Cerca nel blog

martedì 27 gennaio 2009

La Shoah, Lefebvre ed il perdono

Chi era esattamente il vescovo Marcel Lefebvre, scomunicato da Papa Giovanni Paolo II il 30 giugno 1988 per aver ordinato quattro vescovi, scavalcando il Vaticano? Per capire chi era il fondatore della Fraternità Sacerdotale San Pio X occorre ricostruire la sua storia personale. Ordinato sacerdote nel 1929 Marcel Lefebvre partecipò attivamente al Concilio Vaticano II convocato da Giovanni XXIII in qualità di Superiore Generale dello Spirito Santo. Contrario a tutte le correnti di rinnovamento del rito liturgico, del dialogo ecumenico e della liberta re avrebbe lasciato "a tutte le false religioni la libertà d'espressione". Persino il libero uso delle lingue nazionali durante la messa era visto da Marcel Lefebvre come uno slancio neo-protestante. Dall'evento considerato traumatico del Concilio Vaticano II maturò l'idea di creare una comunità di cui facessero parte laici assolutamente contrari a qualsiasi forma di dialogo con altre religioni considerate false perché non basate sul messaggio del Cristo. Tra di loro il vescovo americano Williamson esce allo scoperto e dichiara apertamente come l'olocausto ebraico sia da ridimensionare nelle cifre e bei risultati. Qualche migliaio di ebrei bruciati, da un regìme formalmente cristiano che levò di mezzo un popolo colpevole di aver crocifisso il Cristo. Una posizione che avvicina il vescovo Williamson più agli estremisti islamici che al messaggio universale lanciato ufficilamente dalla chiesa cattolica. Il problema reale che ha creato imbarazzo e una spaccatura tremenda è un altro. Bagnasco in quanto rappresentante della Conferenza Episcopale Italiana ha condannato le parole del vescovo Williamson, rientrato solo domenica, assieme a tutti i lefebvriani, nell'alveo della chiesa cattolica. Benedetto XVI, al secolo Joseph Ratzinger, aveva già tentato una riconciliazione con gli scismatici francesci rinserendo il codice tridentino che voleva la messa in latino. Anche dal punto di vista teologico Ratzinger, rappresentante principale della Congregazione della Fede, è sempre stato molto vicino ad alcune teorie lefebvriane, senza che si sia esposto in maniera netta. Almeno fino a domenica scorsa. Perché in qualità di Benedetto XVI Ratzinger ha annullato la scomunica e quindi la posizione di un vescovo della Chiesa Cattolica rappresenta in maniera ufficiale e fino a smentita papale, la posizione della chiesa cattolica. Nel giorno della Shoah il silenzio del papa pesa come un macigno non solo sui rapporti interni tra confessioni religiose, ma a livello di diplomazia internaziole. Da una recente indagine di Renato Mannaheimer già pubblicata, risulta che il 14% della popolazione italiana si dichiara apertamente anti-semita mentre il 40% non gradisce le mosse di Israele. Se la recente guerra scatenata a Gaza con l'operazione piombo fuso non ha di certo attirato nuove simpatie al popolo ebraico, da qui a voler riaprire i forni ne passa. Il revisionismo antisionista e antifascista è ormai una realtà nell'Italia del 2009 e tutto questo, purtroppo, va ben aldilà della possibilità di perdono che è alla base della civiltà giudaico-cristiana.


Francesco Quartararo
Reblog this post [with Zemanta]

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono allibito dalla quantità di errori contenuti in questo articolo.

Unknown ha detto...

I'm sorry for any grammatical error, but I can publish my sources if you want/ Mi dispiace per qualche errore grammaticale di cui mi accorgo anch'io dopo molto tempo ma se vuoi posso pubblicare le mie fonti

Anonimo ha detto...

