Il sistema elettorale che piace (quasi) a tutti
Italicum si, italicum no. Non sarà una passeggiata l'iter parlamentare che potrebbe durare fino ad aprile o nella peggiore delle ipotesi a giugno, a causa di una riforma del Titolo V della Costituzione che renderebbe il Senato una sorta di camera delle Regioni, quindi con rappresentanti non eletti direttamente. Il sistema scelto dai maggiori contendenti è quello del doppio turno con premio di maggioranza solo per la coalizione che raggiunge il 35% dei consensi, con un bonus massimo che va dal 18% al 20%. La battaglia riguarda soltanto lo sbarramento per i singoli partiti e lo schema delle preferenze.
L'attacco più forte arriva dal presidente PD Gianni Cuperlo, spaventato dell'atto di forza imposto da Matteo Renzi che in un colpo solo porta il pregiudicato Berlusconi in sede, riconoscendogli ancora, de facto, il suo ruolo di rappresentante del partito di opposizione più rilevante, strappa un accordo che non è stato mai raggiunto in quasi 9 anni, data della nascita del Porcellum e impone direttamente in segreteria la sua leadership all'interno del PD.
Se sulla legittimazione di Berlusconi la mossa politica di Renzi sembra più basata su una necessità pragmatica piuttosto che su una sottovalutazione dell'avversario politico, sulle preferenze la battaglia nel Partito Democratico si fa tanto aspra quanto futile. Abolendo il sistema pubblico di finanziamento ai partiti, le primarie anche per scegliere i candidati sono il meccanismo più rapido ed immediato per recepire fondi: basta calcolare quanti elettori verseranno il contributo di 2 euro per partecipare alle primarie per i listini ed il gioco, è fatto.
La poco avvincente sfida a tre tra Cuperlo, Renzi e Civati ha portato direttamente nelle casse del PD qualcosa come 6 milioni di euro, spiccioli interessanti per un partito che può garantire con le primarie un sistema di auto-finanziamento e di scelta direttamente dal basso dei rappresentanti da candidare ai vari appuntamenti elettorali.
Mentre Scelta Civica e Nuovo Centrodestra cercheranno di limare al ribasso gli sbarramenti, il Movimento Cinque Stelle potrebbe essere a sorpresa il favorito in caso di doppio turno: se si replicasse quanto accaduto lo scorso febbraio sarebbero proprio PD e Movimento Cinque Stelle ad accedere al secondo turno di ballottaggio, con esiti anche prevedibili.
Se il PD arrivato al ballottaggio non potrà più contare sull'apporto di altre forze di centrosinistra, il Movimento Cinque Stelle ha la capacità di pescare nuovi elettori da entrambi gli schieramenti ed in caso di secondo turno potrebbe infatti puntare direttamente al premio di maggioranza. Una possibilità già calcolata da Casaleggio e che Matteo Renzi intende spazzare via con una vittoria schiacciante al primo turno. Letta permettendo.
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