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mercoledì 30 settembre 2009

Nuovo allarme tsnuami in Indonesia

Non è finita. Ecco le prime immagini del maremoto che ha colpito le isole Samoa





Nel frattempo è stato diramato un nuovo allarme al largo delle isole Sumatra dove un altro terremoto catastrofico, precisamente del grado 7,9 della scala Richter ha investito l'Indonesia circa due ore fa. Lanciato l'allarme tsnumani si parla già di popolazione nel terrore a causa di numerosi incendi scoppiati a causa del nuovo terremoto.

Un nuovo maremoto agghiacciante al largo delle isole Samoa


Un nuovo devastante terremoto ha attraversato le isole Samoa e le aree circostanti causando un maremoto con onde alte circa otto metri. Al momento si parla di centinaia di morti ma non ci saranno immagini e altri conteggi prima di qualche ora. La magnitudo è stata stimata intorno all'8° grado della scala Richter. Un altro evento catastrofico lungo l'asse della faglia del Pacifico. Ci si chiede se è possibile prevedere questi eventi che da sempre affliggono l'umanità. Una risposta potrebbe arrivare dallo studio comparato dell'interazione tra le zolle tettoniche e gli impulsi di energia provenienti al di fuori del pianeta Terra e che potrebbero secondo alcune teorie interagire con le parti più interne del mantello innescando i movimenti tellurici.




venerdì 25 settembre 2009

L'insinuazione del dubbio nell'ultimo messaggio di Osama Bin Laden


Innanzitutto pubblico direttamente la traduzione fornita da Repubblica.it dell'ultimo messaggio audio di Osama Bin Laden, poi cercherò di guidare il mio lettore in una serie di riflessioni, alcune delle quali molto ardite che spero suscitino un minimo di dibattito, anche crudo:

Voi sapete che l'oppressione più grande è quella di uccidere le persone ed è ciò che fate voi attraverso la missione Nato in Afganistan. Uccidete donne, anziani e bambini, e la loro unica colpa è stata quella di aver fatto arrabbiare Bush anche se voi sapete che loro non hanno mai attaccato l'Europa e non hanno alcun legame con quanto accaduto negli Stati Uniti. Violate quelli che voi chiamate vostri principi come giustizia e diritti umani. Ma la guerra sarà lunga e le forze atlantiche se ne andranno e non rimarremo che noi e voi. Non avete visto cosa è successo alla Georgia, che ha chiesto aiuto agli Stati Uniti per ripristinare la sua sovranità e che ha ricevuto in cambio solo parole vuote. Sono arrivate le navi da guerra americane, ma non per restituire l'Ossezia e l'Abkhazia ma per dare loro cose di cui non avevano bisogno come cibo e detersivi per lavare i vestiti. Le persone intelligenti non perdono i loro soldi e i loro figli a causa di una banda di criminali che sta a Washington. Quello che è evidente è che il capo di questa coalizione non si fa scrupoli di bombardare i villaggi della gente con i suoi aerei ed io ne sono testimone. Poi arrivano i loro blindati via terra che verificano i morti uccisi nei loro raid e la generosità americana fa sì che vengano donati 100 dollari alle famiglie per ogni figlio ucciso. Questa è la cosa più dolorosa perché questi 100 dollari sono il valore dei nostri figli innocenti per Washington e i suoi alleati. E allora quale reazione vi aspettate da noi?
Gli americani nel nord dell'Afganistan hanno impacchettato migliaia di talebani e li hanno stipati come sardine in camion fino a farli morire, gettandoli in un fiume. Avete capito i motivi degli attentati di Madrid e Londra? Per riassumere noi non chiediamo null'altro che il ritiro delle vostre truppe e la fine della vostra oppressione".

