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sabato 14 giugno 2008

Il diritto degli irlandesi di affossare il Trattato di Lisbona

L'Irlanda arricchita grazie all'Unione Europea sbatte la porta in faccia alla stessa Europa che presenta il conto. Una storia che può apparire ingiusta, frutto di ignoranza ed irriconoscenza, ma che dimostra tra le righe la debolezza di un'unione di stati fatta più di banchietratto da la stampa.itri che di cittadini. Nato dalle ceneri del precedente testo costituzionale, dopo estenuanti trattative con Polonia e Regno Unito, il Trattato di Lisbona permetterebbe la costituzione di un esercito comunitario permanente e la presenza di un unico portavoce dei 25 stati membri di fronte controversie internazionali. Il primo passo insomma per creare una federazione di stati paragonabile come struttura agli USA ma con storia, identità culturali e situazioni economiche molto più complesse. Popoli che portano con sé culture millenarie, hanno conosciuto momenti di divisioni laceranti nel corso dei secoli, l'ultimo dei quali è costato al mondo milioni di morti durante la Seconda Guerra Mondiale. Un referendum europeo sulla Costituzione Europea rappresenterebbe una soluzione molto più democratica di quella prospettata da Barroso o da Napolitano. Le elezioni europee ad esempio possono rappresentare l'occasione unica ed irripetibile per far votare ai 450 milioni di cittadini dell'Unione Europea il proprio destino, creando così le condizioni ideali per conoscere l'eventuale carta costituzionale ed assumere un'identità comune, non più solo italiani, portoghesi, tedeschi, francesi o rumeni ma europei nella comune identità nazionale. Un'Europa unita sarebbe in grado di mettere sul tavolo soluzioni importanti e definitive ai problemi del vicino Medio Oriente e dei paesi arabi in generali, data la prossimità geogrtratto da ilsole24ore.comafica ma soprattutto storica, economica e culturale. Un'Europa a voce unica avrebbe un peso maggiore sia nel consiglio di sicurezza dell'ONU che all'interno della NATO. Non più alleati ostaggi dell'amico USA ma patner forti e autonomi degli USA, liberi di dialogare con la Cina ed i paesi arabi senza posizioni dettate da Washington. Come leggere l'ultima visita di Bush in Europa, proprio in contemporanea con questa sonora bocciatura del processo di unificazione europea? Un'Europa debole, lacerata e a più voci è più gestibile per l'amministrazione USA. Lo si è visto nella richiesta di una posizione più dura nei confronti dell'Iran e dagli zerbini preparati dal governo italiano e francese nell'accogliere le istanze dell'alleato americano, anche a costo di mandare all'aria le posizioni assunte comunemente da 25 stati sovrani a Bruxelles. Un no, quello irlandese, che sembra essere paradossalmente la risposta più democratica ad un processo di unificazione europea auspicabile ma necessario più ai banchieri che ai cittadini del vecchio continente.

F.Q.

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