Massimo Ciancimino porta le prove del papello
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Mio padre mi spiegò che Forza Italia era il frutto della cosiddetta trattativa tra Stato e mafia. A dichiararlo oggi in aula bunker per il processo contro l'ex comandante dei Ros è Massimo Ciancimino, che ha spiegato al giudice a cosa si riferisse Bernardo Provenzano nel pizzino che probabilmente era indirizzato a Silvio Berlusconi e Marcello Dell'Utri: l'immunità territoriale di Provenzano, libero di muoversi ovunque e la mancata perquisizione del covo di Riina facevano parte della trattativa che hanno permesso la nascita di Forza Italia. Accordo che quando ha iniziato a vacillare è stato richiamato dallo stesso Provenzano, con la promessa di un eventuale rapimento del figlio di Berlusconi, Piersilvio, attuale presidente Mediaset, nel caso in cui il cavaliere non avesse rispettato i patti mettendo a disposizione le sue reti televisive. Ciancimino racconta come questa parte del pizzino sia soltanto la seconda parte di un messaggio che è stato trafugato dalle carte che lo stesso Ciancimino ha raccolto nel corso degli anni. Un altro capitolo riguardo la trattativa tra mafia e stato è emersa durante il dibattimento di oggi. Pare infatti che sia i carabinieri che alcuni ambienti dei servizi segreti fossero a conoscenza del luogo segreto usato da Massimo Ciancimino per nascondere il papello. Prima di essere messo agli arresti domiciliari però un'altra figura dei servizi segreti consigliò a Ciancimino di nascondere i suoi documenti in un altro posto anziché nella villa all'Addaura, dove i carabinieri avevano effettuato la perquisizione. E così prima di essere arrestato il 7 giugno 2006 Ciancimino portò i documenti all'estero, probabilmente in Svizzera o nel sud della Francia. Un altro contatto dei servizi segreti, detto “Franco”, invitò Ciancimino a tacere riguardo l'esistenza sia del papello che di carte compromettenti che avrebbero potuto coinvolgere Silvio Berlusconi, assicurandogli che nessun magistrato l'avrebbe potuto interrogare a riguardo. Cosa che in effetti avvenne almeno fino al 2008. Stando alle dichiarazioni rese da Ciancimino anche all'interno dei servizi segreti vi erano due correnti di pensiero, mentre al momento non sono stati effettuati riscontri riguardo ad un altro agente operativo tra gli anni 80 e 90, detto il “mostro” che potrebbe aver avuto un ruolo persino nella sparizione dell'agenda rossa di Borsellino. Durissime le reazioni del governo, che tramite le parole del coordinatore nazione del Pdl, Sandro Bondi bollano le dichiarazioni di Ciancimino come ondata di fango e calunnie tipicamente pre-elettorali.
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