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lunedì 14 maggio 2007

The Family day after

Cifre contrastanti sul Family day di sabato, sui giornali nazionali si registrano presenze che variano da un milione di persone a 200.000. La contro-manifestazione si attesta intorno alle 20.000-10.000 presenze. Lacerazioni politiche bipartisan quelle di sabato: la Chiesa prende le distanze dalle dichiarazioni di Silvio Berlusconi, travestito da crociato che stigmatizza i cattolici che votano a sinistra, "Sono parole che nulla hanno a che vedere col Family Day. Chi dice queste cose se ne assume la responsabilità, ma la Chiesa e le associazioni cattoliche laicali non hanno questi problemi". Mussi, presente a Piazza Navona lamenta l'assenza di esponenti dei Ds, bloccati dall'alleanza con la Margherita, storicamente più vicini alle posizioni vaticane. In tutti i telegiornali e programmi di approfondimento si sprecavano le interviste alle famiglie record presenti a Piazza San Giovanni in Laterano: dai cinque agli otto figli gioiosamente in fila contro il pacchetto legge sui DICO. Ecco l'identikit dei manifestanti di ieri: famiglie di forte tradizione cattolica, con almeno due figli a carico con uno stipendio in grado di permettere condizione di vita agiate ed una cultura medio-alta. Le famiglie con un figlio o con più di quattro figli del resto d'Italia sono rimaste a casa, pronte a tirare la cinghia per il mese di maggio in attesa del sussidio statale e dello stipendio di fine mese. Orgoglio familiare pronto a cacciare il governo? La famiglia non ha bisogno di una giornata di questo tipo per rivendicare la sua importanza, dietro questa manifestazione si è voluto agitare lo spauracchio di un governo che tassa e tartassa e poi fa diventare il mondo alla rovescia facendo sposare le coppie gay. La memoria corta ci fa dimenticare i bei tempi dei condoni selvaggi, della "finanza creativa" e del welfare distrutto. L'Italia è uno dei paesi più anziani al mondo, il futuro è una scomessa che non esiste nel vocabolario odierno. I lavoratori ed i pensionati vogliono tutto ora e subito, i loro figli ed i loro nipoti maturano l'amara consapevolezza di dover rinunciare a quarant'anni di conquiste sindacali e civili per dover ripartire da un mondo del lavoro simile a quello dei primi dell'ottocento. Forse è mancata nella festa di sabato quella moltitudine di uomini e donne con figli, assieme da anni che non costituiscono una famiglia legale. Mancavano anche le potenziali famiglie in piazza, quelle che non si formano a causa di un'incertezza lavorativa di cui la politica ed il Vaticano non parlano più da tempo.


Francesco Quartararo

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