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mercoledì 30 gennaio 2008

La rincorsa alla Casa Bianca, parte quarta


Il voto in Florida dei democratici e dei repubblicani miete le prime vittime eccellenti in campagna elettorale. Rudolph Giuliani e John Edwards escono dalla competizione, stracciati dalla concorrenza troppo agguerrita dei due principali contendenti in campo democratico e repubblicano. John McCain sembra il favorito tra i due candidati repubblicani, ma non sono da escludere colpi di scena in vista della mega-tornata elettorale di febbraio. Situazione di perfetta parità tra Obama e la senatrice Clinton, il South Carolina al senatore dell'Illinois e niente Florida per Hillary, anche in questo stato l'anticipazione della tornata elettorale non dà diritto alla Clinton di prendere nessun super-elettore. Il lavorìo diplomatico di Bill Clinton può ancora influenzare quest'ultimo scorcio di campagna elettorale. John Edwards lascia la corsa alla Casa Bianca offrendosi come eventuale vicepresidente in caso di vittoria di uno dei due contendenti in casa democratica. Edwards si era messo in luce nel partito democratico grazie all'intervento operato in Louisiana dopo il passaggio dell'uragano Katrina su New Orleans. Giuliani abbandona la corsa in condizioni peggiori, senza un reale appoggio elettorale nei vari stati in cui si è presentato. Finisce così il sogno dell'ex sindaco di New York di guidare gli Stati Uniti, dopo la terribile amministrazione Bush che nel suo ultimo discorso, un pò alla maniera di Fidel Castro, si congeda ufficialmente alla nazione dicendo "La storia mi giudicherà".
Francesco Quartararo

martedì 29 gennaio 2008

Shoah, vento che distrugge

Il termine ebraico indica un vento che spazza via e distrugge quello che incontra, qualcosa di simile al vento sollevato dall'esplosione di una bomba atomica, per darne una spiegazione fisica. Bastano poche descrizioni per descrivere l'orrore. Pensate di essere stati strappati dalle vostre case, privati dei vostri ricordi, dei vostri beni e dell'umanità che vi distingue dagli animali. Una continua tortura in cui il corpo e lo spirito cedono di pari passo. Immaginate di dover prelevare gli ammalati e gli anziani, tutti, anche quelli che vi hanno cresciuto e di doverli mettere su una camionetta con un meccanismo simile a quello dei camion usati nel campo dell'edilizia. Una leggera spinta di una leva e quelle persone finiscono in un enorme forno a bruciare vive, tra urla e odore di carne umana abbrustolita. Come è stato possibile tutto questo? Gli Alleati sapevano dell'esistenza di questi campi, come ha detto Bush in visita in Israele potevano intervenire prima ma non l'hanno fatto. La rete di paura e connivenza dell'Europa ha permesso lo sterminio nei lager nazisti, l'indifferenza ha aiutato Hitler nel compiere i suoi piani. Riuscireste a distinguere le immagini dei lager nazisti da quelli delle fosse comuni nei territori sfaldati della ex Jugoslavia? Mettendo a colori le fotografie, togliendo le insegne naziste, le immagini dei genocidi e degli stermini etnici non sono cambiate negli ultimi 60 anni. Nel 1998 un paese come la Serbia, prossimo candidato all'UE, era retto da un governo che fomentava il genocidio di massa. Dal Darfur come dal Kenya o dal Ruanda non vediamo immagini di uomini e donne sventrati a colpi di macete ed accatastate in migliaia di pezzi di carne, maciullate dalle bestie selvatiche e insozzate da soldati che aprono in due le donne incinte per indovinare il sesso del feto, dopo averle violentate. Queste immagini immonde, crude e scomode solo da scrivere sono immagini reali presi da vari periodi storici ma realmente accadute. In Indonesia, nella penisola indocinese e in altre parti del mondo si sono perpetrati eccidi inenarrabili. Il popolo ebreo ha avuto il merito di richiamare l'attenzione del mondo affinché non si ripetino più le scene viste sessant'anni fà dai soldati dell'Armata Rossa entrati ad Auschwitz. Ma la nostra più grande colpa sarebbe quella di chiudere gli occhi di fronte alle stragi di oggi o peggio ancora illudersi che il mondo sia migliorato. Non abbiamo più l'impersonificazione del Male in un'unica persona, come nel caso di Hitler, ma il Male è comunque presente nel mondo e si manifesta sotto forme diverse, causando diversi tipi di pulizia etnica. Non dimentichiamoci mai cosa è stata la Shoah, non dimentichiamoci mai i racconti dei sopravvisuti per non dimenticare di quali profonde nefandezze è capace l'uomo
Macchia 1986

