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lunedì 29 novembre 2010

Eni usata per dissuadere l'Iran dall'usare il nucleare, cosa bisogna sapere sui file di Wikileaks e come usarli


Tramite i files di Wikileaks si apprende che gli USA avevano fatto pressioni per convincere L'ENI ad acquisire informazioni sul regime iraniano, arrivando anche a confidare come un ulteriore investimento in Iran era stato posticipato al 2012-2013, in attesa di migliori condizioni politiche. Dall'Iran infatti si era a conoscenza del fatto che il presidente della repubblica islamica iraniana avesse un cancro non curabile e che in Iran stessero rientrando militari dispiegati nella guerra in Iraq. Ecco uno stralcio dell'informativa:
The Eni officials stated, however, that Eni
intends to carry out exploration and development
activities in Iran that fall under its contractual obli-
gations there. The officials acknowledged that this
is a &gray area8 due to the differences of opinion
between the company and the USG over what is
&new8 activity and what is &old.8 The company
officials said that they hope to clarify this issue with
Washington during separate meetings in January
with senior officials from the State Department and
Department of Treasury. Pressed for details over
the company,s existing obligations, the officials said
that it is under contract to meet certain targets of
(oil) production in order to guarantee defined levels
of production within a given time frame. They added
that Eni must keep a certain threshold of production
in order to recover its investments in Iran. They
also explained that Eni receives periodic (possibly
scheduled) payments by Iran in oil equivalent
amounts that correspond to the attained target levels
of production. ¶13. ( C ) The Eni officials admitted
the frustrating difficulties of operating in Iran, but
stated that Eni’s priority is to recover its investments
there while meeting EU laws. The officials estimated
Eni’s total Iran investments at around $3 billion
dollars, of which they said Eni has already recove-
red already about 60 percent (or about $1.7 billion
according to one Eni representative). The company
officials said Eni still needs to recover about $1.4
billion from its Iran operations. They added that
if all goes as planned8 Eni will recover this re-
mainder of its investments by the end of 2013 or
early in 2014. They further explained that Eni’s Iran
contracts provide the possibility of extensions if the
company is not able to recover its investments wi-
thin the stipulated time frame. The Eni officials cautioned that the company may face EU sanctions
if it withdraws from Iran due to pressure from USG unilateral sanctions.
¶14. (U) Staffdel Kessler has not cleared this cable. THORNE
Durante questa deposizione anche Piero Fassino, indicato come capo dell'opposizione del PD,
riferisce come anche il suo partito politico avrebbe sostenuto il potenziamento dell'aiuto militare
in Afghanistan, tramite il dispiegamento di truppe del Gruppo Operativo Incursori della marina.
Ecco il file completo:

Ma cosa dobbiamo aspettarci da Wikileaks a riguardo? Cominciamo con l'indicare una cosa. L'intera mole delle rilevazioni dovrebbe aggirarsi intorno ad 1,38 Gigabyte di materiale. Come possiamo stabirlo? Semplice, se cercate su un motore di ricerca di files torrent materiale su Wikileaks vi imbatterete su un file in particolare. Si chiama insurance.aes265, l'assicurazione sulla vita di Assange, il creatore di Wikileaks. Caricando 4 mesi fa i files sulla rete, ognuno conserva in memoria un pezzo dell'informazione originaria, rendendo impossibile il blocco di qualsiasi server, a meno di arrestare per intero la rete. In quattro mesi nessuno è riuscito a violare la sicurezza di questo file. Quando lo scaricherete, vi accorgerete di come un file così pesante è scaricabile in maniera piuttosto rapida, segnale che la rete è satura di questi frammenti di informazioni. Una volta scaricato, l'unico modo per aprirlo è scaricare Aescript, un programma di crittografia in grado di proteggere un file in maniera praticamente perfetta. Per ogni carattere della password ci sono ben 256 combinazioni possibili, con una password lunga quanto una frase la sua decrittazione è virtualmente impossibile. Ad ogni modo, non è da escludere che Assange abbia lanciato in rete la password per leggere l'archivio, se riusciste a beccare la giusta password riuscireste lì dove per 4 mesi hanno fallito i servizi segreti di tutto il mondo. Non aspettatevi la scoperta di grandi segreti, potrete al massimo scoprire il nome dell'azienda cinese che vende armi all'Iran, sapere che il fratello del presidente afghano è un potentissimo trafficante di droga e che la Russia è stato definito dalla diplomazia USA "uno stato virtualmente della mafia". Se si dovessero confermare vere le voci su Berlusconi ed i suoi contatti con la mafia, davvero Italia e Russia sono diplomaticamente unite da interessi mafiosi altamente lucrosi?

