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venerdì 17 agosto 2007

La congiunzione pericolosa

La bolla speculativa sui mutui ad alto rischio, dopo cinque anni di crescita esponenziale, è esplosa negli USA coinvolgendo gli altri mercati internazionali nel giro di poche settimane. L'allarme in Italia era stato lanciato qualche mese fà dalle colonne di Repubblica da Federico Rampini, inviato storico nei paesi asiatici. Il mercato immobiliare americano dopo dieci anni di crescita senza freni ha avuto una battuta d'arresto pressocché totale: solo nella zona di Filadelfia non sono stati aperti nuovi cantieri dall'inizio dell'anno. I mutui subprime rappresentano circa il 20% dei mutui stipulati negli USA e sin dall'inizio il meccanismo si era autoalimentato delle illusioni degli acquirenti: il peso degli interessi era scaricato a cascata sull'ultimo acquirente. Dopo cinque anni il sistema di scatole cinesi è crollato su se stesso coinvolgendo non solo i piccoli-medi investitori, ma anche le grandi aziende ed i mega gruppi bancari. Il vero rischio di questi giorni è la scoperta di fortissimi investimenti in mutui subprime da parte dei gruppi bancari che durante gli ultimi anni hanno cercato sul mercato fondi per finanziare le loro scalate. La lista è lunga, da Barcaly's Abn Amro passando fino all'italiano Unicredit Group. Il presidente di Bnp Paribas, banca francese che in Italia detiene il 100% di BNL, nei giorni scorsi si era affrettato a rassicurare i suoi clienti assicurando che solo quote minime potevano essere state investite in fondi a così alto rischio. La settimana scorsa si è scoperto che Bnp Paribas presenta un buco di qualche miliardo di euro causato dai mutui subprime. Di certo se il presidente di una banca non sa nemmeno dove vengono investiti i soldi dei risparmiatori, un rabdomante potrebbe avere più fortuna in borsa. In Europa a rischiare maggiormente sono le poste tedesche, uno dei gruppi più solidi dell'intera Germania che a catena rischia di trascinare altre agenzie di credito e assicurative. Proprio le agenzie di credito e gli investitori più dinamici negli ultimi tempi si sono mossi grazie agli hedge fund, strumenti finanziari che sono al limite tra il diritto e la massima dinamicità necessaria per investimenti rapidi e con grande quantità di liquidi. Chi non possiede azioni o semplicemente pensa di non avere fondi investiti in azioni in giro per il mondo potrebbe soffrire un rialzo dell'inflazione, dettato sia dall'aumento spropositato dei beni di prima necessità, sia dall'enorme quantità di euro e dollari immessi dalle banche centrali per contrastare la crisi finanziaria


Francesco Quartararo

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