I Km rossi che separano Ducati e Ferrari
Due campioni in rosso, due miracolati dall'asfalto. Battezzati dalle due e quattro ruote, Casey Stoner e Kimi Raikkonen vengono da molto lontano, uno dal profondo sud, in Australia e l'altro dal freddo nord, in Finlandia. Carriere diverse, scelte simili: un destino segnato dalla Rossa. Se guidi una macchina la tua Rossa è una Ferrari, se stai in sella ad una moto la tua Rossa si chiama Ducati. Ti trovi comunque nella focosa Romagna, terra di passioni forti, piadine, lasagne, discoteche e ballo liscio. Persino la politica porta i colori rossi, da queste parti. Il brio e le bollicine le trovi pure nel vino che si usa per brindare alle vittorie di due scuderie gloriose, entrambe nate dalla genialità di italiani avventurosi, passionari ma attenti alla tecnologia ed al rapporto umano. Dietro questi due campioni, uno esploso quest'anno in grado di far impazzire anche il dott. Rossi e l'altro assolutamente spietato nel prendere un mondiale perso a giugno, stanno intere famiglie di meccanici, ingegneri, tecnici aerospaziali e compaesani che dedicano una vita alla loro scuderia e vivono con essa. La famiglia Ferrari gira per il mondo con due piloti, Raikkonen e Massa, che rischiano la vita nel portare a casa vittorie, gloria e soldi. La famiglia Ducati porta con sé Casey e Loris sulle piste di tutto il mondo vivendo a stretto contatto con loro, mettendoli in sella ad una belva scatenata che solo loro riescono a tramutare in vento. Strepitoso perché inatteso il trionfo Ferrari, derisa ed umiliata da Ron Dennis e dalle sue scorrettezze, i piloti frastornati dal giovane Hamilton pericoloso quanto l'indiavolato Alonso. Una vittoria costruita sulle lacrime, i nervi tesi e i denti stretti, pronti a raccogliere tutto ciò che si strappava all'avversario e presentando il conto delle malefatte di fronte alla giustizia sportiva. Sorvolando sul comportamento della FIA, Raikkonen ha dimostrato come il gioco di squadra, la costanza e la tenacia portano sempre risultati. In questo caso più che di risultato sembra quasi un miracolo non ancora spiegabile. A noi non servono spiegazioni, ci crediamo lo stesso. W la Ferrari! W la Ducati!
Macchia 1986
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