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lunedì 22 settembre 2008

In arrivo una crisi ben più pericolosa dei subprime

Da domani l'azienda Terra sarà insolvente di fronte alle richieste della popolazione mondiale. Per continuare a sfamare la fame energetica e non dell'intera popolazione mondiale si andranno ad intaccare le riserve stipate da più di 3 miliardi di anni dalla natura in termini di materie prime. Raccontata in questi termini sembra l'ennesima voce allarmistica proveniente dai mercati di Wall Street, ma la situazione potrebbe essere ben più grave. Il massiccio impatto della presenza umana sul nostro piane
tratto da www.corriere.it
ta, è già in grado di privare per quattro mesi la Terra della sua capacità di ricostruire le condizioni necessarie alla rigenerazione delle materie prime, da cui vengono ricavate tutti i beni primari necessari al sostentamento quotidiano. Per continuare a distribuire risorse fino alla fine dell'anno si vanno così ad intaccare le riserve naturali che permette raccolti extra, un pò come se i padri per riparare i loro debiti andassero ad intaccare i ricchi conti correnti dei figli e dei nipoti. Il primo caso di "insolvenza" è datato a partire dal 31 dicembre 1986. Da allora, ogni anno la data del mancato pagamento è arrivata sempre prima. Un'insolvenza destinata a prosciugare del tutto le riserve, secondo alcuni scienziati, entro il 2050, data che coincide casualmente con quella indicata come punto di non ritorno per gli effetti del riscaldamento climatico. Per soffocamento o per fame, la Terra ed i suoi abitanti rischiano grosso. Secondo alcune stime, se l'intera popolazione mondiale dovesse adottare lo stile di vita di alcuni paesi industrializzati, occorrerebbero cinque pianeti Terra per vivere tutti secondo lo stile di vita USA, due pianeti per vivere tutti come in Italia, mezzo se dovessimo seguire lo stile di vita indiano, che con il suo miliardo di abitanti e la sua crescita economica vertiginosamente alta, si avvia a diventare il concorrente principale del colosso economico cinese. Con buona pace di Wall Street, del vecchio capitalismo europeo e dell'aggressività dei finanzieri russi.

Francesco Quartararo

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