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martedì 10 novembre 2009

Le priorità in Italia

tratto da iodellavitanonhocapitouncazzo.wordpress.com

Facciamo un piccolo gioco mediatico. Chiudiamo gli occhi e per un attimo facciamo noi la scaletta di un ipotetico giornale o telegiornale. Buttiamo nel cestino storie di trans e puttane che fanno vendere tanto, mettiamo di lato le notizie su l'influenza A che fa meno vittime del raffreddore e parliamo di questioni in sospeso: questa estate un treno merci ha distrutto Viareggio, tante belle parole, concerti a suffragio delle vittime e un generico moto di indignazione, che è durato lo spazio di un bagno in spiaggia. Ed ora, cosa è successo? La ricostruzione è partita? Non si sa. Andiamo avanti. A l'Aquila le tendopoli vengono smantellate e numerosi eventi internazionali daranno ancora spazio a quei luoghi colpiti dal sisma. Perfetto, mettiamo il tutto in scaletta. Andiamo avanti. La stagione delle piogge è appena cominciata, i morti di Messina sono un pallido ricordo mentre manca ancora un piano regionale che eviti nuovamente disastri del genere. Ed è di oggi la notizia di una frana ad Ischia, l'ultima delle stragi italiani annunciate che conta già almeno una vittima. Una disgrazia che in ogni momento può colpire il 73% dei comuni italiani. Altro che pacchetto sicurezza o revisione dei processi. Se ad ogni scroscio di pioggia ci può arrivare un fiume di fango pronto a seppellire le nostre case e tutte le nostre belle speranze, che ce ne frega dei miliardi di euro sbloccati dal Cipe per il Ponte sullo Stretto? Per mettere in sicurezza il nostro territorio andrebbero spesi miliardi di euro, oppure cercare di fare una monumentale operazione di rimboscamento, per cercare di contenere le frane causate da piogge non più eccezionali, perché il clima è cambiato, e di questo, ce ne accorgiamo senza bisogno di studi scientifici. Poi in scaletta mettiamo un piccolo reportage sui lavoratori precari, che per continuare a lavorare nelle aziende devono aprirsi una partita IVA, sgravando all'azienda costi fiscali che vanno a carico del lavoratore dipendente. Che ovviamente continua a lavorare in nero, senza diritto di malattia o copertura assicurativa. Visto? Improvvisamente un giornale o un telegiornale pieno di stronzate si riempe di argomenti che fanno pensare e che possono smuovere le persone a chiedere serietà ai propri governanti.

F.Q.

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