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giovedì 3 ottobre 2013

Basta parlare di tragedie del mare, l’indifferenza ha già fatto troppi morti | Informazione

E' da circa una settimana che dalla Sicilia arrivano notizie tremende di scafisti senza scrupoli che frustano migranti che hanno pagato anche fino a 5.000 euro per scappare da morte e miseria, vengono gettati in mare ed affogano. Vengono dalla Somalia, dall'Etiopia, dalla Siria, da luoghi del mondo dove vivere un giorno in più è un qualcosa di estremamente difficile, hanno attraversato continenti per morire qui, alle porte di una nuova vita. E poco importa se Papa Francesco ha chiesto di intervenire, non è da questa estate o nell'ultima settimana che il Mediterraneo si è riempito dei morti dell'indifferenza.
Solo oggi se ne contano 90 e 250 dispersi, ma sono migliaia quelli lasciati morire. L'Italia è appena uscita rafforzata da un travagliatissimo voto parlamentare, ha un governo e assumerà nel 2014 la presidenza per un semestre dell'Unione Europea. E' il momento di ricordare con forza che siamo la frontiera sud dell'Europa e in base ai trattati stipulati, i problemi alla frontiera sud dell'Italia sono i problemi dei 28 paesi dell'Unione Europea. Non c'è spread o spending review che tenga, non conta nemmeno far finta di nulla e girarsi dall'altra parte, disattendere ai trattati europei comporta sanzioni e in tema di immigrazione, occorre rispettare le regole stabilite.
Le tragedie degli ultimi giorni devono essere lo sprone per porre fine a questo scempio di cui tutti, per diversi aspetti, siamo complici. L'ignavia e l'indifferenza fanno più morti delle cattive politiche. Per una volta, è bene lasciare da parte le battaglie ideologiche e schierarsi per una battaglia umanitaria.
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