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sabato 19 dicembre 2009

Piramide sopra il Cremlino: uno degli avvistamenti ufo più incredibili della storia

Difficilmente in questo caso si può parlare di missile o esercitazione militare. Forse, se di ufo non si tratta, siamo davanti al primo esperimento su larga scala di effetti olografici:

venerdì 18 dicembre 2009

Ecco come vanno in fumo i soldi del fondo straordinario

Con l'installazione il 18 dicembre (appena due settimane di vita garantite) delle luminarie per la città e dell'albero di natale gigantesco a Piazza Politeama vanno in fumo gli ultimi 300 mila euro destinati al fondo d'emergenza con cui si affrontano alluvioni, frane, crolli e altre calamità naturali. Dal consiglio comunale l'allarme era stato lanciato dal gruppo dell'opposizione, ma alla fine, come sempre in questa città, tutto è stato fatto in barba a qualsiasi logica. Il comune ha rilanciato l'aumento della TARSU nonostante una prima sentenza sfavorevole, la città è virtualmente paralizzata da una normativa sulle targhe alterne che ha già collezionato 800 multe in pochi giorni, con divieti irragionevoli e caotici. In più la crisi dell'AMIA continua a bruciare milioni di euro senza che il servizio venga minimamente garantito. Ecco perché tanta polizia attorno a piazza Politeama: il sindaco ha paura che qualcuno possa dare fuoco all'albero di natale con cui si potevano pagare un mese di stipendio ai dipendenti dell'AMIA, per esempio. Appuntamento quindi a domenica 20, quando a piazza Pretoria, davanti al comune, i cittadini porteranno sacchi verdi di spazzatura per erigere un degno albero di natale per Diego Cammarata

mercoledì 16 dicembre 2009

Gioacchino Genchi dichiara: posso incastrare Dell'Utri

Gioacchino Genchi, il superconsulente della polizia italiana, coinvolto nell'inchiesta Why Not? ha deciso di utilizzare i materiali raccolti in vent'anni di lavoro al fianco delle procure italiane, in particolar modo le registrazioni riguardanti i presunti contatti tra Dell'Utri ed i mafiosi, che organizzarono gli attentati degli anni 90 in America. Si attendono a questo punto nuove verità sui collegamenti tra i servizi segreti americani e quelli italiani prima e dopo le stragi

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martedì 15 dicembre 2009

Nuove dichiarazioni dei boss storici di Palermo sull'epoca delle stragi

Il successore dei Graviano a capo del mandamento di Brancaccio tra il 2005 ed il 2006, Fabrizio Iannolino, ha deciso di vuotare il sacco. Una storia interessante quella dell'odontotecnico do Termini, che da gestore di un bar vittima del racket si trasformò in carnefice. Grazie alla sua amicizia con Benedetto Graviano, il più piccolo dei fratelli che gestivano Brancaccio, riuscì a dettare le regole e le estorsioni nel territorio tra Termini Imerese, Trabia e Caccamo. Affiancato per un periodo dal boss storico, Liborio Pirrone, la sua immagine tratta da laprivatarepubblica.comfortuna finì con l'arresto anche dell'ultimo dei fratelli Graviano. Senza la sua protezione infatti, Bernardo Provenzano in persona ordinò un cambio al vertice che portò Antonino Teresi a gestire la cosca di Brancaccio. Anche Salvatore Grigoli, noto esponente del braccio armato di Brancaccio durante gli anni delle stragi, racconta la sua versione dei fatti. Grigoli conferma la volontà di farla pagare ai rappresentanti del PSI che li avevano traditi, e racconta come Bagarella in persona meditasse di uccidere il pentito Giuseppe Marchese, nonostante fosse suo cognato. Nei verbali di Grigoli non vengono citati i nomi dei referenti politici esterni, ma si parla dei suoi rapporti con Nino Mangano, braccio destro di Giuseppe Graviano, anello di collegamento con Bagarella. Grigoli racconta come anche lui conoscesse da anni un referente politico di cui però al momento preferisce non fare il nome. Grigoli parla anche di Matteo Messina Denaro, latitante nel trapanese come Spatuzza. Del superlatitante di Cosa Nostra, Salvatore Grigoli racconta di avergli fatto da autista nel 94 durante gli appuntamenti con Bagarella e di come sfuggì alla cattura a Milano, dove si sarebbe dovuto incontrare con Mangano e suo zio, decidendo di partire dalla stazione di Termini Imerese per poi sposarsi nel continente ed andare all'estero. Grigoli riferisce anche di uno sgarbo che Spatuzza fece nei suoi confronti, fregandosi dei soldi che Mangano aveva destinato a lui e di come Spatuzza iniziasse ad essere malvisto dagli altri a causa di una serie di sgarbi nella gestione degli affari. Nel frattempo è attesa per oggi una deposizione di Gianfranco Miccichè sul dichiarante Spatuzza.

