L'insinuazione del dubbio nell'ultimo messaggio di Osama Bin Laden
Innanzitutto pubblico direttamente la traduzione fornita da Repubblica.it dell'ultimo messaggio audio di Osama Bin Laden, poi cercherò di guidare il mio lettore in una serie di riflessioni, alcune delle quali molto ardite che spero suscitino un minimo di dibattito, anche crudo:
Voi sapete che l'oppressione più grande è quella di uccidere le persone ed è ciò che fate voi attraverso la missione Nato in Afganistan. Uccidete donne, anziani e bambini, e la loro unica colpa è stata quella di aver fatto arrabbiare Bush anche se voi sapete che loro non hanno mai attaccato l'Europa e non hanno alcun legame con quanto accaduto negli Stati Uniti. Violate quelli che voi chiamate vostri principi come giustizia e diritti umani. Ma la guerra sarà lunga e le forze atlantiche se ne andranno e non rimarremo che noi e voi. Non avete visto cosa è successo alla Georgia, che ha chiesto aiuto agli Stati Uniti per ripristinare la sua sovranità e che ha ricevuto in cambio solo parole vuote. Sono arrivate le navi da guerra americane, ma non per restituire l'Ossezia e l'Abkhazia ma per dare loro cose di cui non avevano bisogno come cibo e detersivi per lavare i vestiti. Le persone intelligenti non perdono i loro soldi e i loro figli a causa di una banda di criminali che sta a Washington. Quello che è evidente è che il capo di questa coalizione non si fa scrupoli di bombardare i villaggi della gente con i suoi aerei ed io ne sono testimone. Poi arrivano i loro blindati via terra che verificano i morti uccisi nei loro raid e la generosità americana fa sì che vengano donati 100 dollari alle famiglie per ogni figlio ucciso. Questa è la cosa più dolorosa perché questi 100 dollari sono il valore dei nostri figli innocenti per Washington e i suoi alleati. E allora quale reazione vi aspettate da noi?
Gli americani nel nord dell'Afganistan hanno impacchettato migliaia di talebani e li hanno stipati come sardine in camion fino a farli morire, gettandoli in un fiume. Avete capito i motivi degli attentati di Madrid e Londra? Per riassumere noi non chiediamo null'altro che il ritiro delle vostre truppe e la fine della vostra oppressione".
Innanzitutto due parole sul personaggio. Da sceicco del terrore a fantoccio agitato da George W.Bush sotto Osama Bin Laden sembra racchiudersi una sorta di cartello più che una persona fisica, prova ne è l'assenza di immagini da tempo. La parte principale del messaggio parla di una rappresaglia, fatta pagare sul suolo europeo con gli attentati di Londra e Madrid, per una presunta azione di guerra imputata al contingente militare Isaf nel nord del paese. Zona dove ora operano i soldati tedeschi, che a breve voteranno assieme ai loro connazionali. Un messaggio doppio, lanciato alla Germania ma anche al G20 di Pittsburgh. La partita non è chiusa. Ma una delle armi più affilate di questo messaggio è l'estrema veridicità di alcune sue affermazioni. Per mantenere buoni rapporti con la Russia, gli USA hanno sacrificato la Georgia, mandando in Abkhazia e Ossezia solo aiuti umanitari molto generici. Poi avverte in maniera molto diretta i paesi europei: dopo che gli USA lasceranno l'Afghanistan, saremo solo noi (talebani ed afghani) e voi (truppe europee). In questo passaggio Osama Bin Laden ci da diverse informazioni. Osama è a capo delle truppe talebani di resistenza, hanno cacciato i russi, cacceranno gli americani e se sarà necessario cacceranno gli europei. Io ne sono testimone afferma Osama nel suo messaggio, come se avesse realmente assistito ai bombardamenti del primo periodo della guerra in Afghanistan, databile intorno al 2003, quando poi Bush distolse l'attenzione verso l'Iraq senza sferrare il colpo finale. Osama Bin Laden probabilmente non è in Afghanistan da tempo, è molto più probabile che si trovi al confine con il Pakistan, ma ha cambiato strategia. Non minaccia soltanto il nemico, vuole portare dalla sua parte i suoi alleati. Se dopo tanti anni di guerra e attentati legati al gruppo terroristico Al Qaeda Osama Bin Laden si lancia in questa specie di trattativa il segnale che si manda al mondo arabo è univoco: lasciare l'Afghanistan agli afghani, come suggerito da un altro leader influente del mondo arabo alla sua prima internazionale, come il leader libico Gheddafi. In un linguaggio fatto di doppiezze e intenti multipli forse è giunto il momento di una tregua. Al tavolo di pace si siede soltanto chi ha le mani che grondano di sangue. Sicuramente sia Osama Bin Laden ed Al Qaeda da una parte e le forze statunitensi ed europee hanno i requisiti necessari per far cessare del tutto questo lungo decennio di terrore.
La Macchia 1986
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