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venerdì 21 dicembre 2007

Il rock antimafia a Corleone


MTV Italia sbarca in uno dei luoghi più temuti d'Italia: la Corleone di Riina e Provenzano, il paese di Liggio e dell'ex sindaco di Palermo Ciancimino, nodo di collegamento tra l'ambiente politico e quello mafioso. A Palermo tutti sapevano chi era Ciancimino e a chi doveva la sua fortuna, ma nessuno osava dire niente, un pò come il suo degno erede di oggi, che per ovvie motivazioni non posso citare dato che l'indagine a suo carico è ancora in corso. Diversamente da come abbiamo visto in tv Corleone non ha una piazza enorme e dei muri a secco in mezzo alle trazziere, le strade sterrate di campagna. Gli abitanti non parlano nemmeno una specie di ibrido catanese-palermitano come nella fiction dell'anno, "Il capo dei capi" ma un siciliano stretto tipico dei paesi interni. Lo stupore, la sorpresa di chi fino all'ultimo non avrebbe mai pensato che Provenzano stava nelle campagne là vicino è autentica, il sindaco è necessariamente un sostenitore della legalità e non ha potuto che vedere di buon occhio l'iniziativa intrapresa da TRL di montare un palco dive far esibire i gruppi del momento in nome della lotta alla mafia. Una lotta azzoppata quando si toccano interessi troppo alti. Una piacevole eccezione ieri, quando il presidente della Despar Sicilia è stato arrestato con l'accusa di essere il cassiere di uno degli ultimi latitanti considerati influenti, Matteo Messina Denaro. Circa cinquant'anni fà, quando si riconobbe l'esistenza della mafia, qualcuno disse che senza l'interesse della politica la mafia sarebbe sparita. Ecco qual è il segreto della longevità della mafia: la sua capillare distribuzione e la capacità di concentrare grandi sacche di elettori verso un unico partito. Se andate a guardare il primo partito siciliano nell'arco degli ultimi cinquant'anni capirete veramente come si è evoluta la storia della mafia.


F.Q.

mercoledì 19 dicembre 2007

Moggi colpisce ancora

Trapelano alcune indiscrezioni sulle nuove intercettazioni di Moggi, a quanto pare mai del tutto uscito dal mondo del calcio. Ecco qui i verbali riguardanti l'inchiesta. Risultano pressioni sull'arbitro Nucini, reo di non aver ceduto al ricatto di Moggi e aver spifferato tutto all'Inter già nel 2003. Moratti ne parlò ad un ex dirigente indagato per le vicende dello spionaggio Telecom, Tavaroli, in grado di sapere in anticipo se quella di Moggi fosse stata una trappola o meno. Moggi voleva far sparire la sim card segreta che aveva affidato all'arbitro Nucini e per farlo era già pronto a prelevare la scheda telefonica fin dentro la camera d'albergo. Scorrendo i verbali si scopre che Moggi seguiva le mosse di mercato del Milan limitandosi a commentare le scelte del club rossonero, evitando di far cadere su di sé la responsabilità di una clamorosa esclusione del Milan dai preliminari di Champions League (ricordiamoci che grazie a quei preliminari il Milan ha potuto immortalare nella storia il suo 2007). Moggi rassicura anche il d.s. Foschi sulla possibilità che Briatore scelga di comprare il Palermo, interviene per far vendere il Livorno ed il Siena ad un altro presidente. Don Luciano parla anche di Carraro e delle pressioni di Petrucci per ridurre la sua condanna.
Francesco Quartararo

Corri ragazzo laggiù


Guai in vista per Michael Schumacher e Tuncer Yilmaz, il tassista protagonista della folle corsa verso l'areoporto di Coburgo. Il tassista rischia una condanna per aver infranto la legge sul trasporto dei passeggeri mentre Schumy una modesta multa per eccesso di velocità. Mentre la polizia stradale indaga quali infrazioni del codice della strada sono state commesse - ha fatto in 30 minuti un percorso che io faccio in 40 minuti, ha detto Yilmaz - il manager di Schumacher, Willi Weber invita al buon senso mentre l'Opel, casa costruttrice della monovolume incriminata ha invitato il tassista a seguire un corso di guida sportiva su una pista vicino Francoforte.


F.Q.

Allarme tsunami per le Hawaii

Alle ore 10,30 locali il centro meteo giapponese ha segnalato un rischio tsunami per lo stato delle Hawaii a causa di una scossa di 7,3 gradi della scala Richter segnalata al largo dell'Alaska. L'epicentro è stato segnalato nei pressi delle isole Aleutine, nel Pacifico settentrionale. Il servizio metereologico americano sta monitorando la situazione. L'allarme segue a breve distanza quello diramato pochi giorni fà a causa di un altro potente sisma in Giappone, che ha causato onde anomale di modeste dimensioni. Le autorità statunitensi invitano per ora gli abitanti ad abbandonare le zone costiere e aspettare ulteriori istruzioni.