venerdì 25 gennaio 2008

L'Italia consegnata alla sfracelo della politica

Il governo Prodi non c'è più, l'unità di intenti in nome dell'Italia non esiste da tempo, si attende solo la mattanza alle prossime elezioni. Berlusconi e soci, ricompattati dalla caduta del fortino di Prodi aspettano solo nuove elezioni al più presto, nella speranza di un risultato rotondo e pieno contro lo sfacelo fatto dal governo di centro-sinistra. Non è possibile giudicare l'opera di ridistribuzione delle ricchezze prodotte dal paese dopo quasi due anni di dissanguamento perché l'attività politica del paese è paralizzata e lo rimarrà a lungo. Colpe e colpevoli rimangono agli archivi della storia, sulla pelle degli italiani brucerà ciò che verrà fuori dalle ceneri di questa situazione politica. Prodi cade e Cuffaro resta, la mozione di sfiducia presentata ieri dal centro sinistra all' Ars non è passata. Intanto, per non pensare alle sciagurate scelte dei nostri rappresentanti in Parlamento, godiamoci la lista delle risse in Parlamento dal 1948 ad oggi. Roba che a confronto gli sputi di Barbato a Cusumano di ieri sembrano i litigi di due bambinetti al parco giochi.


F.Q.

giovedì 24 gennaio 2008

Il lotto alle otto presenta: la fiducia al governo Prodi

Succede di tutto prima del voto: senatori con il bacino rotto eliotrasportati dai potenti mezzi di Forza Italia fino al Senato per non abbassare il quorum richiesto per la fiducia al governo Prodi. Mastella si presenterà in aula accompagnato dal medico nonostante un malore. Cusumano, fedelissimo di Mastella annuncia di votare la fiducia a Prodi e scoppia l'inferno: Barbato, suo (a questo punto) ex compagno di partito dell'Udeur vede la scena dagli schermi posti fuori dall'aula, entra come una furia riempendolo di insulti, minacciandolo con il gesto di una pistola e il povero Cusumano si accascia sul suo sedile. Seduta sospesa e barellieri in aula tra le urla e la rissa tra i mastelliani ed i prodiani. La Lega Nord è pronta a scendere in armi se Prodi non si dimette, almeno stando alle parole di Bossi, il tutto mentre Napolitano attende di formare un governo tecnico di transizione, lui che da Presidente della Repubblica fino all'ultimo ha consigliato a Prodi di desistere dalla prova di forza in Senato. Dal conteggio fatto finora i numeri non sono ancora dalla parte del Presidente del Consiglio, ma un'uscita dall'aula di qualche indeciso può trasformare un voto nullo (quindi contrario, per il regolamento del Senato) ad un abbassamento dei voti necessari della fiducia e quindi una speranza per il governo Prodi. Altro inaspettato salvagente per il Professore una nota tecnica: ad alcuni senatori mancano ancora sei mesi prima di ottenere il diritto di avere la pensione minima spettante ad un senatore della repubblica. Insomma, l'accusa di presunta corruzione da parte di un suo ministro che ha avviato la crisi può essere risolta dal malcostume parlamentare. Ottimo dramma all'italiana
Francesco Quartararo

martedì 22 gennaio 2008

Bandi di concorso ufficiali per i musicisti su MySpace

Per tutti coloro che stanno ancora cercando il palcoscenico giusto da dove farsi conoscere niente di meglio di questo elenco completo di tutti i concorsi musicali indetti per musicisti emergenti. Si va da rassegne locali di provincia fino ai provini per il prossimo Heiniken Jammin Festival. Festival a tema, per chi canta come Aretha Franklin o dedica la sua vita al jazz, oppure a chi ha un'anima pop e una voce da far sentire. Contest rock e metal e molto altro sono a disposizione di chi è interessato. A fianco dell'elenco, che troverete scorrendo un pò la pagina, trovate anche le date massime di presentazione della domanda, riferite però al 2007. Per vedere le date valide per il 2008 andate controllando di volta in volta. Ad esempio in quest'altro sito trovate le date attuali con tanto di costi e località. Controllate ben bene, troverete molte più opportunità di quante possano sembrare a prima vista. In bocca al lupo!





