Il bavaglio dell'idiozia
Sembra che il Garante della Privacy abbia notato il mio suggerimento riguardo i social networks. Francesco Pizzetti plaude all'azione del Governo per la limitazione delle intercettazioni e rilancia: occorre mettere un freno alle comunicazioni che ledono la privacy degli italiani, in particolare quelle lasciate nei social network. Ma la vera novità, presentata freddamente come soluzione a tutti i problemi per la risoluzione di delitti inspiegabili o ricerca di persone scomparse, riguarda l'obbligo di legge entro il 2010 di lasciare le nostre impronte digitali nel documento d'identità. Naturalmente la favoletta della carta d'identità elettronica è già nota in Italia come uno dei maggiori fiaschi dell'amministrazione pubblica: l'azienda milanese che ha ricevuto l'appalto almeno cinque anni fà non ha consegnato più di un centinaio di carte d'identità elettroniche. Imponente anche la spesa che aspetta la pubblica amministrazione voluta da Brunetta, con la digitalizzazione che prevede l'acquisto di lettori ottici e software avveneristici che registrino le nostre impronte, ne stampino i profili sulle carte d'identità elettroniche in maniera tale da essere riconoscibili. Tutti pronti a rinunciare a parte della nostra libertà grazie all'approvazione di un pacchetto di leggi che sembrano la brutta copia del Patriot Act americano. Togliere la libertà di azione ai propri cittadini per poterli controllare alla perfezione, Ztl e telecamere piazzate nelle città per monitorare gli spostamenti con l'illusione che l'aria inquinata della periferia non passi nelle zone blu del centro. L'impossibilità di difendere i propri risparmi da una frode fiscale con reati depenalizzati, processi posticipati e prove audio da distruggere immediatamente se la pena non supera un certo numero di anni. Tutto questo mentre sopra le nostre teste si sta scatenando una crisi economica che sconvolgerà gli assetti econimici mondiali: l'euro si appresta a sostituire il dollaro nel calcolo delle quotazioni del petrolio, in maniera tale da mascherare la portata reale dell'aumento dei prezzi di produzione dell'oro nero, gli USA dovranno cedere il passo a Russia, Cina ed India mentre nel nostro paese tutte le manovre finanziare dello Stato saranno favorite dalla limitata libertà d'azione degli operatori finanziari, nel mirino del ministro Tremonti. Ma la vera minaccia per noi italiani è insita nella forte connotazione da stato di polizia che si sta instaurando piano piano. Agitando la paura dello straniero (del rumeno, per precisare qual è il popolo attualmente preso di mira, anni dopo le leggi razziali di Mussolini) stiamo perdendo i nostri diritti fondamentali. Poniamo attenzione alle scelte di chi ci governa, ma soprattutto non sacrifichiamo il nostro sennso critico in nome della tranquillità derivante dall'indifferenza. Alla lunga l'indifferenza fa pagare un conto salatissimo.
Francesco Quartararo
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