I talebani vaticani dimenticano la Shoa
Uno strappo non indifferente tra comunità ebraica ed il vaticano si consuma proprio a ridosso di una ricorrenza fondamentale per tutto il mondo libero. Durante la lotta contro i nazi-fascismi i campi di sterminio inghiottirono gran parte della popolazione ebraica europea, lasciando profonde ferite destinate a dividere famiglie, amici ed intere nazioni. Uno degli strappi più importanti riguarda Pio XII, ai tempi papa della chiesa cattolica, rimasto in una posizione giudicata ambigua da parte della comunità ebrea che cura la documentazione storica sulla Shoa. Pare che il comportamento tentennante del papa fosse dovuto alla minaccia di Hitler di radere al suolo la città del Vaticano ed aprire i campi di sterminio a tutti i cattolici. Anche se questa versione dei fatti pare una spiegazione plausibile della posizione ambigua della chiesa nei confronti della popolazione ebraica europea, il vaticano ha mal digerito una didascalia apparsa su Pio XII. Talmente male da abbandonare, per la prima volta da 60 anni, la manifestazione annuale sulla Shoa, di fatto ammettendo una posizione simile a quella del premier iraniano. Una presa di posizione eccessiva, anche per un papa tedesco ligio alla moralità della sua comunità pastorale. Sarebbe bastato un richiamo più accorato, una nota di sorpresa, magari una lettera privata. L'assenza dei rappresentanti della comunità che si definisce "alla base delle radici europee" non sarà certo un bel messaggio per un Medio Oriente già tormentato.
F.Q.
1 commento:
A riprova della posizione sin troppo schierata da parte del Vaticano è da registrare un dietrofront parziale. Si mantiene il forte disappunto per la didascalia irrispettosa nei confronti di Pio XII, ma la presenza al memoriale sulla Shoa è stato rispettato
Posta un commento