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sabato 9 febbraio 2008

Putin lascia la Russia presentando i suoi risultati

Nel discorso conclusivo alla nazione, così come il suo collega Bush, Putin presenta i risultati ottenuti durante la sua presidenza. La Russia demotivata, spaccata e corrotta di Eltsin all'indomani del crollo dell'URSS è ora un paese dove l'aspettativa di vita è passata da 57 a 76 anni, i grandi capitalisti arrichitisi alle spalle del paese lo servono senza più crearsi lobby autonome di potere, è un paese unito dove i ribelli ceceni sono stati annientati nell'ottica di pulizia dal terrorismo mondiale. Ma la Russia di Putin è un paese che non transige sulla corsa al riarmo, provocata e avvallata dalla Nato che con l'inserimento dell'Ucraina porta alle porte della Russia quella che è la più potente organizzazione militare al mondo. Da qui i toni molto duri di fronte i patner europei, tra minacce di chiusura dei rubinetti energetici che giornalmente irrorano l'Unione Europea. Ulteriore grana la dichiarazione d'indipendenza del Kosovo attesa per il 17 febbraio, a cui la Russia si è fermamente imposta in nome degli equilibri locali. Quasi immune dai rischi provocati dall'economia virtuale innescata dai subprime la Russia avverte il mondo di essere pronta ad assumersi qualsiasi responsabilità di fronte i progetti militari degli Stati Uniti. La crisi deriva dal progetto presentato dall'NSA (National Security Agency, che coordina la sicurezza interna ed esterna degli USA) di rinnovare alcune testate nucleari per tenerle al passo con i tempi. Secondo alcuni esperti la possibilità di nuovi test nucleari è esclusa dai controlli di manutenzione apportati ad ogni testata, troppo severi e rigorosi per dover essere ripetuti. I timori di alcuni ambienti militari derivano dal malfunzionamento delle testate più vecchie, che potrebbero non agire al massimo della loro potenza. Persino alcune riviste scientifiche si sono interessate a questi eventuali problemi, dando però pareri negativi su possibili malfunzionamenti strutturali delle testate atomiche. Putin si sposta in secondo piano, ha presentato al mondo l'eredità che lascia a Medved ed ha fortemente sconsigliato la presenza di ispettori dell'Ocse alle elezioni presidenziali di novembre.


F.Q.

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