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giovedì 31 ottobre 2013

Alitalia, disoccupazione record. I temi concreti a margine dell’agenda parlamentare | Informazione

Napolitano prova a dettare l'agenda di governo, il Parlamento si avvita sul voto palese per la decadenza di Berlusconi (una decadenza al limite di quella radioattiva, vista la "velocità" dell'operazione") ma il paese ha fretta e non si ferma. O meglio, ha fretta di risollevarsi e non si fermano le chiusure di aziende, i licenziamenti, i fallimenti e la crisi dell'economia reale, mentre la Borsa di Milano naviga in acque migliori. 
I dati non smettono di peggiorare e sono implacabili: in Italia, su 10 giovani solo due lavorano, mentre ben 5.000 posti nel settore dell'industria sono a rischio. Nel giro di due anni, senza una brusca inversione di trend usciremo dal G8 mentre la disoccupazione ha raggiunto il suo massimo storico, pari al 12,5% come nel 1977.
Altro dato da non sottovalutare, il tasso di inattività rimane ancora alto, al 36,4% ma con un incremento minimo rispetto alla scorsa rilevazione. Solo negli ultimi cinque anni i dati parlano di più di un milione di posti di lavoro persi, ma dobbiamo considerare che il dato non tiene conto del lavoro sommerso, pagato in nero e che si palesa ogni giorno davanti ai nostri occhi. Secondo alcune stime ufficiose, il dato schizzerebbe fino a qualcosa come 3 milioni di posti di lavoro persi. Ma le cattive notizie oggi non finiscono qui.
Air France-KLM considera le azioni di Alitalia spazzatura e ha tolto il 25% di compartecipazione che aveva nella newco voluta dai "capitani coraggiosi". In soldoni, Air France sta cercando di far scendere il più possibile il prezzo della compagnia di bandiera italiana per evitare di investire soldi in perdita e si tiene alla finestra per poter tornare al capezzale di Alitalia poco prima del definitivo smantellamento. Una cannibalizzazione attesa e che si sta semplicemente concretizzando nella maniera più feroce, ora che i conti del vettore franco-olandese migliorano e si cerca di liberarsi delle zavorre per volare più in alto.
Continuare a dettare ogni giorno una priorità diversa è come non avere priorità. Se non si riesce a fissare una priorità alla volta, i dati reali ci parleranno di una decadenza inevitabile.

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