F.Q.

venerdì 14 dicembre 2007

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Il lavoro che uccide

Dopo i funerali di ieri a Torino un'altra fabbrica della ThyssenKrupp ha preso fuoco nei pressi di Terni, questa volta senza gravi conseguenze. Non sono passate nemmeno 24 ore dalla profonda commozione dei funerali di quei quattro operai carbonizzati in una giornata di lavoro come altre, tra forni ad altissima temperatura, turni massacranti sostenuti solo dalla volontà di garantire le condizioni di vita sufficienti per la propria famiglia. Tutti i loro colleghi sapevano che sarebbero potuti morire allo stesso modo. Ma non solo loro. In Italia il lavoro, quello che si trova facilmente, è a nero, senza coperture sanitarie, con un guadagno mensile preso a proprio rischio e pericolo. Basta pensare a tutti quei ragazzi, ex-immigrati ed irregolari che giornalmente lavorano nei cantieri edili, sotto le dipendenze di aziende prive di scrupoli. I metalmeccanici, i forestali, le forze dell'ordine e gli autotrasportatori rischiano in prima persona la loro vita per offrirci servizi, protezione e beni materiali. Gli impiegati interinali e con contratti irregolari più che la vita rischiano la salute, anche se a lungo andare è un pò come morire lentamente giorno per giorno. Una situazione paradossale che porta lavoratori con 25 anni di servizio a doversi trovare un lavoro in un mercato chiuso e pronto ad implodere su se stesso tra qualche anno. Il numero dei futuri pensionati non sarà sostenibile dalle nuove leve che dovranno occupare meno posti di lavoro rispetto al passato. Rischiamo seriamente di dover sostenere almeno una decina di milioni di pensionati con una forza-lavoro vicina alle otto milioni di unità. Una priorità sociale e politica da risolvere prima di qualsiasi legge elettorale, finanziaria, condono o invenzioni di partiti e coalizioni.
F.Q.

martedì 11 dicembre 2007

Corri ragazzo laggiù

La giornata procede bene, le corse in taxi ti hanno fruttato un buon gruzzoletto. Certo niente di speciale, ti ci vuole ancora un bel pò per permetterti di fare una vacanza estiva in Romagna. Chissà quante altre giornate grigie e clienti insopportabili e petulanti che si lamentano. La prossima corsa ti porta all'aeroporto di Coburgo. Ti ritrovi una famiglia piena di pacchi, con una fretta terribile per prendere il loro volo prima che parta. Mentre sistemi i pacchi e fai accomodare la signora, ti accorgi che il capofamiglia non è una persona qualunque: la leggenda vivente della Formula 1 Michael Schumacher. Che fare? La famiglia Schumacher deve arrivare in tempo, ti tremano le gambe a pensare chi porti in macchina. Il traffico è congestionato, la strada è lunga e non hai una Ferrari tra le mani. Come lo porti in tempo il sette volte campione del mondo di Formula 1 all'aeroporto? Ti sudano le mani mentre fai slalom tra le macchine, ma non rischi la pelle e la tua macchina, devi ancora lavorarci parecchio. Il tempo passa inesorabilmente, là dietro la famiglia Schumacher è in agitazione, quando ad un certo punto il signor Michael si gira verso di te e dice: "Mi scusi, potrei guidare io per arrivare in tempo?". Affidare la tua macchina ad un mostro sacro delle corse automobilistiche, rischiare l'osso del collo oppure rischiare di perdere l'occasione di fare un giro in macchina con Michael Schumacher? Nella frazione di un secondo le chiavi della tua monovolume sono già nelle mani di Schumi, il tempo di allacciare la cintura e renderti conto di aver infranto ogni tua convinzione sulla tenuta di strada e le capacità della tua monovolume che ti ritrovi all'aeroporto di Coburgo, con la famiglia Schumacher che ringrazia, ti paga la corsa e vola via. Ma chi ci crede se racconti una storia del genere? Chiedete a Tuncer Yilma, il fortunato taxista protagonista di questa storia.
Francesco Quartararo

