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mercoledì 31 dicembre 2008

Tutto il 2008 in un post: storia di un anno di cambiamenti

Un anno che rimarrà impresso nella storia. Al di là delle vicende personali di ognuno di noi, più o meno belle e intense, il 2008 è stato un anno segnato dal cambiamento. In Italia siamo passati dal governo Prodi, alle prese con il "Tesoretto" del ministro de ll'economia Tommaso Padoa Schioppa, con la nascita del PD dalle ceneri dei DS e della Margherita alle dimissioni del ministro della Giustizia Mastella, sotto le pressioni di un'opinione pubblica,  capeggiata da Beppe Grillo, Giannantonio Stella e Sergio Rizzo sugli sprechi colossali dell'apparato politico italiano. Un governo che viene trascinato stoicamente a cadere sotto i colpi di un voto parlamentare senza precedenti, con insulti, sputi, mortadelle e spumante. Le elezioni vedranno il ritorno di Silvio Berlusconi, che con un colpo di mano liquida l'UDC di Cesa e Casini e fa rientrare nei ranghi Gianfranco Fini, riuscendo a far confluire AN nel nuovo PDL.

Tempo di elezioni importanti in tutto il mondo, con Sarkozy che esce trionfante dalle macerie delle banlieu in Francia ed apre una stagione di intensa politica estera, con risvolti anche nella cronaca mondana quando sceglie come nuova premìere dame l'italianissima modella Carla Bruni. Zapatero riesce a farsi rieleggere portando la Spagna a superare il PIL italiano. Putin cede il posto a Medvedev in Russia, rimanendo comunque l'eminenza grigia che soffoca ogni forma di protesta. Medvedev sarà poi protagonista di un lunghissimo braccio di ferro con Bush e con Gordon Brown, nuovo premier britannico al posto di To ny Blair: con il presidente americano si scontrerà per la disposizione dei missili tattici per la costruzione dello scudo spaziale e per la guerra in Georgia (di cui parlerò più avanti), mentre Gordon Brown si troverà al centro di una spy story, con l'omicidio di un'agente segreto con materiale radiattivo usato in un cofee bar di Londra. Da gennaio inizia l'estenuante sfida americana per le elezioni del presidente degli Stati Uniti, con la prima fase, quella della scelta dei candidati, che appassiona forse più della sfida finale. Mentre in casa repubblicana la candidatura di John McCain procede senza grandi intoppi, la battaglia tra Hillary Clinton e Barack Obama segna la storia delle presidenziali. A rappresentare il partito democratico sarà o una donna o un nero molto atipico, simbolo del meltin pot americano. Una sfida epica che vedrà Hillary Clinton soccombere nonostante l'uso di capitali personali e la vittoria di Obama che si baserà sulla raccolta di fondi da parte della gente e soprattutto  sull'uso totalizzante di internet: Barack Obama sarà il primo american web president della storia dell'umanità, in grado di accendere speranza in tutti i paesi del mondo. Nel frattempo il declino di Bush procede inesorabile, con Ridley Scott che gli dedica "un film epitaffio" e con l'ormai celebre giornalista iracheno che gli lancia le scarpe in segno di profondo disprezzo.

L'anno che ci lascia verrà ricordato anche per le grandi proteste, le rivolte studentesche che scimmiottano gli anni '80 ed il '68, l'epopea sindacale dell'Alitalia, la spaccatura dei sindacati e le crociate del ministro Brunetta contro i fannulloni. Una compagnia fallita da anni che si cerca di salvare per mantenere il tricolore italiano sulla fusoleria, una cordata di imprenditori amici del premier che cercano di guadagnare qualcosa da un'azienda i cui debiti saranno pagati da tutti gli italiani per i prossimi anni. La spaccatura pressocché totale tra CGIL e CISL, avvenuta per le accuse reciproche di poca concretezza e di vicinanza ai padroni piuttosto che ai lavoratori. E poi l'onda studentesca, caotica, tecnicamente apartitica ma attraversata trasversalmente da vari sentimenti e nostalgie politiche, ma con un'onoriginalità non indifferente nel segnalare la sua presenza: lezioni in piazza, volantini ai semafori e sit-in spontanei, con gli studenti che per alcuni giorni hanno paralizzato le città.

Il 2008 è anche e soprattutto l'anno delle olimpiadi in Cina, annunciate più per la repressione sanguinosa della protesta tibetana che per i campioni attesi. In tutto il mondo le manifestazioni in difesa del Tibet mettono in allerta il governo cinese, tra le azioni eclatanti si ricordano quelle del sindaco di Parigi e del presidente frances ce Sarkozy, che paventa persino la sua assenza alla cerimonia d'apertura. Il giorno dell'apertura scoppia la guerra tra Russia e Georgia, tra le drammatiche notizie che giungono dal fronte un'atleta russa ed una georgiana si abbracciano sul podio della finale olimpica di tiro a segno con la pistola. Una cerimonia d'apertura che stupisce il mondo, le immagine della marcia dei tamburi rossi invade le tv del mondo con i suoi acrobati, ma crea polemiche la bambina doppiata da una sua coetanea non fotogenica che viene tenuta in disparte.