Francesco Quartararo

lunedì 14 dicembre 2009

(L'in)sicurezza di Berlusconi

Non entrando direttamente nel merito del valore politico dell'aggressione (dato che tutti i politici sono ugualmente colpevoli di questo clima violento) è da notare l'efficienza del sistema di sicurezza approntato dal ministero degli Interni e dai Servizi Segreti, che curano la sicurezza del Presidente del Consiglio dal 29 aprile. Il ministro degli interni Maroni afferma di non aver nulla da rimproverare alle forze dell'ordine, che hanno brillantemente bloccato un gruppo organizzato di contestatori con tanto di bandiere del PDL. Peccato che il premier intanto risulti sfregiato, e che fortunatamente a colpirlo sia stata una statuetta lanciata da un uomo disturbato. Cosa sarebbe accaduto se un anonimo, sconosciuto alle forze dell'ordine, avesse avuto un'arma vera? Staremo ancora a Berlusconi feritoparlare dei successi del servizio d'ordine? Parleremo di clima di odio nella politica italiana, o di guerra civile? Per adesso si può parlare soltanto di estrema leggerezza del premier, che era stato informato della possibilità di eventuali attacchi da parte di squilibrati, prova ne sono le parole che ha detto al suo fidato Paolo Bonaiuti lo stesso giorno. Per quanto riguarda il discorso dei gruppi violenti su Facebook, la faccenda è molto semplice. Gruppi come Eliminiamo Berlusconi, Massimo Tartaglia...un eroe non possono essere cancellati. Motivo? Facebook può cancellare solo i gruppi che non rispettano le regole del suo servizio. Ecco perché ci sono ancora gruppi come Totò Riina...i fan! o uccidiamo Moccia!!!. Facebook è un social network libero e come tale non può essere fermato, a patto di oscurare l'intero sito di Facebook in Italia. La cosa più preoccupante riguarda piuttosto la sicurezza interna. Da almeno dieci anni i servizi segreti e le forze dell'ordine sanno che tutte le organizzazioni estremistiche in Italia hanno gli strumenti per riavviare una stagione simile a quella degli anni di piombo. Ci sono le persone, le strutture organizzative, le motivazioni. Quello che è sempre mancato è stato l'atto eclatante, il salto di qualità tanto temuto. L'aggressione di ieri dimostra come nessun politico italiano sia totalmente al sicuro. E se l'intelligence e le scorte falliscono, l'unico deterrente che può funzionare è il senso di civiltà degli italiani. Se riuscisse a prevalere il rispetto del diverso, della persona che vota diversamente, tifa diversamente, ha gusti sessuali diversi, prega diversamente, forse non ci si dovrebbe preoccupare nemmeno della sicurezza dei nostri politici. L'aggressione di ieri è un forte segnale di come potrebbero presto peggiorare ulteriormente le cose. Tocca allo stesso Silvio Berlusconi iniziare a stemperare i toni. Senza il suo dietrofront gli altri partiti non riusciranno a cambiare il modo di fare politica. Non farlo significherebbe portare l'Italia in una spirale di violenza peggiore di quella degli anni di piombo. Una violenza priva di scopo, senza un progetto politico, che colpisce con spietatezza e violenza insensata. Una violenza senza bandiere ed ideologie sarebbe anche difficile da individuare e sopprimere. Ecco perché occorre fermare il terreno fertile in cui comportamenti del genere possono crescere. E tutto questo, inevitabilmente, spetta alla sicurezza che Berlusconi ha nei suoi mezzi.

F.Q.
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giovedì 10 dicembre 2009

Fenomeno apparentemente inspiegabile in Norvegia scuote il mondo

Cominciamo dalla prova documentata:


Adesso proviamo insieme a vedere cosa può essere, vediamo che succede nei prossimi giorni:

1)Un ottimo lavoro di Photoshop o Flash Player
2)Il primo esperimento di scala mondiale di ologrammi programmati
3)Un buco nero in diretta (l'ipotesi teorica esiste, al CERN ci lavorano)
4)Un white-hole, previsto da Einstein, è l'esatto contrario del buco nero
5)Una frattura dello spazio tempo (dovrebbero presto accadere cose incredibili)
6)Un nuovo evento astronomico mai registrato prima (ma non era rimasta solo la materia oscura da studiare?)
7)Un segno celeste che precede un messaggio all'umanità
9)Una porta multidimensionale per l'arrivo di nuove creature nel nostro mondo (fantascienza?)
10)La più grossa macchia che abbia mai coperto un obiettivo fotografico

