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giovedì 15 aprile 2010

Le grandi interviste esclusive - Pace, amore e Negrita a tutte le ore

NegritaImage by fmc62 via Flickr

Hanno chiuso il loro ultimo tour estivo, Helldorado, a San Vito lo Capo, in provincia di Trapani. Noi eravamo lì e grazie ad un'intervista esclusiva vi raccontiamo come è andata.


La giornata promette bene. Dopo tanta pioggia lo spettacolare palco naturale di San Vito lo Capo offre una giornata di caldo e sole. L'ultima coda di estate attende i Negrita per la data conclusiva del tour Helldorado, dopo cinquanta date in tutta Italia. C'è aria di festa in giro, per l'ultimo giorno di tour i Negrita ci concedono un'intervista in esclusiva. Non chiedetegli di parlare di talent show o questioni sanremesi. Con i Negrita occorre andare al sodo, il loro pane quotidiano è la musica, quella suonata tutti i giorni, figlia del rock. Proprio ad una canzone dei Rolling Stones devono il loro nome: Negrita, come la canzone che Mick Jaggers, Keith Richards e soci scrissero nel lontano 1976. A fare gli onori di casa Pau, che apre una bella bionda ghiacciata e ci concede 10 minuti per quattro chiacchere nel retropalco.

Pau, grazie al Coca Cola live concorrete ancora come miglior singolo dell'estate, una piccola soddisfazione, no?

Si, è strano, siamo rimasti in corsa per questa cosa con molti artisti che con noi musicalmente parlando non c'entrano niente, anche con dei ragazzini adolescenti (sorride), insomma, una piccola gioia indefinita.

Il tour si conclude oggi ma so che voi non vi fermate. Tra 20 giorni siete tra gli invitati alla prima edizione dell'(H)It week, in California, di che si tratta?

È una piccola Italia trasferita, in California, sarà una rassegna importante di tutte le arti e le eccellenze italiane che celebra la creatività italiana in molti settori. Sicuramente sarà un modo di suonare in una terra lontana ma ricca di musica, Per il resto siamo ben messi, protetti da una struttura italiana che ci accompagna.

E nemmeno poi tanto soli...

Assieme a noi ci saranno Le Vibrazioni, gli Afterhours, Piero Pelù, i Linea 77 e Franco Battiato che porta oltre alla sua musica i suoi quadri e un suo film. Poi stiamo parlando della California, beh, è una terra che al rock ha dato tanto.

In passato avete vinto il premio italiano come miglior video indipendente, ma detto tra noi, di chi è stata l'idea di conciarvi in quella maniera nel video di "Gioia Infinita"?

Per noi è divertente, siamo una band di amici che vuole divertirsi. È stata una cosa goliardica, poi nella tradizione del rock, prima o poi tocca vestirsi da donna, dai Queen ai Nirvana fino agli Afterhours, lo hanno fatto tutti. L'idea era quella di ricostruire i postumi di una festa fatta dopo i fumi dell'alcool, o comunque qualcosa fatta in compagnia di amici che sono all'ultima festa insieme e hanno in mente solo di divertirsi, tutto qui.

Da Radio Zombie a Radio Conga, come è cambiato il vostro modo di fare musica?

Hai centrato il punto. Ai tempi di Radio Zombie in copertina c'era una terra desolata, sentivamo come la gente si stesse cominciando a chiudere in casa, isolarsi, aver paura del mondo e di chi gli stava intorno. Molto era dettato anche dalla tecnica dei media dopo l'11 settembre, sentivamo come la gente si stesse isolando in maniera pericolosa. In Radio Conga parliamo ancora alle stesse persone ma vogliamo farlo cercando di far uscire la gente, ridandogli la voglia e la gioia di vivere come capitava 20 anni fa, cercando in qualche modo di tornare ad essere un popolo accogliente. Radio conga parla anche di questo.

La vostra svolta musicale in fondo è arrivata anche dal lungo viaggio in Sud America...

La voglia di contaminazione ci ha spinto a cambiare e a viaggiare. Noi abbiamo bisogno di incontrare altre culture che ci spingano a fare musica e a cercare ispirazione, come l'essere umano ha bisogno di acqua, noi abbiamo bisogno di emozioni vere e di vita vissuta.

I Negrita partecipano attivamente al progetto Rezophonic, avete in previsione qualcosa a breve?

In realtà da un pò di tempo, oltre al progetto Rezophonic, ci siamo occupati di controllare dei pozzi d'acqua in Africa con Amref italia. Noi lavoriamo con l'ong Ucodep che lavora in Brasile, Cesare "Mac" Petricich ha parlato con Lula per un progetto che serve a costruire cisterne per raccogliere l'acqua piovana. Possiamo permetterci di fare queste cose e lo facciamo.

Cosa consigliereste ad una band che vuole emergere?

Non ci sentiamo di dare consigli a chi non conosciamo, l'unica cosa che ci sentiamo di dire è che ci vuole qualcosa in più della passione e molta furbizia, per far diventare questa passione qualcosa di più potente.

La vendita di album online, può salvare la musica?

Non seguo il lato per cosi dire "discografico" della musica, ma mi rendo conto che la cosa è avviata, forse si può ridare vita a questo mondo che è in crisi e che castra di più le band emergenti. Non avendo gli introiti è difficile promuovere il primo disco di una band.
Il loro manager mi fa un cenno, è ora di andare. Una stretta di mano prima del concerto e poi lo spettacolo, coinvolgente, emozionante. (il chitarrista), il più taciturno e quello forse più introverso impugna la chitarra con decisione, il "gigante di Casteldaccia" Francesco "Franky" Li Causi sembra più simile ad un guerriero delle Ande che ad un siciliano doc, poi "el Drigo", che cerca in tutti i modi di coinvolgere la folla, Pau, letteralmente scatenato e tutta la loro band allargata agitano la folla fino a notte fonda regalando ai presenti, ancora una volta, un piccolo scampolo di gioia infinita.

Francesco Quartararo
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