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venerdì 15 giugno 2007

Napolitano irrita Cuffaro ricordando Cosa Nostra

Palermo - Nella giornata di ieri il Presidente Giorgio Napolitano, davanti all'Assemblea Regionale Siciliana che festeggiava i 60 anni dalla sua Costituzione, ha ricordato il forte impegno che lega lo Stato alla Sicilia nella lotta alla mafia. Nel ricordo dei tanti difensori dello Stato Napolitano ha voluto ricordare Piersanti Mattarella, aggiungendo che <<con la mafia non si deve mai abbassare la guardia>>. Parole che riecheggiano fortemente all'interno della Sala d'Ercole, dove il Presidente della Regione Salvatore Cuffaro è tutt'ora indagato per collaborazioni con la mafia. Anzi, in questi giorni ci si è messo pure il pentito Di Gati, ex padrino di Agrigento, ad inguaiare "Totò Vasa-Vasa": <<Nel maggio 2001 tramite il dottor Guttadauro, a nome di Provenzano- racconta- arriva l'ordine di votare Cuffaro, un tipo a disposizione nostra come presidente della Regione>>. Stando al racconto i voti sarebbero arrivati con un progetto su una grossa discarica ad Aragona e un termovalorizzatore nella zona di Casteltermini. <<Ci offriva vari posti di lavoro, sia per realizzarla, sia che per mettere dipendenti dentro queste cose.>>. In attesa dell'interrogatorio pubblico di Gati, il Presidente della Regione replica: <<Ancora una volta non posso che dire che è triste dovere spiegare fatti che non esistonom raccontati da persone che non conosco. Non conosco alcuno dei personaffi citati dal Di Gati, né tanto meno conosco il Di GAti, né ho mai chiesto a lui o ad altri mafiosi di votarmi>>.

F.Q.

Brogli elettorali a Palermo

L'ufficio stampa di Leoluca Orlando ha notificato che ben 257 urne elettorali (pari a quasi la metà del totale) contenenti le schede per le elezioni del Sindaco di Palermo sono state sostituite o manomesse durante o subito prima dello scrutinio avvenuto il 14 maggio. Le prove di questa manomissione sono ora in mano agli agenti della Digos. Si profila insomma una clamorosa svolta, dopo l'interesse del Parlamento e delle immagini shock girate da Repubblica RadioTV. Tra le tante stranezze basta ricordare la testimonianza di uan candidata che non ha trovato nemmeno il suo voto al proprio seggio elettorale.
F.Q.

giovedì 14 giugno 2007

Ecco quello che succede ogni giorno nella guerra in Iraq

Qualche mese fa avevo fatto una mini ricerca sulle immagini della guerra in Iraq e dei nomi dei civili caduti. Purtroppo in rete non sono riuscito a trovare i nomi degli irakeni uccisi in guerra, non esistono liste e numeri ufficiali. Oggi intendo inserire un link ad un noto sito italiano di controinformazione, in cui troverete alcune foto delle vittime irakene. Sconsiglio fortemente a persone impressionabili la visione di queste immagini, crude, crudeli ma dannatamente vere delle vittime irakene di un conflitto cominciato senza un vero motivo e che si protrae da quattro anni.
F.Q.

mercoledì 13 giugno 2007

La pazienza del macellaio


Roma- Uno degli ultimi gerarchi nazisti tutt'ora viventi, Erik Priebke, è stato oggi lasciato libero di andare a lavorare come un tranquillo cittadino. Ma l'uomo in questione è tra i responsabili della strage delle Fosse Ardeatine, una delle ferite più vivide del repulisti nazista dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943. Un uomo che non si è mai pentito dei suoi atti, sicuro della purezza della sua razza. Risulta molto difficile considerare l'ergastolo come pena suprema di chi si macchia di reati come la pedofilia, figuriamoci poi la condizionale per chi si è macchiato di crimini contro l'umanità. Milosevic si è lasciato morire in carcere, nel resto del mondo sarebbe stato impossibile concedere una qualche forma di libertà ad un essere malvagio come Priebke. La sua età non giustifica la possibilità di avere una scorta, il carcere a vita è la pena più umana che una sana democrazia possa concepire. I politici si dicono sgomenti della decisione presa. I romani, gli italiani e il resto degli uomini liberati dalla follia nazista hanno subito l'ennesimo schiaffo postumo da un periodo storico che anche in Italia, a volte, si stenta a cancellare.


