Un paese a settimana: Paraguay
Per aprire una finestra sul mondo, che dall'Italia osserviamo da dentro un imbuto a causa delle vicende private del premier, dei rigurgiti federalisti della Lega Nord e dal caldo d'agosto che farà spazio al prossimo autunno, caldo grazie alla politica, inauguro una piccola panoramica di storie provenienti dal mondo. Cominciamo dal Paraguay, alle prese con la gestione del gioco del Lotto. Anche nel paese sudamericano il gioco del lotto attira enormi quantità di denaro, sempre più ingenti da quando è cominciata la crisi globale. A spartirsi la gestione del giocattolo quattro società che gestiranno i 30 dollari al giorno spesi dai 54.000 giocatori seriali della "Quiniela". Se una persona la si può conoscere da ciò che si mangia, a volte dalle notizie di un paese se ne può evincere la situazione. Povertà e miseria nel Paraguay di oggi si scontrano con la durezza della vita nelle campagne, dove il padre di un bambino nato prematuramente, dichiarato clinicamente morto da un intero staff di medici che avevano tentato qualsiasi espediente per oltre un'ora, durante il ritorno in paese per la veglia funebre ha ripreso in mano il figlio dalla bara. Un caso incredibile, forse meno tragico di quello uscito da alcuni ospedali nostrani e che lega questi due paesi così lontani. La politica energetica italiana ha ormai puntato molto sul nucleare, mentre a livello internazionale si cerca di rendere l'ENI uno dei principali produttori energetici al mondo. Uno dei mercati da tenere d'occhio è quello dell'idro-elettrico, dove un accordo bilaterale tra Paraguay e Brasile ha stabilito i nuovi termini di sfruttamento della diga più grande al mondo, a Itaipù. Un accordo in realtà rivisto, dato che il Paraguay era in grado di sfruttare solo il 5% del potenziale concessogli dai diritti acquisiti sul bacino idrico nazionale. Con l'intercessione del presidente Lula, dal 27 luglio scorso il Paraguay potrà usufruire dell'energia elettrica prodotta in Brasile grazie all'acqua paraguayana a prezzi ridotti. Insomma, non certo un successo, ma uno dei tanti segnali che fanno capire come il Brasile sia diventato una delle potenze emergenti nel G20 e che testimonia l'enorme ricchezza del Sudamerica, non ancora sfruttata a dovere dai popoli e dalle nazioni che vi abitano.