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mercoledì 13 agosto 2008

Olimpiadi di Pechino: i medagliati italiani

Primo appuntamento settimanale con le storie dei nostri campioni a Pechino. Ogni settimana il resoconto delle gare che hanno portato i nostri atleti a raccogliere una medaglia iridata nelle varie specialità olimpiche:

Davide Rebellin: Sognava di vedere la muraglia cinese e di portare a casa una medaglia nel giorno del suo compleanno e ci è riuscito dimostrando un coraggio immenso. Partito in gita turistica in bici assieme a tutta la carovana in giro per Pechino, nel circuito attorno ad una delle sette meraviglie del mondo si è tenuto alla ruota del capitano Bettini, oro ad Atene 2004. Grazie al lavoro massacrante di Vincenzo Nibali nei primi 200 km, l'Italia ha controllato gli attacchi portati nella prima fase di gara. La foratura di Bettini ha complicato un pò i piani ed ha costretto Rebellin a inseguire la fuga del rivale spagnolo, giunto poi all'oro. Al traguardo ha dichiarato di non avere più avuto benzina al traguardo, dopo 4 ore di gara con 26 gradi di temperatura ed un tasso di umidità superiore al 90%. Va bene anche così.

Giovanni Pellielo: Terzo risultato utile consecutivo nella fossa olimpica dopo Sidney e Atene. Prima della partenza non sapeva che piattelli avrebbe dovuto abbattere, dato che il CIO aveva permesso solo ai cinesi di allenarsi su questi nuovi attrezzi. Poco male, la precisione e la determinazione di Pellielo sono stati più forti della foschia e del piattello misterioso.

Matteo Tagliariol: Si è fatto strada pian piano, quasi in sordina fino in finale. tratto da sportal.itElegante, determinato e vincente ha piegato in finale il francese il quale sembrava stesse per dire c'est ne pas possible. Invece è stato tutto vero per Matteo Tagliariol, prima medaglia d'oro di questa spedizione olimpica. La notorietà improvvisa, la telefonata del Presidente della Repubblica e la gloria olimpica non hanno scomposto più di tanto l'atleta italiano, che ha dichiarato di voler continuare la sua carriera nella spada individuale piuttosto che in tv.

Tatiana Guderzo: Sotto un autentico tifone, bagnata più di un pulcino, la nostra atleta conquista una medaglia di bronzo che vale quanto un oro. Non si poteva chiedere di più alla nostra ciclista portata alla volata dalla squadra italiana, colpita duramente alla partenza dall'esclusione per doping di una nostra eventuale medaglia d'oro.

Galiazio, Di Buò, Nespoli: La medaglia di argento può essere un risultato insperato e inatteso, ma può anche nascondere una grande amarezza per un'occasione fallita. Partiti sulla difensiva, a metà gara di tiro con l'arco a squadre la Corea del Sud sembrava filare dritto verso una vittoria annunciata, ma la costanza di Galiazio, l'esperienza di Di Buò e l'incredibile freddezza della matricola Nespoli ci hanno portato ad un passo dall'impresa. Proprio la sorpresa del torneo, Nespoli, cede alla tensione dell'ultimo, decisivo tiro per strappare l'oro ai campioni assoluti di questa categoria. Faccia dispiaciuta per Nespoli che sente la responsabilità dell'accaduto, mentre il coach lascia a metà la sua imprecazione per mostrare la sua fiducia al gruppo.

Giulia Quintavalle: Così piccola, e...combattiva. Giulia Quintavalle sembra sempre sul punto di spezzarsi ogni volta che sul tatami affronta le avversarie ma ad una ad una le ptratto da corrieredellosport.itiega, le ribalta, le fa volare e le schiaccia. Anche quando in semifinale l'atleta australiana sembra avergli lussato un braccio e le sue urla sembrano il preludio ad un ritiro lei stringe i denti, vince e poi stravince in finale, con lucidità ed una rapidità estrema nel girare la presa dell'avversario. Sogna di sfilare come una modella ma nel frattempo il destino gli consegna un oro olimpico inatteso. Saluta la vittoria come Toni quando segna un gol ed apre la strada ad un'olimpiade che per l'Italia si tinge di rosa.

Margherita Granbassi: Aveva raccolto l'eredità della Vezzali durante il suo stop, il tabellone l'ha costretta a sfidare la sua maestra in semifinale e a conquistare il bronzo in un altra finale casalinga. Un'atleta destinata a crescere, al momento si dimostra come una delle atlete più in gamba tra le nuove leve della scherma femminile italiana.