Francesco Quartararo

Viaggio nella vita pulsante di una città disincantata

La città è come un essere vivente. Di notte tutto il sangue si concentra verso il centro e negli organi vitali, mentre la periferia rimane fredda e vuota. Ci sono nottate elettriche in cui senti che c’è una grossa infezione in giro, le volanti della polizia sfrecciano come anticorpi impazienti. Solo al mattino ti rendi conto che erano sulle tracce di Salvatore Lo Piccolo e gli è sfuggito per un pelo. Subito dopo l’arresto di Binny, circa un anno fa ormai, andare in giro ad una velocità troppo bassa o troppo alta per la città bastava per attirare su di sé l’attenzione di facce torve e cupe. Alcuni di loro erano vedette messe dai capi mandamenti, altri agenti in borghese. La vita notturna offre anche colori, odori e suoni molto vari. È possibile trovare la rosticceria così come tutti i tipi di carni e frattaglie, sia locali che provenienti dalla vicina Tunisia. Risalendo per una delle viuzze dietro piazza Massimo si passa attraverso odori e suoni simili a quelli della vecchia Palermo araba, le cucine sfornano panini al kebap (o kebab, si parla della stessa cosa), i camerieri parlano in italiano ai clienti ed in arabo tra di loro, a volte in siciliano se ci sono altri camerieri autoctoni. Continuando a piedi si trova un negozietto etnico con tutti gli arredi ideali per una stanza da mille ed una notte, sul lato opposto invece una caffetteria offre cioccolata calda e pasticcini. La stagione ormai è tiepida, i soldi non bastano per visitare tutti i locali della zona. Se si vuole bere un cocktail bisogna stare attenti, con le nuove multe decise dal governo si può arrivare a sborsare cifre da capogiro per un giovane disoccupato/studente. Meglio ascoltare un gruppo di musicisti cileni con i loro chitarroni ed una cassa di legno per le percussioni, suonano liberamente e accettano piccole profferte. Le loro facce da indios ti fanno perdere il senso dell’orientamento, ti devi abituare in pochi passi a passare dalle scale del teatro Massimo ai bazar pieni di gente proveniente da ogni parte, sembra quasi di essere dentro ai padiglioni della Fiera del Mediterraneo. Le strade palermitane durante le notti dal lunedì al venerdì danno l’idea di un corpo assonnato, non del tutto spento. Ci sono ancora piccoli negozi abbandonati dove sentire musica vecchia suonata da nuove band. Se hai fortuna trovi anche la porticina di un pub dove il proprietario improvvisa jam-session con gli avventori. Scendendo giù dalla stradina accanto alla moschea trovi locali indiani o afro e ti imbatti nella caotica via dei Candelai, dove basta poco per accendere una rissa o incrociare persone che non vedi da tempo. Se si vuole cambiare aria ti prendi un caffè in un bar ottocentesco o in una specie di Cuba araba rimessa a nuovo, piena di luci visibili a distanza e con una veranda pronta a scomparire nei mesi estivi. Prosegui il tuo giro a piedi assieme ad altri amici e amiche, stando attenti a quei gruppetti specializzati nello “spogliare” dei loro averi i ragazzi in giro. Non solo nelle zone più a rischio, come la stazione, le vie della periferia non tanto illuminate, ma anche lungo le principali arterie come la via Basile, corso Calatafimi o zone vicine al tribunale. Se sei fortunato puoi ancora girare in macchina, con la musica a tutto volume per contrastare il silenzio notturno. Chi ha voglia di qualcosa di particolare a tarda ora si dirige verso l’orto botanico, più frequentato di notte che di giorno, in cerca delle enormi arancine del bar di fronte. Risalendo la strada è facile vedere macchine in doppia fila. Uomini in attesa di scegliere quale delle tante immigrate in strada gli concederà un po’ di sesso a pagamento. Le volanti che ogni tanto controllano la zona fanno sgommare via le macchine e le prostitute, ma il più delle volte si tratta di passaggi casuali, dettati dall’intermittente interesse della cittadinanza a mantenere le strade “pulite” e le coscienze meno sporche. Il giro sta per finire, prima di prendere i cornetti per il mattino può capitare di passare dalla stazione, proprio mentre due baby-corrieri portano il loro carico di “farina” dentro un panificio con la saracinesca aperta. La scena è vista da più occhi, alcuni intenti a muoversi verso di te se non cambi aria. Compri i cornetti prima del previsto, anzi a dire il vero la strada è passata via un po’ più veloce del dovuto. Alle quattro la città finalmente dorme, non c’è più nessuno. Tra qualche ora i primi lavoratori si alzeranno ed il grande corpo della città tornerà a pulsare di vita.



Francesco Quartararo

venerdì 8 giugno 2007

Viaggio nella democrazia più rapida al mondo

Tra i paesi dell'Unione Europea si scopre un piccolo paese, governato da giovani e vogliosi politici con un'età che non supera i trent'anni. L'ex leader del paese oggi ha circa quarant'anni, mentre l'attuale parlamento ha un'età media di 36 anni. Il paese è interamente cablato, le connessioni wireless sono possibili in ogni luogo. Grazie a questa particolarità i cittadini, tramite una carta d'identità elettronica, possono usufruire del servizio di firma digitale per le aziende oltre che il voto direttamente da casa. Non esistono sedi elettorali, il lettore ottico che legge la smart card d'identità contiene i dati anagrafici ed elettorali necessari. Se i cittadini hanno qualcosa da far notare ad i loro politici li contattano via e-mail o tramite forum appositi. Gli investitori esteri hanno poi dei grossi vantaggi da questo sistema, che riduce drasticamente il peso della burocrazia e velocizza qualsiasi trattazione. In questo paese è nato Skype, e gli ideatori possono anche vendere cellulari che usano la rete di Skype come gestore telefonico, eliminando la necessità di ripetitori ed altre antenne iper-inquinanti. In questo paese gran parte del PIL viene dirottato verso la ricerca, mentre le università possiedono tutti i corsi online. I libri cartacei sono facoltativi ed i professori fanno ricerca con i loro allievi. Questa piccola terra è l'Estonia, uno dei paesi più brillanti e all'avanguardia nel portare concretamente avanti la prospettiva di una democrazia adatta ai tempi ed ai mezzi della sua epoca.




