La rincorsa alla Casa bianca, parte sesta
Forse ci siamo. Obama ha centrato il sorpasso. In Virginia ha doppiato la Clinton, nella capitale ha ottenuto addirittura il triplo dei voti. Ha fatto proprie alcune delle idee espresse in campagna elettorale da Edwards, candidato a questo punto ad affiancarlo come vicepresidente con il placet del partito democratico. Hillary non ha più retto alla soverchiante ondata di entusiasmo nei confronti del suo rivale interno, segnale il cambio a pochi metri dal traguardo del capo della sua campagna elettorale con una sua ex collaboratrice di colore, quasi a ruffianare in extremis quella parte afroamericana che suo marito Bill era sempre riuscito ad attrarre, tanto da meritarsi l'appellativo di primo presidente "nero" della storia americana. Le donne e i bianchi ormai sono convinti da Obama, in grado di battere anche John McCain, alle prese con un'opera non facile di conciliazione con l'ala conservatrice del suo schieramento. Tra settembre ed ottobre si assisterà probabilmente ad uno scontro molto duro, tra l'ex reduce del Vietnam, portabandiera dei valori repubblicani nel mondo, convinto nel continuare sulla scia di Reagan e Bush padre piuttosto che sulla linea disastrosa lasciatagli dal presidente uscente e il meticcio Obama, perfetta sintesi dell'americano moderno, giovane, rampante, sognatore e proveniente da culture e mondi diversi che solo negli Stati Uniti può trovare la possibilità di costruirsi una famiglia ricca e in grado di aiutare il prossimo. La solidità morale e la grande esperienza di John McCain contro il giovane rappresentante del meltin pot Obama. Una sfida appassionante aperta a qualsiasi soluzione.
F.Q.
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