Speriamo almeno il CICAP dia una spiegazione

sabato 5 dicembre 2009

La Catturandi non conosce sosta

Qualcosa in Italia non quadra. Il secondo attacco allo Stato è stato lanciato solo ieri da Gaspare Spatuzza ed in attesa di sentire le dichiarazioni dei Graviano l'11 dicembre la Catturandi mette a segno due colpi semplicemente incredibili. Dopo la cattura recente di Raccuglia a Palermo il vuoto di potere era bene o male stato momentaneamente occupato da Giovanni Nicchi, giovane 28enne che per necessità si trovava a rappresentare la Cupola a Palermo. A lui Bernardo Provenzano aveva affidato il compito di riallacciare i contatti con i fuoriusciti americani. Contatti resi necessari dopo i colpi inferti all'establishment di Cosa Nostra. Fondamentali i documenti ritrovati a seguito della cattura di Domenico Raccuglia, che oltre alle armi ed ai contanti necessari per la sua latitanza portava con sé numerosi pizzini. Una volta conosciuto il meccanismo con cui comunicano i padrini è stato più facile decifrarli ed arrivare ad individuare i mittenti. Con la cattura di Nicchi si fa necessariamente più vicina la figura di Matteo Messina Denaro. Dovrà necessariamente occuaprsi anche degli affari a Palermo, cercando di curare gli affari al di fuori della sua zona di competenza oppure favorire l'ascesa di altre famiglie, magari al momento messe in immagine tratta da Repubblica.itsecondo piano. Come quella del boss storico dell'Acquasanta Gaetano Fidanzati, arrestato oggi pomeriggio a Milano in via Marghera. A lui si erano rivolti i boss subito dopo l'uscita del carcere, dopo una vita passata ad organizzare i traffici di droga. Una situazione che al momento fa esultare il ministro degli Interni Maroni, che sembra lanciare più di un'indicazione riguardo la chiusura delal rete su Matteo Messina Denaro. Il controllo capillare effettuato nelle banche svizzere qualche settimana fa potrebbe infatti aver fatto luce sul tesoro nascosto di Messina Denaro, che tra i tanti preziosi voleva inserire nella sua collezione privata il Satiro Danzante, colpo andato in fumo per pura casualità. Il colpo inferto dallo Stato è durissimo, e l'attenzione è puntata ancora più di prima all'11 dicembre prossimo. Cosa accadrà quando i boss Graviano, probabilmente mossi da una regia già curata nei dettagli per lanciare un attacco nuovo e frontale allo Stato, si accorgeranno che la guerra alla mafia sta subendo una brusca accellerata?

