La rincorsa alla Casa bianca, parte quinta
Nemmeno lo Tsunami-Tuesday, caratterizzato più dalla tragedia provocata dai tornado negli stati del sud più che da fatti decisivi, consegna il nome dei due sfidanti alla Casa Bianca. Almeno così sembra in apparenza, in quanto in campo repubblicano McCain elimina lo sfidante con la maggior quantità di fondi a disposizione, Mitt Romney, ma è fortemente inviso dallo zoccolo duro dei neocon, che preferirebbero un altro Bush piuttosto che un repubblicano che parla di tasse e controllo maggiore dei mercati. A sorpresa potrebbe essere proprio il conservatore Huckabee lo sfidante più duro per l'ex veterano del Vietnam, scelto dagli indecisi per la sua esperienza politica. In campo democratico i toni si sono concentrati sul testa a testa tra i due candidati, che lottano ancora per un posto al sole nel partito democratico. Molti osservatori definiscono salutare la lotta tra Obama e la Clinton, ma la senatrice accusa il colpo: ha già finito i finanziamenti esterni ed ha attinto a qualche milione di dollari del suo patrimonio personale, quindi potrebbe non reggere il testa a testa fino all'estate. Al momento la scelta di un presidente forte e con esperienza politica decennale, un vero e proprio capitano in grado di guidare gli USA fuori dalla crisi subprime sembra prevalere sulle promesse rivoluzionarie di Obama. Se il voto fosse domani, probabilmente i repubblicani sarebbero ancora alla Casa Bianca.
Francesco Quartararo
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