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giovedì 6 novembre 2008

Barack Obama, le sfide, i sogni

Alle ore 3,19:50 ora italiana Foxnews, televisione legata al partito repubblicano, annunciava per prima la conquista dell'Ohio, stato cruciale per arrivare alla certezza matematica della vittoria. Alle prime luci dell'alba la vittoria avrebbe poi preso le proporzioni di una vera e propria onda che ha spazzato via, nelle intenzioni e nei contenuti, gli otto disastrosi anni dell'amministrazione Bush. In campo nazionale Barack Hussein Obama (controllate il link per verificare la straordinaria biografia del 44° presidente degli Stati Uniti) intende spegnere la crisi economica cambiando radicalmente il sistema sanitario, tagliando la dipendenza petrolifera, investendo drasticamente sulle energie rinnovabili, riducendo le emissioni di CO2 in maniera netta e riassorbendo parte dei disoccupati attuali nell'indotto energetico. Entro fine mese Obama debutterà a fianco di Bush nel prossimo G20, indetto per cercare di organizzare le potenze economiche mondiali nell'affrontare una crisi che, aldilà delle parole rassicuranti, rischia di dare un colpo mortale al sistema di produzione capitalistico che è stato concepito finora. Lo scudo spaziale che ha rischiato di rompere la recente alleanza con la Russia sarà fatto solo se Medvedev potrà vedere nel sogno militare di Bush un sistema difensivo comune e non un'invasione di campo. In Medio Oriente gli USA saranno sempre a fianco di Israele, ma Obama intende intavolare una trattativa diplomatica con la Siria, l'Iran e il partito che regge le sorti della Palestina (Hamas). L'Iraq sarà affidato gradualmente agli iracheni mentre le truppe saranno spostate in Afghanistan dove quasi sicuramente il presidente Obama chiederà un maggiore sostegno dagli alleati europei. Sicuramente il fatto di avere vissuto nel più grande paese musulmano per una parte della sua vita (Indonesia) e di avere una parte della famiglia in Kenya permettono a Obama di poter affrontare questioni spinose con una sensibilità ed un'apertura mentale diversa rispetto ad i suoi predecessori. Sarà da vedere se il presidente Obama avrà il coraggio di compiere scelte difficili, nuove ma necessarie: battere il terrorismo dialogando con i popoli arabi, radicali e non, usare la forza contro chi limita la libertà e la democrazia, consegnare l'Africa al mondo non come miniera di ricchezze da saccheggiare, ma come terra fatta di uomini e donne che possono dare un loro contributo alla causa mondiale. Il coraggio sarà l'unico strumento con cui Obama può dare fondo al suo spot elettorale: we need a change. Obama ha dato per ora una grandissima risorsa che è stata apprezzata in tutti i continenti da tutti i popoli da est a ovest: ha ridato al mondo una speranza. Entro quattro anni sapremo se un uomo ha avuto il coraggio di trascinare tutti nel cambiare il mondo.

Francesco Quartararo

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