Le Russie di Putin
Molti osservatori nazionali si sono affrettati nel ricordare come la vittoria elettorale del partito di Putin non sia stata salutata dal presidente Bush. Una consuetudine forse non rispettata, anche se le elezioni della settimana scorsa riguardavano il rinnovo della Duma e non direttamente le elezioni presidenziali. Molto più interessante l'osservazione lanciata dall'Ocse, secondo cui le norme democratiche convenzionalmente accettate dai paesi occidentali non sono state rispettate. Tutto questo dipende dall'attuale sistema politico russo, annaffiato dai soldi dei grandi miliardari legati alla produzione e alla distribuzione del gas e del petrolio, in grado di piegare la Russia verso un sistema di governo forte e autoritario. Il presidente Vladimir Putin ha dalla sua una conoscenza capillare del sistema di sicurezza degli interni, dovuta ai suoi trascorsi nel KGB, in grado di mantenere un certo grado di sicurezza sociale e stabilità politica. Nel mantenere tutto questo le principali vittime sono le voci indipendenti ed intransingenti dell'informazione, difficili da assoggettare ad un piano di visione comune e uniforme, oltre che gli oppositori politici più rumorosi. L'esclusione del partito di Kasparov e la sua incarcerazione non aiutano gli altri paesi a guardare la Russia con sicurezza. La partecipazione alle elezioni avrebbe dato la possibilità di quantificare il peso politico della compagine politica guidata da Kasparov e stabilirne una sua eventuale sconfitta basata su una scelta elettorale ben precisa. Ad oggi è impossibile affermare con sicurezza se Kasparov deve la sua fortuna politica alle sue doti di giocatore di scacchi o ai temi di cui parla. Per una Russia che pensa di essere ad un passo dal ritorno degli zar, con una classe politica piegata a tramutare in legge i bisogni dei grandi ricchi, vi è una Russia che qualche giorno prima delle elezioni temeva di non raggiungere il 40% dei voti, di non poter contare su una larga maggioranza in grado di guidare il paese. Dal sondaggio qui proposto, al momento gran parte dei visitatori guarda alla Russia come un paese in cui la democrazia può essere assicurata da un partito di maggioranza così forte. Una vittoria assicurata grazie allo spauracchio delle potenze straniere, invidiose della Russia e pronte ad indebolirla su ogni fronte. Sicuramente un grande merito di Putin è quello di aver rilanciato negli ultimi anni l'immagine della Russia come grande potenza mondiale, mostrando i muscoli nello stracciare i trattati di non proliferazione di missili nucleari, nella gestione della lotta al terrorismo e nell'influenza - vedi Georgia, Ungheria e Bielorussia - negli ex stati sovietici. L'unica Russia che manca all'appello è quella dei comuni cittadini, nostalgici della sobrietà dei costumi comunisti, allergici alle ostentazioni di opulenza dei nuovi miliardari e dei sorprusi della malavita organizzata, senza contare tutti quei russi costretti a vivere in città-fantasma, strettamente militarizzate o sottoposte a radiazioni superiori alla norma.
Francesco Quartararo
2 commenti:
Complimenti per l'ottima analisi. Anche io penso che alcuni metodi usati dal Presidente Putin possano essere discutibili, ma una cosa è certa, la Russia oggi è riuscita nonostante i suoi tanti nemici "pacifici" ad affermarsi come potenza che è il ruolo che la storia gli ha riservato e la cosa ancora più importante è quella di essere riuscita a fermare le azioni unilaterali di coloro che non la temevano più e pensavano di essere i padroni del mondo.
Caro Francesco, piacere di fare la tua conoscenza blogghica, ti ho trovato tramite le blog-reaction di kataweb. Vedo che hai postato la mia foto con relativo link, non mi dispiace, e devo riconoscere la correttezza, vedo che non sei un bloggher 'pericoloso', ma non comprendo il contesto della pubblicazione della foto. ;-) duccio
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