Non parlo di errori grammaticali.
Anzitutto Lefebvre non era contrario al dialogo, semplicemente pensava che non fosse possibile. Cosa che, peraltro, ha sempre pensato anche la Chiesa per quasi 2000 anni. E, d'altra parte, se le altre religioni partono dal presupposto che Gesù hanno fatto bene a crocifiggerlo (ebrei) oppure che si trattasse di un sosia (Islam, per il quale, tra l'altro, noi siamo dei porci blasfemi politeisti)...che dialogo ci può essere? Inoltre proprio Gesù ha detto di essere la Verità e che nessuno può arrivare al Padre se non per mezzo di Lui. Quindi...o si è Cristiani, e allora il resto non essendo Gesù, non è Verità. Oppure si "dialoga", nel senso di riconoscere le verità altrui, ma allora siamo fuori dal Cattolicesimo e dal messaggio di Cristo.
Williamson è uscito con sparate fuori luogo, ma sicuramente da rispettare come ogni altra opinione. Circa la Shoah essa, come OGNI DATO STORICO, deve essere soggetta a continui controlli, verifiche, revisioni. Cosa che, a quanto pare, è tabù per questo brutto capitolo della storia moderna.
Un ulteriore errore: i Lefebvriani non sono scismatici, pur essendo stati, indubbiamente, disobbedienti.
Benedetto XVI non ha inserito assolutamente alcun codice tridentino. Si è limitato a ribadire una cosa che ogni canonista sapeva, e cioè che il Messale di S. Pio V non è mai stato abrogato, contrariamente a quanto molti vescovi (flasamente) sostenevano. Non è Ratzinger ad essere vicino alle teorie Lefebvriane: è la Tradizione Cattolica (nel senso di Traditio, cioè di "consegna") ad esserlo.
Ulteriore errore logico-filosofico: la revoca della Scomunica non importa automaticamente condivisione di opinioni personali (altrimenti si ricade nell'errore cum hoc, ergo propter hoc). Inoltre ciò che Williamson dice non può, in nessun modo, rappresentare l'opinione ufficiale della Chiesa. Inoltre nel finale parli di "revisionismo antisionista e antifascista". Purtroppo, in giro, di revisionismo "antifascista" se ne vede ben poco. Forse intendevi "che riabilita il fascismo".
Inoltre quando si parla di "perdono che è alla base della civiltà giudaico-cristiana", oltre a citare S. Agostino "errare humanum est, perseverare diabolicum" (ma potrei parlarti anche di S. Paolo e via di questo passo), il problema si riduce ai minimi termini a questo: gli Ebrei dell'Antico Testamento, che non avevano ricevuto la Rivelazione di Cristo, sono già stati perdonati. Anzi, Gesù è venuto innanzitutto per loro. Quelli odierni, che hanno ricevuto il messaggio di Gesù e ciò nonostante lo rifiutano, finanziano guerre, usurano il mondo con il signoraggio bancario e sono a capo della massoneria che vuole distruggere la Chiesa Cattolica, in che modo -finché continuano così- possono essere perdonati? Il perdono è gratuito e sempre disponibile. PER CHI SI PENTE.
Benjuz

Unknown ha detto...

Sull'esistenza della Shoah non discuto. Anche se pochi, alcuni portano ancora sulla pelle i numeri e il ricordo di quella terribile pagina di storia. Dal punto di vista squisitamente religioso, posso dire con tranquillità che a Dio, che si chiami così, o Yahwé o Allah, sicuramente non interessa nulla di come possiamo onorarlo o chiamarlo, semplicemente vorrebbe un'umanità che grazie agli insegnamenti che ha lasciato in tutto il mondo a profeti, messiah e gente dotata di una grande spiritualità, potesse convivere assieme in pace, facilitandogli (e di molto) la sua lotta contro il male. Chi agisce rifiutando il suo simile si fa strumento del demonio, non di Dio. Anche per questo, secondo me, è importante che le religioni si confrontino tra di loro e dialoghino, senza la pretesa di lanciare conversioni forzate o guerre sante. Il mondo non ha bisogno di nuovi crociati, ma di gente disposta a camminare insieme con la croce, con candelabri a sette bracci o con la Ka'ba verso un futuro di pace. Non di divisioni o di negazioni su come il male ha operato nella storia

Gazzetta.it-Homepage

Che ne pensi del post? Prima di andartene, dammi il tuo parere

Pagina Sportiva

Sezione dedicata allo sport, con le notizie della Gazzetta e i vostri video

Link particolari