Come ci si prepara al G8 all'Isola d'Elba, parte prima
Mentre la Grecia vive dall'inizio dell'anno un movimento di protesta che ha praticamente bloccato per diversi giorni qualsiasi attività e la Moldava chiede occupando il Parlamento di ricontrollare i voti, presento la prima di una serie di post per descrivere il G8 dell'isola d'Elba, storico per il periodo in cui viviamo e che speriamo non sia come quello di Genova del 2001, quando i veri colpevoli di quel disastro furono promossi per essere sottratti ad indagini serie. Cominciamo facendo notare in questo filmato come i no global di cui si parla nei tg sono i manifestanti pacifici e casinisti che letteralmente invadono le capitali europee, poi abbiamo i black block, a viso coperto e con i cappucci, specializzati in devastazione e guerriglia urbana, in grado di guadagnare i titoli dei giornali e di depistare l'opinione pubblica nei confronti delle proteste silenziose e numericamente più rilevanti. Poi abbiamo le forze dell'ordine, a volte animate da una strana voglia di farsi giustizia da soli. Il filmato riguarda proprio l'unica vittima del G20 di Londra, quel signore con le mani in tasca spintonato dall'agente e che da lì a poco morirà per infarto. In seguito, dopo questo incidente, gli stessi black block agiranno in maniera molto più violenta a Strasburgo, ma di questo mi occuperò nel prossimo post. Per cominciare sin da ora a dare una copertura mediatica adeguata a movimenti di protesta sanciti dalle costituzioni dei paesi occidentali, perché a volte protestare il proprio dissenso può essere una forma di crescita per la società e nuova linfa per i partiti delegati dai cittadini nello scrivere le regole della vita democratica. Ma anche per documentare quanto la gente sia stufa di essere presa in giro da coloro i quali hanno creato la crisi economica e continuano ad approfittarne per aumentare i propri guadagni.
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