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giovedì 13 febbraio 2014

Renzi silura Letta e si prepara a salire al Quirinale

Dove non è arrivato Berlusconi con la spallata al Senato, la divisione tra Forza Italia ed il delfin prodigo Alfano, ci è riuscito Matteo Renzi con un voto all'interno dell'assemblea del PD. Dopo aver rottamato la vecchia dirigenza, il sindaco di Firenze rottama anche il governo e si appresta a trasferirsi a Roma in qualità di Presidente del Consiglio, a Napolitano spetta solo decidere se allungare i tempi fino alla prossima settimana o se chiudere le consultazioni e la squadra di governo entro lunedì. Rimangono un paio di dati di fatto: Napolitano si appresta per la terza volta di fila ad indicare un premier che non è la diretta espressione di un voto elettorale, ma viene fuori da indicazioni di opportunità esterne, come nel caso di Monti, più strettamente politiche nel caso di Letta e Renzi. L'altro dato che emerg, passa dalle primarie del PD del dicembre 2012: Se Renzi avesse battuto Bersani, sarebbe stato in grado di battere alle urne Berlusconi e Grillo, arrivando con una aggioranza più solida. L'altro dato che emerge è che difficilmente Renzi potrà appoggiarsi stabilmente alla stessa maggioranza che ha sostenuto Letta e la prospettiva delle urne diventa molto più vicina, per dare concretezza ad un programma di governo incentrat su riforma del sistema elettorale, cambio costituzionale della funzione delle due camere del Parlamento ed un vero e concreto piano di riforme sul lavoro. La spallata, oltre il tavolo, potrebbe rovesciare anche una serie di priorità dell'agenda politica italiana

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