Francesco Quartararo

La nuova guerra di mafia

Le dichiarazioni di ieri del pentito Gaspare Spatuzza, detto "u tignusu", ex reggente del braccio armato di Brancaccio dopo l'arresto dei fratelli Graviano, segna un nuovo atto della strategia mafiosa. Ascoltando in diretta le dichiarazioni di Spatuzza, la sezione che si occupava del lato "economico" nel quartiere Brancaccio era la famiglia Tagliavia, che nella complessa vicenda Dell'Utri sarebbe stata naturalmente coinvolta. Ma l'ordine di far agire Spatuzza, a detta del pentito, arrivò dal carcere (!) per mezzo di Piero Romano. Insomma, non era una questione di soldi, era una questione strategica. Spatuzza ieri ha dichiarato come quei crasti (cornuti) dei socialisti tra l'88 e l'89 fecero il pieno dei voti, quindi dovevano pagare. A far fuori Craxi ci pensò la magistratura, per Claudio Martelli invece, una persona che oggi spiega ai giovani la costituzione in tv (sulle reti Mediaset) si doveva procedere con l'eliminazione fisica. Un'altra irritualità nella dichiarazione di Spatuzza riguarda poi la sua autodichiarazione di aver fatto parte di un'associazione "terroristico-mafiosa chiamata Cosa Nostra". Come se un tirapiedi di Bin Laden dicesse di far parte di un'associazione terrostica islamica di nome Al Qaeda, ma con una sostanziale differenza. I capi non hanno mai detto di far parte di qualcosa che si chiamasse Cosa Nostra, figuriamoci poi paragonarsi ad associazione terroristica come le Brigate Rosse. Ma Spatuzza precisa agli avvocati che Cosa Nostra diventa associazione terroristica nel momento in cui sceglie la strada stragista, non vuole vivere parassitariamente sullo Stato, vuole entrare nello Stato, farsi suo interlocutore diretto. La mafia ha sempre osteggiato i pentiti, ne ha persino sciolto nell'acido i figli. Perché i Graviano invece lasciano parlare liberamente Spatuzza? Perché in realtà, per governare in Sicilia, e quindi avere i numeri per governare questo paese, con la mafia si deve scendere a patti. Si tratta di una realtà storica accertata nella Prima Repubblica e che potrebbe segnare il trapasso della Seconda. Non solo, ma finché avremo politici ricattabili per reati penali, concussione, concorso esterno in associazioni mafiose (o potremo dire ormai tranquillamente terroristiche) qualsiasi maggioranza di qualsiasi colore sarà in pericolo, e con essa la democrazia in Italia. Ma c'è qualcosa che non è ancora emerso in questa storia. Due dettagli molto interessanti risalenti all'aprile di quest'anno, quando a Palermo arrivavano i primi segnali di un ciclone in arrivo. Mentre si bisbigliava non solo di una riapertura dei processi sulla strage di Via D'amelio, di accordi tra la mafia ed il vaticano, la massoneria, lo stato ed i servizi segreti americani (l'incontro a Roma in via Veneto tra Graviano e Spatuzza nel '93 avvenne davanti l'ambasciata americana, come è facile riscontrare da un confronto tra le dichiarazioni di ieri ed una panoramica del bar in cui avvenne l'ncontro), accaddero due cose interessanti. A margine di un'indagine chiusasi nel nulla contro il cognato, Francesco Messineo, procuratore capo di Palermo, ammonì i giornalisti dicendo: Attenti, la mafia potrebbe usarvi come arma, e al posto di pallottole usare i fiumi di inchiostro per i propri scopi. Una riflessione che mi venne subito in mente quando il difensore di Dell'Utri ieri chiese a Spatuzza: come collega i piloni pubblicitari a Dell'Utri e quindi a Berlusconi? Risposta: in base a quello che ho letto sui giornali. C'è un altro particolare agghiacciante, che al momento sfugge ai più. I procuratori di Palermo e Caltanissetta, sempre in quel periodo (primavera 2009) interrogarono direttamente Totò Riina, che cripticamente disse: Falcone e Borsellino sono stati uccisi da uno dei vostri, andate a controllare. In queste parole può essere racchiusa una strategia militare e terroristica nuova e paralizzante. Innanzitutto occore ormai considerare questo. L'Italia è in guerra. In questo momento sulle nostre teste si sta combattendo una guerra in grado di distruggere lo Stato. Si tratta di una guerra anomala, perché i morti sono arrivati prima, ma il piano, se vogliamo, supera quello di qualsiasi brigatista. Immaginate di voler far diventare la mafia un concorrente dello Stato, avete fatto fuori i nemici più irriducibili (Falcone e Borsellino), avete già trovato un gruppo di persone che prenderanno in mano il paese e vi danno garanzie (in questo caso Forza Italia, creata da un cavallo vincente, imprenditore di successo, creatore della tv privata, presidente di una squadra di calcio a cui, per un paio d'anni, ha fatto da stalliere Vittorio Mangano, capo della famiglia mafiosa di Porta Nuova). Poi il vostro cavallo vincente si imbizzarrisce, si vuole smarcare, rinnegare i patti fatti. Come la si può far pagare? Scatenandogli contro i giudici ed i pentiti, usando i mezzi dello Stato. Divide et impera dicevano gli antichi romani, falli scannare come cani e poi pigliati l'osso si direbbe oggi. Giornalisti che si scatenano contro il presidente del consiglio, giornalisti che si scatenano contro i magistrati, politici che attaccano i magistrati e magistrati che vogliono distruggere i politici. Se questo progetto fosse stato scritto su un volantino delle Brigate Rosse forse ci sarebbe stata più lungimiranza. Ma la realtà dei fatti è che in questo momento il terrorismo di mafia ha già vinto. Forse il Presidente della Repubblica ha davvero ragione. Abbassare i toni e trovare i motivi d'unione può essere l'inizio di una nuova forma di resistenza. Ma per arrivare a questo è giusto che ogni italiano sappia la verità, e che inizi a schierarsi. O con la democrazia o con i terroristi, di qualsiasi colore.

La Macchia 1986

martedì 1 dicembre 2009

Fini si confida con un amico: Berlusconi è finito

Ma non solo. Durante il dialogo Fini parla di alcuni particolari non ancora noti sulle dichiarazioni del pentito Gaspare Spatuzza, che vedrebbero coinvolto l'attuale presidente del Csm Nicola Mancino, ai tempi Ministro dell'Interno. Ecco il video:


Gazzetta.it-Homepage

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