Gli eroi assoluti dell'olimpiade si dimostreranno su tutti il nuotatore americano Michael Phelps e il giovane giamaicano Usain Bolt. Due personaggi diversissimi uniti solo dalla semplicità per le vittorie: riservato e timido il primo, esplosivo e sfrontato il secondo. Phelps polverizzerà il record precedente di medaglie conquistate in una sola olimpiade prendendo otto medaglie d'oro. Soffre solo in una prova in cui vince per un soffio, per il resto è devastante, uno squalo che nella storia del nuoto mondiale forse è secondo solo a Ian Thorpe. Usain Bolt invece è la leggerezza prestata alla potenza. Bolt non è un ragazzo che mangia pollo fritto prima della gara, è il vento travestito da giamaicano: polverizza il  record dei 100 metri quasi frenando, non usa più le braccia per equilibrare il movimento negli ultimi 20 metri. Disarma la sua potenza nei 200 m, mima il gesto del fucile, si prende il rimbrotto del presidente del CIO ma frantuma il record più difficile da battere. L'antidoping non riesce a fermarlo, Bolt è consegnato alla leggenda. Tra gli atleti azzurri i volti di Pechino 2008 saranno quelli di Federica Pellegrini, Valentina Vezzali e del super massimo Roberto Cammarelle, che con intelligenza suona l'atleta cinese che avrebbe dovuto chiudere l'olimpiade nel segno della Cina. Cina che surclassa per la prima volta gli Stati Uniti nel medagliere, con una quantità impressionante di medaglie saccheggiate nella ginnastica. Il 2008 dal punto di vista sportivo è soprattutto l'anno della Spagna, che trionfa nell'Europeo di calcio (messa in difficoltà solo dall'Italia di Donadoni, buttata fuori come tradizione dai rigori dopo il peggior inizio possibile), scippa con Rafa Nadal il primato nel tennis mondiale a Roger Federer, vince l'olimpiade e la Coppa Davies, trionfa nel ciclismo olimpico ma lascia all'Italia il titolo mondiale su pista, con Bettini che appende la bici al chiodo passando il testimone ad Alessandro Ballan. In Formula 1 il campionato più avvicente degli ultimi 20 anni porta in testa quattro piloti diversi in testa al mondiale, ovvero Raikkonen, Massa, Kubica e Lewis Hamilton, in grado di vincere il mondiale in Brasile all'ultima curva, con una gara vietata ai cardiopatici. Ferrari che conquista il titolo costruttori ma perde quello piloti in Ungheria, quando il motore della Ferrari numero due di Massa si spegne a pochi giri d alla fine. Nel motomondiale torna a vincere Valentino Rossi, che approfitta delle disgrazie di Jorge Lorenzo e di Casey Stoner per mettere le mani su un mondiale non facile. La scelta delle Bridgestone al posto delle Michelin è un rischio, ma quando il Dottor Rossi rischia riesce sempre a portare a casa il mondiale. In 250 sorge l'astro del riccioluto Marco Simoncelli, che a furia di sportellate e duelli al limite del regolamento strappa il mondiale agli spagnoli. Nel campionato di calcio l'Inter continua a dominare in Italia, ma il suo strapotere viene messo in crisi dall'uscita dalla Champions League, la tensione interna cresce fino al punto da far perdere il posto a Roberto Mancini, campione d'Italia grazie alle due magie di Ibrahimovic che manda il Parma in serie B mentre la Roma, campione d'Italia per 40 minuti, perde in casa del redivivo Catania di Walter Zenga.

Il 2008 dal punto di vista economico è un anno che rimarrà stampato nei libri di storia, anche se ad ora non si sa ancora verso quale scenario si arriverà. I primi mesi del 2008 fino all'estate sono caratterizzate dalla corsa dei titoli legati al petrolio, con l'ENI che fa acquisizioni in tutto il mondo e mette le mani sul gas uzbeko. Il petrolio inizia una corsa folle che porterà il barile ad apprezzarsi intorno ai 160 dollari a barile, con seri probabilità di sfondare quota 200 anni entro la fine dell'anno. Contemporaneamente giunge notizia dagli Stati Uniti dell'esplosione di una bolla speculativa legata ad i mutui subprime. Pochi, pochissimi economisti intravedono il reale pericolo, costruito in anni di speculazione finanziara selvaggia, basata su artifici tanto pericolosi quanto altamente volatili. La crisi finanziaria esplode in maniera devastante in tutto il mondo, spariscono i principali colossi finanziari del mondo nel giro di poche settimane mentre le borse di tutto il mondo perdono un quarto del loro valore totale. Paesi come l'Islanda si scoprono coperti di debiti, gli Stati Uniti, patria del capitalismo, varano un piano di salvataggio pubblico imponente e superiore a qualsiasi piano quinquennale mai prodotto dall'Unione Sovietica. La crisi si sposta lentamente verso l'economia reale, crollano le produzioni industriali, cresce la disoccupazione mentre la FED taglia il costo del denaro. Si naviga a vista, i banchieri mondiali propongono misure di cui non conoscono gli effetti sul medio-lungo termine ma che servono a tamponare l'emorraggia di liquidi. Il costo del petrolio crolla a 45 dollari, con l'OPEC pronta ad operare il più imponente taglio di produzione della storia per rialzare il prezzo. I petro-dollari dei paesi arabi sono pronti ad acquistare aziende in mezza Europa, mentre la Libia aumenta le proprie quote di partecipazione in Unicredit, la principale banca italiana bersagliata da speculazioni e truffe. Quest'anno si chiude con una guerra i cui forti venti spiravano già a novembre. Al 2009 il compito di dare risposte agli interrogativi che ci stiamo lasciando ormai alle spalle.

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