Macchia 1986

lunedì 21 gennaio 2008

La rincorsa alla Casa Bianca, parte terza

L'effetto Hillary sembra continuare anche negli altri stati. La rinascita elettorale della senatrice Clinton ha permesso di staccare di sei punti percentuali in Nevada il rivale democratico Obama, sempre più in vista nella comunità afroamericana dopo la gaffe dello staff Clinton su Martin Luter King. McCain a vele spiegate nel faccia a faccia elettorale contro Romney, ma nel conteggio totale dei delegati statali per il voto finale è sotto rispetto al suo antagonista più forte. Ancora testa a testa invece tra Obama e Hillary, fermi rispettivamente l'uno a quota 25 e l'altra a quota 24. Nel Michigan la corsa solitaria della Clinton non ha portato grandi vantaggi dato che il partito democratico ha azzerato il numero dei delegati per aver anticipato la data delle primarie contro il parere del partito. Unico ostacolo per Hillary è al momento il nervosismo mostrato dal marito Bill in sede di conferenza stampa. In Carolina del Sud, Romney, già vincitore nel Michigan, rinuncia lasciando partita vinta al reduce di guerra McCain. Partita decisiva per l'ex sindaco di New York Giuliani in Florida, dove spera di far partire la sua macchina elettorale per sfruttare l'effetto domino conseguente. Più complicato il compito per McCain, forse non in grado di attirare le simpatie degli ispanici e fuggiaschi cubani residenti nello stato della Florida. Lo stesso giorno, il 29 febbraio, i candidati democratici si sfideranno per il Sud Carolina (o South Carolina). Occhi puntati al 5 febbraio per lo Tsnuami-Tuesaday, tornata elettorale importantissima con ben 22 stati da assegnare. Texas e Ohio chiudono il cinque marzo questa prima fase da dove usciranno i nomi dei due candidati alla Casa Bianca. Non è da escludere che occorra arrivare fino a giugno per eventuali spareggi con l'assegnazione degli ultimi stati, proprio a ridosso delle convention del partito democratico dal 25 al 28 agosto e di quello repubblicano tra l'1 ed il 4 settembre. Da lì in poi ultima fase della campagna elettorale, prima del voto finale del 4 novembre. Per seguire tutte le tappe elettorali, visitate questo sito.

