Cerca nel blog

giovedì 10 ottobre 2013

Rapito il premier libico a Tripoli, l'ombra degli estremisti islamici si allunga | Informazione

Proprio ieri parlavamo del fallito blitz in Somalia dei Navy Seals e del contemporaneo successo, proprio in Libia, del blitz teso a smantellare la cellula di Al Qaeda che dopo aver provato a saldarsi con i movimenti di ribellione contro Gheddafi, era arrivata a sostenere gli ex lealisti del colonnello. Questa mattina a Tripoli, la rappresaglia: un gruppo che si definisce di ex ribelli, è riuscito a rapire il premier Zeidan, trascinandolo in una località al momento non nota e diffondendo una foto.
La situazione è costantemente sotto controllo, il nostro ministro della difesa Mauro ha convocato una riunione di emergenza e avviato un'unità di crisi pronta ad ogni evenienza. Il paese non è mai riuscito a riavviare appieno la produzione e l'esportazione dei milioni di barili che era in grado di garantire durante il regime di Gheddafi, bloccato e paralizzato dal processo di riappacificazione e schiacciato da una crisi economica strisciante.
L'incertezza della gestione politica ha avuto pesantissime ripercussioni anche per il rispetto degli accordi internazionali per il controllo ed il pattugliamento delle coste libiche per ridurre i flussi migratori, mentre bande di ex ribelli sono riuscite a tornare in libertà a causa di una maxi evasione nei mesi scorsi. In Libia si parla di "arresto", un termine alquanto ambiguo se consideriamo che il rapimento del premier, seppur ad interim in vista di elezioni libere, è un atto di ribellione e disconoscimento dell'attuale governo in carica.
Non è dato sapere se i Navy Seals sono pronti a tornare in campo se richiesto, di certo nello scenario peggiore, l'uccisione del successore di Gheddafi, sostenuto dai nemici del colonnello libico, innescherebbe una nuova spirale di caos e violenza difficile da arginare e tenere confinata solo alla Libia. Ad est gli scontri in Sinai, al confine tra Egitto ed Israele, a due passi dal Canale di Suez, sono diventati ogni giorno più violenti ed il colloquio tra l'attuale presidente ad interim egiziano e la famiglia reale saudita che ha finanziato la caduta di Morsi, serviranno a determinare un nuovo assetto geo-politico per tutto il nord Africa.
Gli sviluppi delle prossime ore sono cruciali, per capire se si sta per avviare una nuova crisi regionale o tutto si sgonfierà nel corso delle prossime ore.

Nessun commento:

Gazzetta.it-Homepage

Che ne pensi del post? Prima di andartene, dammi il tuo parere

Pagina Sportiva

Sezione dedicata allo sport, con le notizie della Gazzetta e i vostri video

Link particolari