Innanzitutto due parole sul personaggio. Da sceicco del terrore a fantoccio agitato da George W.Bush sotto Osama Bin Laden sembra racchiudersi una sorta di cartello più che una persona fisica, prova ne è l'assenza di immagini da tempo. La parte principale del messaggio parla di una rappresaglia, fatta pagare sul suolo europeo con gli attentati di Londra e Madrid, per una presunta azione di guerra imputata al contingente militare Isaf nel nord del paese. Zona dove ora operano i soldati tedeschi, che a breve voteranno assieme ai loro connazionali. Un messaggio doppio, lanciato alla Germania ma anche al G20 di Pittsburgh. La partita non è chiusa. Ma una delle armi più affilate di questo messaggio è l'estrema veridicità di alcune sue affermazioni. Per mantenere buoni rapporti con la Russia, gli USA hanno sacrificato la Georgia, mandando in Abkhazia e Ossezia solo aiuti umanitari molto generici. Poi avverte in maniera molto diretta i paesi europei: dopo che gli USA lasceranno l'Afghanistan, saremo solo noi (talebani ed afghani) e voi (truppe europee). In questo passaggio Osama Bin Laden ci da diverse informazioni. Osama è a capo delle truppe talebani di resistenza, hanno cacciato i russi, cacceranno gli americani e se sarà necessario cacceranno gli europei. Io ne sono testimone afferma Osama nel suo messaggio, come se avesse realmente assistito ai bombardamenti del primo periodo della guerra in Afghanistan, databile intorno al 2003, quando poi Bush distolse l'attenzione verso l'Iraq senza sferrare il colpo finale. Osama Bin Laden probabilmente non è in Afghanistan da tempo, è molto più probabile che si trovi al confine con il Pakistan, ma ha cambiato strategia. Non minaccia soltanto il nemico, vuole portare dalla sua parte i suoi alleati. Se dopo tanti anni di guerra e attentati legati al gruppo terroristico Al Qaeda Osama Bin Laden si lancia in questa specie di trattativa il segnale che si manda al mondo arabo è univoco: lasciare l'Afghanistan agli afghani, come suggerito da un altro leader influente del mondo arabo alla sua prima internazionale, come il leader libico Gheddafi. In un linguaggio fatto di doppiezze e intenti multipli forse è giunto il momento di una tregua. Al tavolo di pace si siede soltanto chi ha le mani che grondano di sangue. Sicuramente sia Osama Bin Laden ed Al Qaeda da una parte e le forze statunitensi ed europee hanno i requisiti necessari per far cessare del tutto questo lungo decennio di terrore.

La Macchia 1986
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giovedì 17 settembre 2009

Dopo Michael Jackson, Mike Bongiorno e Patrick Swayze, anche lui

Afghanistan, una guerra infinita


Era stata chiamata Guerra Infinita, poi diventò Enduring Freedom. Sono passati otto anni e i caduti in Afghanistan hanno superato quelli in Iraq, dove la guerra, cominciata nel 2004 e conclusasi praticamente nel 2008 con un paese da ricostruire, ha toccato punte di violenza inaudite da entrambe le parti. Attacchi suicidi a raffica che nella loro brutalità pareggiano l'uso di fosforo bianco su un'intera città, Fallujah, diventata un macabro cimitero. L'Afghanistan ha un reddito pro capite di circa 110 dollari al mese ma è la capitale mondiale dell'oppio, da cui viene estratta il 97% della cocaina presente nei mercati internazionali. Una fonte di guadagno che di fatto riesce a tenere in vita gran parte dello strato più povero del paese, che preferisce coltivare oppio piuttosto che altre colture, di per sé difficili da innestare nel territorio brullo e montuoso
afghanistan
dell'Afghanistan. Un territorio che per la sua conformazione si rivela un autentico inferno dal punto di vista tattico: certi monti superano i 4000m, gli anfratti naturali abbondano sia tra le spaccature montuose che verso valle. I piccoli bunker permettono ai talebani di spostarsi velocemente grazie a vecchie motociclette (incredibile la storia del mullah Omar) che gli permettono di sfuggire ai pesanti carri armati e sfuggire agli elicotteri d'assalto tra gli anfratti montuosi. Con un tasso di disoccupazione pari al 40% del totale della popolazione attiva e circa 7 milioni di persone che potrebbero essere addestrati al combattimento su un totale di 33 milioni di abitanti. Una forza militare ben addestrata e soprattutto determinata a scacciare le forze alleate. Il fattore psicologico gioca a vantaggio dei talebani, altamente motivati e conoscitori del territorio, oltre che ben equipaggiati dai traffici d'armi con i fondamentalisti pakistani. La quantità di oppio esportato garantisce la liquidità con cui i talebani possono rifornirsi d'armi, mentre la storia consegna ai guerriglieri talebani la sicurezza di aver sempre scacciato qualsiasi truppa di invasione: dagli inglesi nel 1919, anno dell'indipendenza dell'Afghanistan, sia per l'invasione sovietica che fu respinta grazie all'addestramento dei marine statunitensi che offrirono l'appoggio logistico alle truppe guidate ai tempi dal giovane Osama Bin Laden. Senza la possibilità di stroncare i campi di oppio della regione (un terzo dell'intero PIL dipende da questo tipo di colture) senza mettersi contro un'intera popolazione che a stento sta cercando un minimo di coesione sociale e politica, la guerra è destinata a continuare almeno per vent'anni. Una exit strategy al momento è impossibile. L'anno scorso l'Afghanistan era sotto il controllo delle forze alleate, se esclusa la parte meridionale a contatto con il Pakistan. Poche e frammentate notizie si accostavano alle bare che arrivavano più copiose negli stati coinvolti nell'offensiva dello scorso inverno. Da allora il bavaglio messo ai giornalisti al seguito delle truppe impegnate in Afghanistan ci ha catapultati in un paese che mantiene come roccaforte la regione intorno alla capitale Kabul, mentre della frontiera ovest dell'Iran si suppone un travaso di armi e uomini motivati ad affrontare le truppe NATO. Una situazione molto simile a quella che costò la ritirata in Vietnam, ma con una fondamentale differenza: lasciare l'Afghanistan ora significherebbe consegnare al mondo uno stato povero e moralmente demotivato a sedersi accanto alle potenze mondiali per un dialogo di pace. Una volta scelta la strada della guerra senza quartiere nel 2001, senza avviare prima dei serrati contatti diplomatici anche con gli stessi talebani per arginare la situazione, la guerra deve essere vinta. Ad ora nessuna forza militare può impedire ai talebani di impadronirsi di un ordigno nucleare che potrebbe passare
direttamente nelle mani di Al Qaeda. Se è vero che per costruire una bomba nucleare occorre disporre di una quantità di uranio ben specifica e della tecnologia adeguata, nulla vieta ad un gruppo di terroristi ben organizzati di usare una bomba con piccole quantità di uranio in qualsiasi città del mondo occidentale. Più il livello dello scontro si alza più aumenta il rischio di attacchi terroristici e di contro non è più possibile escludere colpi di coda dei talebani nel momento in cui un'offensiva terrestre vincente riuscisse a stanarli interrompendo i rifornimenti da ovest e da sud. L'unica carta che rimane da giocare è distruggere le coltivazioni di oppio con cui i talebani finanziano la resistenza. Senza un colpo di questo tipo alle loro semplici ma corpose strutture economiche la guerra in Afghanistan potrebbe durare ancora per decenni.

