente sposteremo l'attenzione alla sede centrale di questa organizzazione, sperando di avere qualche certezza in più.

I messaggi dei padrini

I grandi padrini di Cosa Nostra sono stati incarcerati ad uno ad uno negli ultimi anni, ma le loro direttive non sono mai mancate. Proprio ieri il pizzino più inquietante tra i boss: pare che Nitto Santapaola (foto a sinistra) stesse cercando di mandare un messaggio a Totò Riina (in basso a destra) e Bernando Provenzano. La pace è finita, questo il testo contenuto nel bigliettino sequestrato dalla polizia penitenziaria ma reso noto dalla stampa. Altro segnale inquietante è stato lo scambio delle fede nuziali tra due ex boss in segno di una nuova alleanza in vista di nuovi cambiamenti interni all'organizzazione mafiosa. Le mogli dei due boss erano state uccise durante un regolamento di conti tra le famiglie mafiose antagoniste. Un nuovo e preoccupante segnale che arriva dopo la cattura di Provenzano, i primi omicidi di stampo mafioso a Partanna e la sparizione di un imprenditore e di suo figlio, legati ad un'operazione poco chiara nel campo edilizio avvenuta circa dieci anni fà. il magistrato Gaetano Paci si sta ancora occupando del caso, mentre proseguono a fari spenti le indagini per stanare gli ultimi due "dignitari" di Cosa Nostra rimasti in circolazione, Salvatore Lo Piccolo e Matteo Messina Denaro.


Francesco Quartararo

venerdì 17 agosto 2007

La congiunzione pericolosa

La bolla speculativa sui mutui ad alto rischio, dopo cinque anni di crescita esponenziale, è esplosa negli USA coinvolgendo gli altri mercati internazionali nel giro di poche settimane. L'allarme in Italia era stato lanciato qualche mese fà dalle colonne di Repubblica da Federico Rampini, inviato storico nei paesi asiatici. Il mercato immobiliare americano dopo dieci anni di crescita senza freni ha avuto una battuta d'arresto pressocché totale: solo nella zona di Filadelfia non sono stati aperti nuovi cantieri dall'inizio dell'anno. I mutui subprime rappresentano circa il 20% dei mutui stipulati negli USA e sin dall'inizio il meccanismo si era autoalimentato delle illusioni degli acquirenti: il peso degli interessi era scaricato a cascata sull'ultimo acquirente. Dopo cinque anni il sistema di scatole cinesi è crollato su se stesso coinvolgendo non solo i piccoli-medi investitori, ma anche le grandi aziende ed i mega gruppi bancari. Il vero rischio di questi giorni è la scoperta di fortissimi investimenti in mutui subprime da parte dei gruppi bancari che durante gli ultimi anni hanno cercato sul mercato fondi per finanziare le loro scalate. La lista è lunga, da Barcaly's Abn Amro passando fino all'italiano Unicredit Group. Il presidente di Bnp Paribas, banca francese che in Italia detiene il 100% di BNL, nei giorni scorsi si era affrettato a rassicurare i suoi clienti assicurando che solo quote minime potevano essere state investite in fondi a così alto rischio. La settimana scorsa si è scoperto che Bnp Paribas presenta un buco di qualche miliardo di euro causato dai mutui subprime. Di certo se il presidente di una banca non sa nemmeno dove vengono investiti i soldi dei risparmiatori, un rabdomante potrebbe avere più fortuna in borsa. In Europa a rischiare maggiormente sono le poste tedesche, uno dei gruppi più solidi dell'intera Germania che a catena rischia di trascinare altre agenzie di credito e assicurative. Proprio le agenzie di credito e gli investitori più dinamici negli ultimi tempi si sono mossi grazie agli hedge fund, strumenti finanziari che sono al limite tra il diritto e la massima dinamicità necessaria per investimenti rapidi e con grande quantità di liquidi. Chi non possiede azioni o semplicemente pensa di non avere fondi investiti in azioni in giro per il mondo potrebbe soffrire un rialzo dell'inflazione, dettato sia dall'aumento spropositato dei beni di prima necessità, sia dall'enorme quantità di euro e dollari immessi dalle banche centrali per contrastare la crisi finanziaria


Francesco Quartararo

venerdì 27 luglio 2007

I candidati democratici rispondono ai cittadini di Youtube

Barack Obama ed Hilary Clinton sono stati i protagonisti del dibattito tra i candidati democratici più popolare degli ultimi anni. Ad intervistarli infatti i cittadini di Youtube che dietro jingle, canzoni e scenette improvvisate inchiodavano i loro rappresentanti con domande dirette. Il tutto sotto l'attenta supervisione della CNN, filtro necessario per evitare spiacevoli sorprese. Le facce dei candidati erano tese ed attente a porre la massima attenzione alle richieste degli elettori, quasi li avessero di fronte. L'esperimento sembra essere il primo grande figlio della rete Internet, da sempre vista come portatrice naturale di democrazia e libertà. Naturalmente è difficile pensare che lo staff dei due maggiori candidati alla Casa Bianca si sia fatto trovare impreparato di fronte a questi video, prodotti da cittadini che spesso non possono attingere a tutte le informazioni di cui è a disposizione un giornalista accreditato. Solo il tempo potrà dire se questo nuovo esperimento può essere uno dei migliori interventi per tenere in vita le moderne democrazie, sempre più complesse e dinamiche. Il Pd italiano ha un suo candidato sulla rete, l'on. Letta cerca consensi utilizzando YOutube per la propria campagna elettorale per la presidenza del nuovo megapartito. I costi sembrano essere inferiori di quelli degli altri candidati ma sarà difficile vedere nell'immediato forum comunali per la scelta del candidato sindaco. Almeno nel nostro paese


Francesco Quartararo

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