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venerdì 11 maggio 2007

Il Papa in Brasile con un orecchio a Roma

La visita pastorale di Benedetto XVI entra nel vivo oggi con la proclamazione del primo santo totalmente brasiliano. Bagno di folla allo stadio di San Paolo dove il papa è entrato in contatto con i giovani che si sono avvicendati sul palco. Il tutto mentre monta la questione scomunica contro i politici che appoggiano l'aborto e si avvicina in Italia la prima manifestazione della storia a sostegno della famiglia. Due questioni delicate che coinvolgono morale cristiana e società civile. La scomunica per chi pratica l'aborto è un'offesa alla libertà di pensiero e giudizio concessa all'uomo prima che al credente. La questione sull'inizio della vita è troppo complessa per ridurla a poche battute. La scintilla divina presente in questo processo non è del tutto esclusa, ma questo miracolo è possibile solo dove si manifesta l'unione di un uomo ed una donna (o meglio, dei loro patrimoni genetici, viste le nuove tecniche). Davvero un processo che si ripete da quando esiste l'uomo deve essere una questione esclusivamente religiosa? Altro appuntamento cruciale che si avvicina è quello del 12 maggio a Roma. La manifestazione in difesa della famiglia dimostra la volontà di manifestare l'importanza dell'istituzione che sta alla base di ogni società civile e di ogni stato. Persino nella condizione tribale l'unità minima è la famiglia. I rappresentanti politici presenti alla manifestazione hanno più di una famiglia, non possono ricevere il sacramento della comunione ma sono stati schierati dal Vaticano a difesa di un'istituzione che è cambiata nel tempo. Le famiglie di oggi in Italia non sono necessariamente costituite da un uomo, da una donna ed almeno un figlio. Esistono famiglie costruite da una madre divorziata ed una figlia che vanno avanti da soli, e il sostegno economico e sociale non proviene né dallo Stato, né dalla Chiesa, ma dagli amici, da altri componenti esterni che compongono la famiglia. Anche le coppie con quattro figli con 30 alle spalle di convivenza possono essere considerate una famiglia? E per quanto riguarda i figli avuti da rapporti extraconiugali o peggio ancora da stupri, dov'è la famiglia classica? Nel corso dei secoli lo Stato ha dovuto decidere se cambiare il proprio assetto prendendo atto della mutata situazione interna o dettando delle linee guida. Nel corso della storia questi passaggi a volte sono stati traumatici: nella storia contemporanea basta vedere cosa è successo dal 1789 ad oggi, per cambiare l'assetto degli stati nazionali in tutto il mondo. L'Italia ha una peculiarità rispetto al resto del mondo, in quanto sede del Vaticano. Siamo rimasti profondamente divisi tra guelfi e ghibellini, i guelfi di oggi si chiamano centristi mentre i ghibellini sono i laici di destra e sinistra. In mezzo i "ghibellini cattolici" ed i "guelfi di destra e sinistra". Si avverte la mancanza di una Chiesa vicina agli uomini che parli con parole di speranza e rassicurazione. Si preferisce arroccarsi in posizioni oltranziste, troppo al di fuori della società civile, causando dissapori e tensioni. Basta una critica scanzonata durante la festa dei lavoratori per far tuonare dall'organo di stampa della Chiesa "Terrorista!". Dov'è finito il messaggio di pace e speranza? Come può la Chiesa rassicurare e portare un messaggio condiviso di distensione accomunando un comico ad un assassino di vite innocenti? La Chiesa di oggi è attesa da decisioni sempre più pressanti. Il Vaticano sta per perdere una delle ultime occasioni di rimanere agganciata alle reali questioni di questo mondo. La stessa idea di famiglia è cambiata già da almeno un secolo, si tratta di giocare d'anticipo per regolare giuridicamente le famiglie dei prossimi 50 anni. D'altronde la Sacra Famiglia nasce come una famiglia fortemente atipica: il padre, la madre ed il figliolo non erano proprio legati da un vincolo di parentela così stretto come si pensa. Anzi, si propone già dall'inizio un problema di inseminazione non naturale.


F.Q.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono perfettamente d'accordo con te quando dici che in italia siamo rimasti profondamente divisi tra guelfi e ghibellini, i guelfi di oggi si chiamano centristi mentre i ghibellini sono i laici di destra e sinistra. In mezzo i "ghibellini cattolici" ed i "guelfi di destra e sinistra".
Il problema, a mio avviso, è sempre il solito. In Italia ci si diverte a farsi la guerra. Quello a cui assisteremo domani a Roma in occasione delle due manifestaziono pro/contro DICO, ad esempio, non sarà altro che la riproposizione in chiave moderna delle “amichevoli” diatribe tra Don Camillo e Peppone!
Come nei film, tra i parrocchiani di Don Camillo e i compagni di Partito di Peppone, alla fine non vincerà nessuno perchè in fondo sono tutti amici!!!! L’importante è farsi la guerra!!! ;-)

salpetti.wordpress.com

Unknown ha detto...

Se i toni non fossero così forti ci sarebbe quasi da ridere. Si manifesta a favore di qualcosa che è sempre esistita e sempre ci sarà. Un pò come se si facesse una giornata evento sull'importanza dell'ossigeno...

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