La rincorsa alla Casa Bianca, parte ottava
Dopo quattro mesi dallo "Tsunami Tuesday" ed un fragoroso rumore mediatico, il partito democratico ha designato Barack Obama come avversario di John McCain alla poltrona più importante al mondo. Il prossimo presidente degli Stati Uniti promette il graduale disimpegno in Iraq e la soluzione del problema afghano ed iraniano, incassa il sì di Chavez ad un dialogo con gli stati sudamericani e riesce a tenersi inimicata la vicina Cuba di Raul Castro. In politica estera le posizioni dei due contendenti sono pressoché simili. In casa democratica Hillary Clinton invita i suoi potenziali elettori a dirottare i propri voti verso il senatore colored, ma molti diffidano della ventata di estrema novità presentata da Obama. Ecco che John McCain può sperare nella paura degli americani di cambiare coraggiosamente rotta, mantenendosi come linea di continuità con la (disastrosa) amministrazione Bush. Non è ancora chiaro cosa intenda avere in cambio la coriacea senatrice in cambio, dato che Obama per ricucire gli strappi in casa democratica abbia promesso la vicepresidenza ad Edwards. Probabile un posto come ministro degli Esteri o un altro posto di rilievo in un'eventuale squadra di governo. Il Wall Street Journal ed altri osservatori sono sicuri della vittoria finale del giovane Obama. Da vedere quindi se la tattica dello scontro settimanale proposto da McCain possa logorare il giovane Obama o sfibrare la vecchia volpe repubblicana.
Francesco Quartararo
Nessun commento:
Posta un commento