Francesco Quartararo

Roma blindata in attesa di Bush

Tra qualche ora è atteso l'arrivo dell'Air Force One sul suolo italiano. Come scorta un'intera pattuglia di caccia da combattimento, una no fly zone estesa fino alle porte di Roma. Annullata la visita a Trastevere per l'impossibilità di un piano di difesa valido ed efficiente. Dai racconti degli abitanti della zona si evince come la zona fosse stata abbellita per l'occasione: via i barboni, le bancarelle e premi speciali a chi ospitava a casa cecchini pronti a qualsiasi evenienza. Un incrociatore della marina militare pronta al largo mentre la città è ricoperta di migliaia di occhi elettronici. Controllata la rete fognaria, ci si prepara alle due manifestazioni annunciate: la prima contro Bush, colorata e pacifica; la seconda dai no-global e dai centri sociali, pronti a far sentire la propria presenza. Molti sentono lo spettro di Genova aleggiare su questa visita del presidente americano, sia per gli intenti dei manifestanti, sia per l'apparato di sicurezza progettato. Proprio dal G8 di Genova in questi giorni torna un sospetto sull'ex ministro degli interni Scajola, oggi anello di collegamento tra il Parlamento ed i servizi segreti italiani. In molte dichiarazioni e talk shows i politici di entrambi gli schieramenti a denti stretti affermano che dietro questa enorme disaffezione alla politica si muovano poteri occulti e poco democratici. John Woodcock, il noto magistrato che ha seguito da vicino l'arresto del capofamiglia di casa Savoia, l'ex casa regnante in Italia, si sta occupando in questi giorni dei rapporti tra la politica ed alcuni ambienti della massoneria deviata. Tutto questo si lega in qualche modo alla crisi del SISMI, protagonista in negativo nella vicenda Calipari, nell'arresto di Abu Omar, la sfiducia interna nei confronti di Pollari ed i dossier sui personaggi "scomodi" per il centrodestra. Segnali di qualcosa di sotterraneo che si muove, mentre la visita di Bush a Roma rischia di diventare una insulsa valvola di sfogo per animi esacerbati dalla politica glocale. Peccato vedere nuovamente i no-global individuati come i nemici, i pericolosi manifestanti pronti a rompere tutto. Molti di loro sono giovani che rischiano nel manifestare per le strade le loro idee. A Rostock alcuni di loro sono stati ingabbiati per evitare tafferugli ed altri si sono fatti un bagno senza costumi. Quantomeno si deve riconoscere il coraggio dei no-global, oltre che il diritto ad un presidente degli Stati Uniti, che per quanto disastroso possa essere, è uno degli uomini più potenti al mondo e deve incontrare uno degli alleati della NATO.


Francesco Quartararo

martedì 5 giugno 2007

La partita da giocare nell'Europa dell'est

Dopo continue voci discordanti il govero ucraino andrà al voto anticipato dopo l'estate. In queste settimane si sono susseguite notizie di avvelenamento di membri del governo, l'esercito in marcia contro i partiti dell'opposizione. L'intera europa dell'est in questo periodo è attraversata da una crisi strisciante con il vicino russo. La rimozione di una statua celebrativa dell'Armata Rossa sembrava quasi in grado di scatenare una guerra civile. La Russia non gradisce l'installazione in Polonia e Repubblica Ceca di un apparato militare americano come quello dello scudo spaziale. La vecchia sindrome da accerchiamento di Vladimir Putin ha portato nuova tensione in Europa. Una tensione che sarà probabilmente sciolta al G8 di Rostock, in cui Angela Merkel si offre come mediatrice dei due contendenti in nome della lotta al terrorismo internazionale.

Francesco Quartararo

Gli appuntamenti del governo prima dello sgambetto

Palermo, 5 giugno - Era attesa in giornata la decisione definitiva della commissione parlamentare incaricata di verificare le eventuali irregolarità nella consultazione elettorale a Palermo. Decisione probabilmente rinviata a causa della mozione di sfiducia al governo Prodi sul caso Visco, che rischia di paralizzare le attività parlamentari. Venerdì il governo sarà chiamato a presenziare all'incontro con George W.Bush in visita a Roma prima del G8 in Germania oltre che presenziare al processo su Abu Omar. Da recenti intercettazioni, andate in onda su Matrix ieri sera, pare che il conivolgimento di Pollari nel rapimento ordinato dalla CIA su territorio italiano non fosse ben visto neanche all'interno degli apparati dell'intelligence italiana. Un altro duro colpo al già traballante governo Prodi, lasciato sempre più solo dai suoi stessi alleati.

Francesco Quartararo

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