I legami tra mafia e massoneria nel trapanese
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Sembra la trama di un romanzo di Dan Brown ma a volte la realtà può superare l'immaginazione. L'inchiesta Hiram, messa in moto circa un anno fa dalla procura di Palermo, è arrivata nella sua fase di dibattimento in tribunale. Secondo l'accusa formulata dal procuratore capo Francesco Messineo e dal suo staff, Rodolfo Grancini alla Corte di Cassazione, la poliziotta Francesca Surdo ed il gesuita Ferruccio Romanin erano in grado di bloccare o far prescrivere processi a carico di mafiosi dietro compenso. Il sistema funzionava pressapoco così: Michele Accomando, imprenditore di Mazara del Vallo, arrestato nel 2007 per associazione mafiosa e facente parte di una loggia massonica, si rivolgeva ad un faccendiere presso la Corte di Cassazione per far ritardare processi a carico dei mafiosi del trapanese. La poliziotta Francesca Surdo violava i sistemi di sicurezza dei computer del tribunale per acquisire tutti i dati riguardanti i processi dei mafiosi che pagavano l'insabbiamento e forniva i dati a Rodolfo Grancini, che si occupava di bloccare le carte processuali e pagava gli uomini giusti a Roma per non far partire i lavori della Corte di Cassazione. I soldi per l'operazione venivano dati al rettore della Chiesa di Sant'Ignazio di Roma, Ferruccio Romanin, che scriveva accorate lettere di difesa del cliente interessato, segnalando di fatto il nome del cliente che versava la mazzetta all'istituto gesuita sotto forma di una donazione, che poteva arrivare fino a quindicimila euro. A contattare il faccendiere presso la Corte di Cassazione avrebbe provveduto l'avvocato De Carolis, il Gran Maestro della Gran Loggia unità d'Italia che è anche una delle tre ufficialmente riconosciute in Italia. Alla prima fase dibattimentale è stato chiamato anche il senatore PDL Marcello Dell'Utri, che fu avvicinato dal faccendiere Grancini senza però ottenere alcun appoggio. Gli inquirenti a questo punto temono che a muovere i fili dell'intera operazione possa esserci il super latitante Matteo Messina Denaro, che avrebbe usato i canali della massoneria deviata per insabbiare i processi contro i suoi fedelissimi
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