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martedì 25 ottobre 2011

Cosa può arrestare la speculazione sull'euro e perché l'Unione Europea non può risolverla


Come molto spesso accade durante le ondate di crisi economica, il modo migliore per approntare delle soluzioni valide è guardare i dati attuali e dare un'occhiata alla storia. Repubblica di Weimar, il governo tedesco è costretto dalle forze alleate, vincitrici della Prima Guerra Mondiale, a pagare un indennizzo di guerra superiore a tutti i beni mobili ed immobili rimasti in Germania. Una cifra spaventosa, che aveva l'obiettivo dichiarato di distruggere l'economia tedesca per sempre. Il governo allora mise in atto l'unico strumento a sua disposizione, generando un'iperinflazione. Ovvero, il governo chiese alla banca centrale tedesca di svalutare in maniera continua il marco tedesco, fino al punto da rendere il costo di un kg di pane equivalente ad un paio di chili di marchi tedeschi. Tutto ciò portò ad una povertà estrema che creò le basi per l'avvento del nazismo. A questo punto però i libri di storia diventano fumosi, affermando che superata la crisi del '29 Hitler riuscì a risollevare il paese, portandolo a diventare il secondo paese industrializzato al mondo in grado di sostenere le spese per quello che è stata la Seconda Guerra Mondiale. Ma i conti purtroppo non tornano. Come si è riusciti a cancellare l'ondata di iperinflazione, rendere il marco stabile ed evitare la speculazione finanziaria diretta dai paesi vincitori della guerra? Semplicemente sottraendo la creazione di moneta alla Banca Centrale Tedesca ed affidandola direttamente allo Stato. A questo punto occorre una precisazione su questo meccanismo e sul poco noto sistema del signoraggio. Per intenderci, propongo uno stralcio riguardo ad un intervento dell'attuale ministro dell'economia italiano, Giulio Tremonti:

Nel 2002 l'allora ministro dell'economia Giulio Tremonti propose di stampare banconote da 1 e 2 euro. Il 12 settembre l'allora presidente della BCE Wim Duisenberg in una conferenza stampa, in risposta a Tremonti, disse:[9]
« Non abbiamo progetti di introdurre banconote da 1 o 2 euro, ma ne abbiamo sentito parlare. Naturalmente, ne abbiamo discusso. Stiamo valutando le implicazioni di introdurre tali banconote. In linea di principio non abbiamo niente contro questo progetto, ma stiamo valutando le implicazioni e spero che Mr. Tremonti si renda conto che se tale banconota dovesse essere introdotta, egli perderebbe il diritto di signoraggio che si accompagna ad essa. Dunque se egli, come Ministro dell'economia, ne sarebbe contento non lo so. »

Prima di continuare una precisazione. Soltanto la Banca d'Italia prima e la Banca Centrale Europea hanno il diritto di stampare moneta. Ma la Banca d'Italia è una banca privata. Non fa parte dello Stato, ma è un'ente che vende moneta allo Stato. Proprio nel processo di vendita, la Banca Centrale Italiana vende moneta acquistando titoli di Stato. Ad ogni moneta stampata però la Banca Centrale Italiana aggiunge ovviamente un interesse che si accumula, in maniera tale da far in modo che l'intero volume della moneta circolante sia minore del debito che lo Stato ha con la Banca Centrale. In questo modo, Banca Centrale e Stato diventano un tutt'uno. A questo punto arriviamo ai giorni nostri. La Banca Centrale Europea, per fronteggiare la speculazione che partendo dalla Grecia sta distruggendo l'euro, ha escogitato l'idea di acquistare titoli di stato europei, ovvero titoli di stato dei vari componenti dell'Unione Europea. Questa decisione, inevitabilmente, sta portando alla continua svalutazione dell'euro, passato da valori vicini a 1,50 nel cambio col dollaro durante la crisi del 2010, passando agli 1,35 all'inizio della crisi greca fino ai disastrosi 1,21 di oggi dopo le decisioni prese dai ministri economici riunitisi in fretta e furia a Bruxelles. Risulta ormai chiaro l'esempio con il passato. L'unico modo per sottrarre l'euro alla speculazione dei mercati finanziari sarebbe sottrarre la stampa della moneta alla Banca Centrale Europea, che in quanto ente privato è soggetta a speculazione finanziaria dovuta alla caratteristiche intrinseche dell'euro. Al tempo stesso però non esiste alcun super-stato Europa in grado di arrogarsi il diritto di stampare moneta esente da un debito intrinseco. Ecco perché questa crisi, già presentatasi in passato, dovrà purtroppo avere una soluzione innovativa, dato che le attuali strutture dell'Unione Europea, basate sull'unione di tipo economico-finanziario più che governativo, non permettono il superamento e la protezione dell'euro sui mercati finanziari attuali.

martedì 4 ottobre 2011

Ritorna Casa Barilla, ecco come iscriversi alla tappa palermitana

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