1 commento:

Anonimo ha detto...

Dal portale Indymedia al link:

http://piemonte.indymedia.org/article/10898


ENI finanzia spie o intellettuali (IAI)?

Che cosa accomuna Cesare Merlini, Giovanni Bonvicini, Michele Nones e Stefano Silvestri?

Son tutti membri dello I.A.I. – Istituto Affari Internazionali, organismo ritenuto molto vicino ai servizi segreti italiani. Ma anche a quelli stranieri.

Gli ingredienti per una spy story ci sono davvero tutti. Il KGB, i servizi segreti cecoslovacchi, il Sismi, il Ministero della Difesa italiano, Palazzo Chigi, la P2 di Licio Gelli, le BR, insigni studiosi italiani di geopolitica e strategie militari al soldo di potenze straniere. E una multinazionale dell’energia interessata ai loro dossier. L’ENI.


Cesare Merlini. Negli anni 70 in casa sua si tenevano gli incontri segreti tra l’allora ambasciatore USA Richard Gardner e l’attuale Presidente della Repubblica Italiana On.le Giorgio Napolitano (all’epoca esponente del Partito Comunista). Il nome di Cesare Merlini lo ritroviamo a fianco a quello di Franco Bernabè (ex A.D. dell’ENI) nella lista dei partecipanti al Gruppo Bilderberg (una sorta di lobby economica internazionale che tiene delle riunioni segretissime). Merlini oltre ad essere ex Presidente dello I.A.I. – Istituto Affari Internazionali, è vicepresidente Council for the United States and Italy.

Stefano Silvestri. Per gli amici, Agente “Nino”, almeno secondo l’archivista del KGB (servizio segreto russo) Vasilij Nikitič Mitrokin e stando a quanto sostenuto dal Sismi, il servizio segreto militare italiano (fascicolo caso “Ruggero Orfei”). E’ Presidente dell'Istituto Affari Internazionali dal 2001 (tutt’ora in carica) e ha anche ricoperto l’incarico di Sottosegretario di Stato al Ministero della Difesa nel Governo retto da Lamberto Dini. E’ membro del Consiglio d'Amministrazione dell'Associazione Industrie Aerospaziali e Difesa (AIAD) e della Commissione Trilaterale (un’elite di pseudo potenti che giocano a fare i dominatori del mondo). Ha anche preso parte al Comitato di crisi del sequestro del segretario della Democrazia Cristiana Aldo Moro.

Di lui il Giudice Ferdinando Imposimato ebbe parole di plauso: “Sul caso Moro a noi fu praticamente impedito di indagare. Qualche ora dopo il rapimento di Via Fani, Andreotti e Cossiga crearono il famoso comitato di crisi, infestato di uomini iscritti alla loggia massonica P2 di Licio Gelli. Furono loro le persone che gestirono praticamente la situazione, impedendo qualsiasi indagine. Poi, si scoprì che alcuni esponenti del comitato lavoravano per i servizi segreti, alcuni perfino facendo il doppio gioco fra Est e Ovest. Uno di questi era Stefano Silvestri, il cui nome è venuto fuori nel dossier Mitrokhin (nome in codice Nino), che collaborava con il Kgb sovietico a Roma o il professor Franco Ferracuti, docente di criminologia ed esponente della Cia, il quale si prese l’incarico, da esperto analista, di asserire che le lettere di Moro provenivano da un uomo oramai psicologicamente debole, in completa balia della sindrome di Stoccolma. Prospettiva falsa e completamente inventata per i fini specifici seguiti dal comitato di crisi …Il comitato piduista ebbe il compito di bloccare qualsiasi indagine, per influsso di Cia e Kgb. Né i carabinieri, né la polizia poterono effettivamente fare nulla. Io stesso, incaricato delle indagini, venivo a sapere tutto dopo. Alcune cose le ho scoperte addirittura venti anni dopo”.


Giovanni Bonvicini. Docente di Politica comunitaria alla John Hopkins University di Bologna, è l’attuale Vice Presidente dell' Istituto Affari Internazionali (I.A.I.). Viene imputato per spionaggio a favore di potenze straniere. Passò a delle spie cecoslovacche, con il nome in codice di Anatol, informazioni politiche sul governo italiano.

continua ...

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