Cerca nel blog

giovedì 23 aprile 2009

A lungo termine: cosa può nascere dal G20, cosa può produrre la crisi

Una riflessione nata dal vivo ascolto dell'intervista che Gianni Minoli ha condotto con Romano Prodi come interlocutore, una visione a largo specchio rispetto agli stretti spazi concessi dall'analisi spesso miope rispetto all'analisi quotidiana che si limita ad un bollettino di cifre più che ad un'analisi approfondita. L'idea è che la crisi vada risolta con l'accordo definitivo tra politica ed economia dei ruoli che le competono: guida e direzione del convivere civile l'uno, strumenti di crescita economica l'altro. Sembrano affermazioni banali, ma in una crisi determinata dal liberismo selvaggio, pensare di perpetuare l'inclinazione naturale del capitalismo, che in questi anni è stata ulteriormente pompata da una classe politica che si è illusa di indirizzare l'economia, o risolvere il tutto con interventi neo-comunisti, ovvero con interventi governativi che limitano la libertà d'azione dell'economia, innescando quei meccanismi che hanno fatto detonare l'URSS su se stessa non è più pensabile. Occorre creare un sistema economico che non ha ancora un nome, ecoliberismo, socio-capitalismo se preferite, ma che deve comunque paritre da alcune costatazioni da cui nessuno può più prescindere:

  1. Qualsiasi progetto politico ed economico, a livello locale e globale, deve sempre mantenere un contatto con la realtà. Tutto ciò che viene creato, in termini economici, deve tenere conto del lavoro effettuato sul bene prodotto. La lezione di Marx relativa al valore aggiunto va coerentemente inserita in uno schema in cui la competizione tra soggetti economici sia regolamentata da regole ferree, stabilite a priori dai paesi che muovono l'economia mondiale. Stabilite le regole ed il valore reale di qualsiasi prodotto, la "mano invisibile" di Adam Smith può creare un mercato sano.
  2. Qualsiasi tipo di soluzione politico-economica intrapresa, a breve, medio e lungo termine, deve ormai tener conto dell'impatto ambientale che può comportare. In prospettiva la Terra potrà arrivare ad ospitare 10 miliardi di esseri umani o forse il doppio entro la fine del prossimo secolo. Le risorse a disposizione sono limitate per uno sviluppo ecologicamente sostenibile. I cambiamenti climatici in atto (prodotti dall'uomo o meno) coinvolgono sicuramente paesi che si trovano già ora ad affrontare nuovi eventi climatici, più violenti o inaspettati. La storia umana si misura su migliaia di anni mentre i cambiamenti sul clima e sulla geologia del nostro pianeta investono cicli più ampi di cui l'uomo deve pur tener conto. Aumentando la quantità numerica di abitanti e la nostra capacità di operare modifiche visibili sul territorio, necessariamente l'impatto ambientale della specie umana modifica le condizioni di vita sul nostro pianeta e può accellerare (o rallentare) processi che non conosciamo appieno. Ecco perché le politiche economiche del G20 partono proprio dalla considerazione realistica dei territori fisici in cui si opera: non solo nazioni fatte di cittadini, ma nazioni fatte di cittadini che vivono in un territorio, che subisce mutamenti, e che come i cittadini e le nazioni vanno tutelati.
  3. A guidare l'economia mondiale, oltre ai paesi del vecchio blocco NATO ed ex comunisti, vanno messi allo stesso tavolo i paesi dell'OPEC, Cina, India e gli stati guida del Sudamerica. Non va dimenticata l'Africa, che al momento porta avanti solo il Sudafrica come stato in grado di proporrre un'economia valida a livello internazionale, ma che comunque prima o poi presenterà altre realtà nazionali come rappresentanti del continente nero.