La Macchia 1986
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giovedì 3 settembre 2009

Un paese a settimana: Burkina Faso

Il nostro viaggio ci porta oggi in Burkina Faso, un paese dell'Africa Occidentale piccolo e senza sbocchi sul mare che due giorni fà ha vissuto una piccola tragedia. Le pioggie stagionali hanno letteralmente spazzato via gran parte delle case della sua capitale, causando almeno 5 morti e più di 110 mila sfollati. Un progetto partito ad inizio settembre potrebbe aiutare il paese a riprendersi. Sto parlando della lotteria online AfricaMillions. Premi istantanei e ricavati devoluti al Burkina Faso ed altri tre paesi africani sul modello dell'EuroMillions. Il sistema è molto semplice, si può puntare online su tutte le estrazioni del lotto dei paesi europei o partecipare ad una sorta di Bingo a livello europeo, i cui ricavi vengono spartiti dalla società francese BRGaming e la Francaise du jeux. In Burkina Faso il contatto con la Francia non si è mai perso del tutto e questo legame mai spezzato ha permesso al paese di arginare l'ondata di morbillo che ha contagiato 45 mila persone ed ucciso 300 persone. Al paese purtroppo arrivano solo manciate di solidarietà: biciclette dal comune di Siena, soldi raccolti per varie attività umanitarie, pozzi d'acqua e caseifici. Un paese che però potrebbe attirare altre attività economiche ben più redditizie, grazie alla sua stabilità politica e alla sua posizione di passaggio. Almeno di questo ha cercato di convincere gli Burkina Fasoambasciatori europei presenti a Napoli durante una riunione tecnica a cui ha partecipato Sophie Sow, l'ambasciatore del Burkina Faso. I contatti tra Italia e Burkina Faso riguardando anche il settore medico dove le strutture ospedaliere e il personale tecnico viene addestrato in Italia. Con risultati forse migliori di quelli di certi ospedali italiani. Un altro record del paese riguarda le quote rosa: circa il 30% delle liste elettorali nel paese è composto da donne, grazie alle quali si è posto fine con una legge al fenomeno delle spose bambine, promesse fin dall'eta di 16 anni.
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Documenti su Nikola Tesla


Non so quanto possa esserci di vero in tutto questo, so solo che per quanto se ne sa in giro gli ultimi lavori di Nikola Tesla sono realmente stati segretati dagli USA. Fatevi un'idea, a breve posterò la cronaca di un altro paese lontano
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