Il dopo Putin affidato al capo della Gazprom

Dmitri Medvedev, presidente della Gazprom, il colosso dell'energia russa che rifornisce l'Europa, è il successore designato da Putin alle presidenziali per il Cremlino. Attuale vicepremier, amico di Putin da più di 17 anni, rappresenta l'anello di congiunzione tra la categoria dei ricchi miliardari e la strettissima cerchia di politici degni della fiducia di ben quattro partiti: Russia Unita - il partito di Putin -, Russia Giusta, il Partito Agrario e Forza Civile. Solo due di questi partiti sono attualmente in Parlamento e l'unico vero avversario alle presidenziali è Kasparov, nella speranza che riesca a fare una campagna elettorale stando lontano dalle carceri russe. Una successione a tutti gli effetti, calcolando il peso elettorale delle quattro compagini più che un'elezione si assisterà ad una ratifica di una decisione già concordata a monte. Ciò che stupisce è che la carenza democratica pare non dipendere dagli strumenti costituzionali, quanto dalla società russa incapace di sfruttare appieno una libertà mai avuta prima. Lo scenario che si prospetta da qui al 2012 (o il 2016, in caso di rielezione) è quello di un paese in grado di tutelare i propri privilegi economici derivanti dalla distribuzione del petrolio e del gas, una politica internazionale aggressiva che mira a stringere in un rapporto di dipendenza stretta tra l'Europa e la Russia. La possibilità di ricevere gas e petrolio dal Mar Nero tramite l'Iran e gli ex paesi sovietici sta per essere smantellata dalla tattica estera russa. I rifornimenti energetici per l'Europa proveniente dal Baltico e - eventualmente - dal polo nord saranno gestiti e cooptati da una Russia guidata da un petroliere. Un motivo in più per rilanciare una politica energetica che non ci costringa a dipendere mani e piedi dalla Repubblica russa targata Gazprom. Un problema in grado di determinare direttamente i costi della produzione industriale in Europa, uno strumento economico forte per piegare l'Unione Europea verso posizioni non facilmente conciliabili, in vista di un ulteriore allargamento ad est dell'area euro. Un altro fronte caldo riguarda l'area dei Balcani, in cui la Serbia è fortemente spinta dall'Italia all'ingresso nell'Unione Europea ed il Kosovo rischia di far deflagare una nuova guerra etnica. La richiesta di indipendenza del Kosovo dalla Serbia può riaccendere vecchi odi etnici che la Russia può trarre a suo vantaggio, facendo dell'area balcanica un nuovo e potenzialmente ricco mercato, scippandolo all'area dei paesi dell'Unione Europea. Un futuro ancora da definire, quello nel segno di Medvedev.
F.Q.

lunedì 10 dicembre 2007

Mp3 gratuiti

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Macchia 1986

giovedì 6 dicembre 2007

Le Russie di Putin

Molti osservatori nazionali si sono affrettati nel ricordare come la vittoria elettorale del partito di Putin non sia stata salutata dal presidente Bush. Una consuetudine forse non rispettata, anche se le elezioni della settimana scorsa riguardavano il rinnovo della Duma e non direttamente le elezioni presidenziali. Molto più interessante l'osservazione lanciata dall'Ocse, secondo cui le norme democratiche convenzionalmente accettate dai paesi occidentali non sono state rispettate. Tutto questo dipende dall'attuale sistema politico russo, annaffiato dai soldi dei grandi miliardari legati alla produzione e alla distribuzione del gas e del petrolio, in grado di piegare la Russia verso un sistema di governo forte e autoritario. Il presidente Vladimir Putin ha dalla sua una conoscenza capillare del sistema di sicurezza degli interni, dovuta ai suoi trascorsi nel KGB, in grado di mantenere un certo grado di sicurezza sociale e stabilità politica. Nel mantenere tutto questo le principali vittime sono le voci indipendenti ed intransingenti dell'informazione, difficili da assoggettare ad un piano di visione comune e uniforme, oltre che gli oppositori politici più rumorosi. L'esclusione del partito di Kasparov e la sua incarcerazione non aiutano gli altri paesi a guardare la Russia con sicurezza. La partecipazione alle elezioni avrebbe dato la possibilità di quantificare il peso politico della compagine politica guidata da Kasparov e stabilirne una sua eventuale sconfitta basata su una scelta elettorale ben precisa. Ad oggi è impossibile affermare con sicurezza se Kasparov deve la sua fortuna politica alle sue doti di giocatore di scacchi o ai temi di cui parla. Per una Russia che pensa di essere ad un passo dal ritorno degli zar, con una classe politica piegata a tramutare in legge i bisogni dei grandi ricchi, vi è una Russia che qualche giorno prima delle elezioni temeva di non raggiungere il 40% dei voti, di non poter contare su una larga maggioranza in grado di guidare il paese. Dal sondaggio qui proposto, al momento gran parte dei visitatori guarda alla Russia come un paese in cui la democrazia può essere assicurata da un partito di maggioranza così forte. Una vittoria assicurata grazie allo spauracchio delle potenze straniere, invidiose della Russia e pronte ad indebolirla su ogni fronte. Sicuramente un grande merito di Putin è quello di aver rilanciato negli ultimi anni l'immagine della Russia come grande potenza mondiale, mostrando i muscoli nello stracciare i trattati di non proliferazione di missili nucleari, nella gestione della lotta al terrorismo e nell'influenza - vedi Georgia, Ungheria e Bielorussia - negli ex stati sovietici. L'unica Russia che manca all'appello è quella dei comuni cittadini, nostalgici della sobrietà dei costumi comunisti, allergici alle ostentazioni di opulenza dei nuovi miliardari e dei sorprusi della malavita organizzata, senza contare tutti quei russi costretti a vivere in città-fantasma, strettamente militarizzate o sottoposte a radiazioni superiori alla norma.
Francesco Quartararo

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