Il rock antimafia a Corleone
MTV Italia sbarca in uno dei luoghi più temuti d'Italia: la Corleone di Riina e Provenzano, il paese di Liggio e dell'ex sindaco di Palermo Ciancimino, nodo di collegamento tra l'ambiente politico e quello mafioso. A Palermo tutti sapevano chi era Ciancimino e a chi doveva la sua fortuna, ma nessuno osava dire niente, un pò come il suo degno erede di oggi, che per ovvie motivazioni non posso citare dato che l'indagine a suo carico è ancora in corso. Diversamente da come abbiamo visto in tv Corleone non ha una piazza enorme e dei muri a secco in mezzo alle trazziere, le strade sterrate di campagna. Gli abitanti non parlano nemmeno una specie di ibrido catanese-palermitano come nella fiction dell'anno, "Il capo dei capi" ma un siciliano stretto tipico dei paesi interni. Lo stupore, la sorpresa di chi fino all'ultimo non avrebbe mai pensato che Provenzano stava nelle campagne là vicino è autentica, il sindaco è necessariamente un sostenitore della legalità e non ha potuto che vedere di buon occhio l'iniziativa intrapresa da TRL di montare un palco dive far esibire i gruppi del momento in nome della lotta alla mafia. Una lotta azzoppata quando si toccano interessi troppo alti. Una piacevole eccezione ieri, quando il presidente della Despar Sicilia è stato arrestato con l'accusa di essere il cassiere di uno degli ultimi latitanti considerati influenti, Matteo Messina Denaro. Circa cinquant'anni fà, quando si riconobbe l'esistenza della mafia, qualcuno disse che senza l'interesse della politica la mafia sarebbe sparita. Ecco qual è il segreto della longevità della mafia: la sua capillare distribuzione e la capacità di concentrare grandi sacche di elettori verso un unico partito. Se andate a guardare il primo partito siciliano nell'arco degli ultimi cinquant'anni capirete veramente come si è evoluta la storia della mafia.
F.Q.
1 commento:
Buone feste e felice 2008
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