Roma blindata in attesa di Bush
Tra qualche ora è atteso l'arrivo dell'Air Force One sul suolo italiano. Come scorta un'intera pattuglia di caccia da combattimento, una no fly zone estesa fino alle porte di Roma. Annullata la visita a Trastevere per l'impossibilità di un piano di difesa valido ed efficiente. Dai racconti degli abitanti della zona si evince come la zona fosse stata abbellita per l'occasione: via i barboni, le bancarelle e premi speciali a chi ospitava a casa cecchini pronti a qualsiasi evenienza. Un incrociatore della marina militare pronta al largo mentre la città è ricoperta di migliaia di occhi elettronici. Controllata la rete fognaria, ci si prepara alle due manifestazioni annunciate: la prima contro Bush, colorata e pacifica; la seconda dai no-global e dai centri sociali, pronti a far sentire la propria presenza. Molti sentono lo spettro di Genova aleggiare su questa visita del presidente americano, sia per gli intenti dei manifestanti, sia per l'apparato di sicurezza progettato. Proprio dal G8 di Genova in questi giorni torna un sospetto sull'ex ministro degli interni Scajola, oggi anello di collegamento tra il Parlamento ed i servizi segreti italiani. In molte dichiarazioni e talk shows i politici di entrambi gli schieramenti a denti stretti affermano che dietro questa enorme disaffezione alla politica si muovano poteri occulti e poco democratici. John Woodcock, il noto magistrato che ha seguito da vicino l'arresto del capofamiglia di casa Savoia, l'ex casa regnante in Italia, si sta occupando in questi giorni dei rapporti tra la politica ed alcuni ambienti della massoneria deviata. Tutto questo si lega in qualche modo alla crisi del SISMI, protagonista in negativo nella vicenda Calipari, nell'arresto di Abu Omar, la sfiducia interna nei confronti di Pollari ed i dossier sui personaggi "scomodi" per il centrodestra. Segnali di qualcosa di sotterraneo che si muove, mentre la visita di Bush a Roma rischia di diventare una insulsa valvola di sfogo per animi esacerbati dalla politica glocale. Peccato vedere nuovamente i no-global individuati come i nemici, i pericolosi manifestanti pronti a rompere tutto. Molti di loro sono giovani che rischiano nel manifestare per le strade le loro idee. A Rostock alcuni di loro sono stati ingabbiati per evitare tafferugli ed altri si sono fatti un bagno senza costumi. Quantomeno si deve riconoscere il coraggio dei no-global, oltre che il diritto ad un presidente degli Stati Uniti, che per quanto disastroso possa essere, è uno degli uomini più potenti al mondo e deve incontrare uno degli alleati della NATO.
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