La (poco) civile attesa del voto a Palermo e dintorni
Palermo, 7 maggio- A risentire le parole di Berlusconi i dementi in città sono più di quanti si possa credere. Ad infiammare un clima già molto incandescente si aggiungono i quotidiani attacchi a postazioni mobili dei candidati, incendi di auto, minacce e veri e propri linciaggi verbali. In questo la campagna politically scorrect è equa, colpisce a destra, al centro e a sinistra. Nella giornata di domenica la città ha ospitato tutti gli esponenti più importanti della politica italiana. Assente Totò Cuffaro, poco amato nella città di Palermo (durante le elezioni regionali Rita Borsellino conquistò una netta maggioranza di preferenze), che ha preferito sostenere il candidato gelese Pino Gagliano contro Rosario Crocetta, collezionando una bordata di fischi da parte di giovani contestatori di sinistra. Pare si sia reso necessario l'intervento delle forze dell'ordine per evitare il contatto tra le parti. L'importanza del comune di Palermo per la Cdl è stata ricordata dal presidente della regione in più di un'occasione, basta ricordare il 61-0 delle passate elezioni. Il punteggio indica il numero dei deputati eletti per la coalizione di centro-destra, un vero e prorpio en plain. Palermo si prepara a dare una selva di voti per i partiti di centro-destra, sicuri del controllo del consiglio comunale. Discorso diverso per la candidatura a sindaco. Orlando è un nome forte, in grado di assestare da solo il colpo a Cammarata, forte della mega campagna pubblicitaria fatta per mostrare la rinascita di Palermo. Una campagna oggetto di critiche, più volte finita nel mirino della stampa e della trasmissione "Le Iene". I Ds e la Margherita attendono il verdetto delle urne, poi si vedrà chi seguirà la linea del Pd e chi si lancerà nel progetto della Sinistra Europea. L'importanza di queste elezioni comunali varia, sentendo le dichiarazioni, di giorno in giorno o di sondaggio in sondaggio. Dall'ultimo proclamo usato in città il voto di fiducia a Cammarata serve a dare una spallata a Prodi. In realtà il vero colpo di testa è confondere l'elezione del sindaco e del consiglio comunale come un voto di valenza nazionale. Il voto comunale non cambia il governo nazionale.
Francesco Quartararo
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