Con il cuore in mano
Palermo- Le vicende del cardiochirurgo Marcelletti hanno avuto una risonanza internazionale. Accusato di aver preso fondi illeciti dalla sua fondazione non-profit, l'Abc, oltre che il possesso di materiale pedo-pornografico, tramite l'invio di foto piccanti con la figlia tredicenne di un collega. Sospeso dall'Ordine dei Medici e dalla direzione dell'Ospedale Civico, la carriera di Marcelletti sembra pressoché distrutta. Ma in pochi si ricordano di un particolare, rilevante ai fini dell'accusa. Il Tg3 regionale siciliano nei primissimi giorni ha ricordato, oltre all'immenso curriculum del cardiochirurgo, le sue recenti denunce contro le infiltrazioni politiche e mafiose negli affari della sanità locale. Impossibile non pensare quindi ad una sorta di trappola ben orchestrata: un medico accusato di peculato se la può sempre cavare, basti su tutti il caso dell'ex ministro della Sanità, Girolamo Sirchia. Un'accusa di pedofilia invece stronca per sempre qualsiasi tipo di carriera. In un'ambiente profondamente inquinato dal potere e dagli interessi trasversali, come quello della sanità in Sicilia, potrebbe aver teso una gran bella trappola ad uno dei medici italiani più noti al mondo. Per capire cosa è il sistema di affari che ruota intorno alla sanità basterà ricordare come uno dei settori professionali che investe maggiormente nelle spese dei partiti siciliani è quello della sanità, Toto Cuffaro è medico come il suo collega accusato per aver curato Bernardo Provenzano nella lussuosa clinica privata di Bagheria. Raffaele Lombardo, attuale presidente della Regione, è medico specializzato in psichiatria forense, sostenuto nella zona di Catania dall'ex sindaco Scapagnini, medico personale di Berlusconi e attualmente indagato per reati commessi durante il periodo di gestione del comune di Catania. Niente di strano quindi se un sistema molto chiuso e rigido si sia potuto difendere con metodi più o meno leciti dalle accuse di Marcelletti ben prima che venisse accusato. Nel frattempo tutti i genitori dei suoi pazienti, sia quelli già operati che quelli in attesa in corsia per un trapianto, chiedono a gran voce il ritorno in servizio del medico, attualmente costretto ai domiciliari con obbligo di residenza. Una brutta storia, dai contorni non molto netti ma che sicuramente avrà ancora molto da dire.
Francesco Quartararo
3 commenti:
si scrive non-profit
Grazie per la precisazione, se non fosse stato per te non mi sarei mai accorto della corretta dicitura. X il futuro, lo dico a te e lo dico anche a chi commenta il mio blog in generale, preferirei avere almeno il nickname della persona con cui dialogo. Non mi offendo mica se qualcuno vuole esprimere la sua anche giudicando negativamente questi post. Io intendo solo esercitarmi per diventare giornalista professionista su questo blog, non ho pretese di infallibilità
il mio era un consiglio, tralaltro poco apprezzato visto che lo hai lasciato sbagliato.
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