Valentina Vezzali: Una delle nostre atlete più attese non ha fallito l'appuntamento con ltratto da blogosfere.it/blogs/pechino2008a storia. Ha vari soprannomi, la Dama Bianca, il Cobra, ma per tutti è la madre killer che ha promesso al figlio la medaglia d'oro. Finale non facile per la Vezzali, alle prese con una coreana ostica che gli ha complicato la vita fino all'ultimo, recuperando uno svantaggio di tre stoccate. Da cineteca la stoccata finale, data in parata all'attacco della coreana, colpita d'infilata con un colpo dato con il fioretto dietro le spalle. Memorabile.

Francesco D'Aniello: Un cecchino dal cuore tenero. Francesco D'aniello ha resistito in finale portandosi a casa una medaglia d'argento che lo ha fatto sciogliere in lacrime di gioia. L'emozione ha messo a nudo gli anni di allenamento, le fatiche e le paure di quattro anni passati a preparare questa olimpiade, ricca per lui di gioie ed emozioni.

Federica Pellegrini: Non è più quella ragazzina sedicenne che ha stupito tutti ad Atene, è diventata la donna più attesa in vasca in queste olimpiadi. Cocente la delusione ntratto da img06.beijing2008.cnei 400 m stile libero, in cui ha imposto il suo record del mondo. Gara al mattino e flop in vasca che ha trasformato la dolce veneta in uno squalo cannibale, con la gara al pomeriggio in cui ha dato un primo ritocco al record del mondo dei 200 m stile libero. Dopo una semifinale di controllo ha messo tutta la sua furia nella finale che gli ha regalato grandi soddisfazioni alle olimpiadi. Vittoria e record del mondo, con lo stesso sorriso sfoggiato già quattro anni prima.

Salvatore Sanzo: Il destino toglie, il destino dà. Gli mancava una stoccata per accedere alla finale, gli è bastato piazzare l'ultima stoccata per vincere il bronzo in una sfida degna del campione del mondo. Una gara proibitiva e nervosa, contro il beniamino di casa cinese, apparso subito nervoso e polemico. Qualche stoccata non segnalata a vantaggio dell'italiano sembrava aver fatto involare il cinese verso la vittoria, con una tattica snervante fatta di pause per spezzare il ritmo del fiorettista italiano. Rimontando colpo su colpo ad uno svantaggio di tre stoccate Salvatore Sanzo con buone parate ed un affondo finale ha lasciato sul posto il cinese, portandosi a casa una medaglia di bronzo ben più pesante e difficile di una medaglia d'oro.

Chiara Caneiro: La prima volta per una donna nel tiro a piattello nella specialità skeet con tanto di record olimpico. Una finale palpitante sotto un autentico nubifragio. Gara a tre con la statunitense e la tedesca plurimedagliate, portata con due tiri ad oltranza oltre il limite. La tensione si fa insopportabile, le braccia pesano mentre la pioggia fa sembrare più sfuggenti i piattelli. La nostra atleta è implacabile, si riprende da una piccola crisi accusata nel confronto diretto e tiene i nervi saldi fino alla fine. Oro e fianle vinta contro i migliori avversari possibili.
Andrea Minguzzi: La lotta è stata dura ed incerta, con un sistema di scelta della presa a terra legato ancora al sorteggio casuale, un pò come nelle prime olimpiadi. Ma al di là di tutto ciò, contro la ferrea tenacia di questo ragazzo nella categoria 84 kg nulla ha potuto l'atleta ungherese, "schierato" con un'ottima girata ad un minuto e mezzo dalla fine. Un wrestler senza trucco e senza inganno Andrea Minguzzi, che con forza e astuzia è riuscito a portare a casa il secondo oro maschile in questa olimpiade fin qui tinta di rosa.
Alfredo Rota, Diego Confalonieri, Matteo Tagliarol, Stefano Carozzo: Nella specialità della spada a squadre lo scontro contro i maestri francesi avviene già in semifinale e questo costa la finale. L'apporto della medaglia d'oro Tagliarol è venuto a mancare nella parte finale mentre la costanza di Alfredo Rota porta un'altra medaglia da questa specialità a noi tradizionalmente ostica.

Francesco Quartararo

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