Dalle macerie di una recessione globale che vedrà il PIL mondiale tornare indietro di una cifra tra l'1% ed il 2%, con un dato che per l'eurozona vedrà diminuire in misura del -4% (con l'Italia leggermente al di sopra della media) si esce sicuramente con investimenti nuovi, coraggiosi, proiettati al futuro: un paese che punta solo ai beni di lusso o all'artigianato di qualità, senza competere nella velocizzazione dei servizi, nella produzione di sistemi di comunicazioni sempre più integrati, veloci ed in grado di portare sul mercato in tempi sempre più stretti le innovazioni provenienti dalla ricerca non è in grado di sopravvivere nel mondo che verrà. Servizi che passano da infrastrutture che seguano parametri di sicurezza accettabili, in grado di trasportare su rotaia un volume di merci doppio rispetto all'attuale, con un rilancio della produzione di beni primari di qualità. Un tessuto politico ed economico che sappia indirizzare le industrie pesanti come quelle siderurgiche in un progetto poderoso in grado, soltanto in Italia, di lanciare contemporaneamente due settori: quello turistico e quello industriale. Quale volume di denaro può essere messo in moto dalla sistemazione graduale dell'intero patrimonio architettonico storico italiano secondo i nuovi parametri antisismici? Un progetto in grado di azionare investimenti poderosi anche dall'estero che avrebbero come boomerang virtuoso un aumento del flusso turistico che a catena attiva altri settori. Un altro settore che potrebbe essere proiettato verso il futuro riguarda il tessile, con la creazione di indumenti prodotti con tessuti naturali, vernici a basso impatto ambientale in grado di interagire con le tecnologie avanzate: chi sarebbe disposto a comprare un giubbotto naturale, traspirante, fotosensibile e autoalimentato dall'energia cinetica dell'indossatore, in grado di cambiare colore o tema a secondo dei gusti del compratore, in grado di acquistare online nuovi "temi" per il proprio giubotto, camicia o t-shirt? Magari un giubotto o un k-way integrato ad una mappa satellitare per chi si deve orientare in mezzo alla giungla urbana, o scarpe che segnalano la temperatura interna del piede e mette in guardia l'utilizzatore dal rischio di un antiestetico odore proveniente da calzature troppo usate. Idee che coniugano la tradizione di un paese come l'Italia con la direzione che il mondo che verrà già indica: più tecnologia nel rispetto dell'ambiente.

Dal punto di vista politico la riflessione si chiude con un'utopia, dichiarata da Romano Prodi, che può accendere diversi allarmi ma che in prospettiva sarà resa necessaria dagli eventi. Non ora, non domani, forse tra altri 500 anni, ma in una direzione le cui basi sono state poste da organismi come l'ONU, il Fondo Monetario Internazionale, la Banca Mondiale e tutti quegli strumenti di controllo e indirizzo internazionale figli del secondo dopoguerra. Per rispondere al meglio ed in maniera sempre più tempestiva a crisi economiche, guerre, aspettative politiche e sociali, la tendenza da inizio del secolo scorso ad ora, è quella di creare organismi sovrannazionali in grado di dettare le regole del gioco. Un gioco che in campo militare è retto dalla NATO, a livello politico dall'ONU e dal punto di vista economico dal G20 e dai vari organismi delegati. Alla luce dei nuovi fatti, un Nuovo Ordine Mondiale è inevitabile. Non può essere arrestato, le forze centrifughe riguardanti le differenze economiche, religiose, etniche sono troppo deboli per resistere alla necessità della politica internazionale, dell'economia globale e della criminalità organizzata. Un'intuizione questa derivante da una costatazione fatta in tempi non lontanissimi dallo stesso Giovanni Falcone: la criminalità organizzata (ed i suoi figli moderni, come il terrorismo islamico e quello ecologico, non ancora espressosi in maniera eclatante ma salito prepotentemente alla ribalta) si muove già in un unico tessuto globale in grado di influenzare l'economia di interi paesi, drogare il sistema politico e distruggere il tessuto sociale. In tal senso, un'anti-sistema che si muove con successo nel mondo globalizzato da almeno vent'anni, presto o tardi sarà imitato dal sistema politico-economico a noi noto. Anticipo le numerose obiezioni e lacune sull'argomento relativo al Nuovo Ordine Mondiale, la sua inevitabilità e la sua creazione segnalando una serie di link per potersi fare un'opinione a riguardo:

Link1

Link 2

Link 3

Link 4

Link 5

Francesco Quartararo

1 commento:

Antonio Candeliere ha detto...

ciao grancesco, passo per un saluto.

Gazzetta.it-Homepage

Che ne pensi del post? Prima di andartene, dammi il tuo parere

Pagina Sportiva

Sezione dedicata allo sport, con le notizie della Gazzetta e i vostri video

Link particolari