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venerdì 13 luglio 2007

SOS Pianeta Terra: tra Live Earth, scienza, politica ed economia

Al Gore è riuscito a mobilitare l'opinione pubblica mondiale portandola a discutere, almeno per un giorno, della questione climatica. Per un giorno il mondo, tramite il linguaggio universale della musica, si è unito nella promessa di mantenere una condotta più ecologista possibile per salvaguardare il pianeta. Ma le critiche, si sa, sono pronte a cadere come pioggia acida. Il dato che confuterebbe il diretto coinvolgimento delle emissioni di CO2 nell'atmosfera come unico responsabile dell'aumento climatico è schematizzato in una tabella:


la linea verde rappresenta l'andamento della presenza di Co2 nell'atmosfera nel corso di una scala temporale indicata in basso. La linea blu indica l'andamento della temperatura globale mentre la linea rossa indica l'aumento delle polveri sottili. Come si può notare ad un aumento della temperatura globale segue un aumento della presenza di Co2 nell'atmosfera e non viceversa. Tutto questo, secondo gli scenziati che si pongono contro la teoria del riscaldamento globale, dimostra che l'andamento del clima sulla Terra dipenda esclusivamente dall'attività solare e da fattori su più larga scala. Discorso chiuso? Non esattamente. Se è vero che la temperatura globale aumenta, aumenterà di conseguenza la Co2 nell'aria. L'anidiride carbonica, oltre ad essere tossica per noi è il motore dell'effetto serra. Quindi cosa accadrà quando saremo di fronte ad una situazione climatica così complessa? Le città di oggi, in cui vive la maggior parte della popolazione mondiale, sono quasi invivibili. L'aria tossica delle nostre città fa aumentare in maniera costante le malattie respiratorie e le malformazioni genetiche. Se potessimo ridurre a prescindere la CO2, non miglioreremmo un pò l'aria delle nostre città bloccando almeno in parte il meccanismo dell'effetto serra? La Cina, con un anno di anticipo rispetto alle previsioni, è diventato il paese con il maggior quantitativo di emissioni nocive al mondo. Assieme all'India questo paese non può arrestare la sua crescita energetica ed economica. Facendo leva su queste considerazioni, gli Usa hanno fatto fallire i protocolli di Kyoto e bloccato qualsiasi misura di intervento rispedendo la questione su un piano politico. In Italia ad esempio l'oppposizione considera questi eco-allarmismi terroristici solo uno dei tanti volti della "sinistra radicale". Le scorte di combustibile fossile su cui abbiamo basato il nostro sistema di produzione sono destinate ad esaurirsi entro questo secolo, dopo quasi 300 anni di sfruttamento intenso. La rincorsa al biodiesel, a fonti di energia rinnovabili e quindi scorte pressocché infinite di energia incomincia ad interessare i mercati internazionali. Il controllo e la gestione delle nuove fonti di energia può essere uno dei fattori in grado di cambiare gli equilibri internazionali, portando alla ribalta paesi come il Brasile, oppure può rilanciare l'occidente nella sfida al colosso cinese. L'Unione europea sembra sulla strada giusta per diventare il concorrente principale sui mercati. Chi si aggiudica la sfida tecnologica sulla produzione di energia rinnovabile potrebbe avere la capacità alla lunga di porsi come guida e alternativa al modello cinese.
Francesco Quartararo

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