Francesco Quartararo

mercoledì 16 gennaio 2008

La vittoria dello Stato laico

Non è da sottovalutare quello che è successo tra le pareti dell'università "La Sapienza" di Roma. Per molto tempo siamo stati assueffatti alla presenza della Chiesa in ogni aspetto della vita della Repubblica Italiana, superando in maniera indiretta quanto sancito dalla nostra Costituzione - che proprio quest'anno celebra i suoi 60 anni - in più occasione. Cito solo quella relativa al referendum sulla fecondazione assistita, mandato a monte dopo l'altolà della Conferenza Episcopale Italiana e puntualmente eseguito dai politici di aperto elettorato cattolico (ricordate? da lì nacque la definizione di teodem, più simile ad un nome della saga di Tolkien più che a quella di un gruppo cattolico oltranzista). Il discorso incriminato, visibile integralmente qui, accusa la scienza in generale e Galileo in particolare, di avere portato il mondo allo sfracelo di oggi lasciando spazio al relativismo assoluto, a piaghe dell'umanità come la bomba atomica e altre diavolerie che hanno corrotto il mondo che la Chiesa governava nel Medioevo. Oltre a dimenticare che la responsabilità di Hiroshima e di altri grandi disastri non è da imputare alla scienza in sé ma all'uso che se ne è fatto (Fermi pensava alla fissione dell'atomo come fonte energetica, non certo come arma di distruzione di massa commisionatagli da militari), Ratzinger adduce come giustificazione al processo a Galileo la necessità, da parte della Chiesa, di preservare uno status quo senza sconvolgere il mondo. Anzi rilancia ulteriolmente, citando alcune speculazioni filosofiche da cui si evince che la tesi eliocentrica di Galileo non era dimostrabile razionalmente. Da qui in poi è impossibile credere che nel 2008, dopo l'immenso lavoro compiuto dal metodo scientifico creato da Galileo, poter solo mettere in crisi l'indipendenza del pensiero scientifico dalla teologia totalizzante proposta da Ratzinger. Da bravo tedesco vecchio stile (stile Terzo Reich, per intenderci) Ratzinger preferirebbe gestire una Chiesa che guida un mondo ignorante dove è possibile far credere qualsiasi cosa. Nell'ignoranza è più facile malleare e plasmare le coscienze, non ci sarebbe nemmeno bisogno di enormi discussioni per giustificare la teologia di fronte all'empirica realtà in cui viviamo. Come spiegare l'intervento della Provvidenza divina agli abitanti di Pianura? Bisogna solo avere fede per far sparire cumuli di spazzatura dalle strade o si deve sfruttare una tecnica scientificamente valida? Naturale che papa Benedetto XVI non fosse gradito alla Sapienza, perfino il più ignorante degli uomini occidentali ha davanti a sé i vantaggi offerti dalla scienza in termini di strumenti, tecnologie che aiutano a vivere e molto altro. Il contrasto con "La Sapienza" brucia ancora di più perché il suo mentore e predecessore, papa Giovanni Paolo II aveva per la prima volta nella storia chiesto scusa per il processo intentato a Galileo Galilei e aveva ricevuto, proprio dall'univeristà romana una laurea honoris causa in giurisprudenza “per l'affermazione del diritto e per la tutela dei diritti umani in tutte le loro forme storiche". Uno schiaffo, quello ricevuto dagli studenti della Sapienza, sonoro e importante perché rappresenta un segnale di profonda intolleranza della comunità scientifica nei confronti di un papa considerato oscurantista e al di fuori di ogni contatto con la vita reale. Papa Giovanni Paolo II aveva sempre ottenuto il rispetto universale da parte di tutti per il coraggio che aveva di mostrarsi uomo tra gli uomini, fermo nel far rispettare i principi della Chiesa ma mai chiuso al mondo che lo circondava. Un mondo che lo rimpiange sempre di più. Basta confrontare in rete le immagini proposte da Google per Ratzinger e per Wojtyla.
Macchia 1986

giovedì 10 gennaio 2008

Chiediamo i danni alla mafia

La famiglia Bagarella ha lanciato una provocazione chiedendo a Mediaset danni d'immagine causati dalla fiction "Il capo dei capi". A questo punto diciamo basta. Per decenni un siciliano è stato tacciato di essere mafioso solo perché veniva dalla terra di Riina, Bagarella, Provenzano, Badalamenti e altri baronetti che hanno impoverito la Sicilia per i loro interessi personali. La mafia ha bloccato la crescita di una regione in grado di competere con la Lombardia e di produrre ricchezza per tutto il paese. Un'organizzazione che ha fatto sparire 96 miliardi di euro si ritiene offesa da una fiction? Chiedamoli noi i danni! Con 96 miliardi di euro Tommaso Padoa-Schioppa avrebbe permesso a tutti gli italiani di non pagare tasse per almeno dieci anni. Firmate anche voi questa petizione online per chiedere allo Stato e alla regione Sicilia i danni materiali causati dalla mafia. In caso di vittoria tutte il patrimonio mafioso, sia quello congelato che quello in possesso dei latitanti, verrebbe congelato dallo Stato e redistribuito ai cittadini. Andate su http://www.petitiononline.com/nomafia/petition.html e aiutate nel vostro piccolo la Sicilia a liberarsi dall'oppressione mafiosa
F.Q.

mercoledì 9 gennaio 2008

La rincorsa alla Casa Bianca, parte seconda

Hillary Clinton si salva a sopresa nel New Hampshire. In questa intensa campagna elettorale i colpi di scena sono continui: quando tutti i media davano Obama vincente le lacrime di Hillary, la scoperta di un'umanità dietro l'immagine della lady di ferro -cresciuta politicamente grazie al marito- la rimettono in corsa. Una tattica troppo aggressiva quella di Obama, attento a mettere in un angolo la Clinton per i suoi legami con un modo vecchio di gestione politica, troppo prudente e poco intrapendente. Edwards ha provato ad unirsi a questo massacro, ma non ha ricevuto nessun vantaggio. Le parole di Bill Clinton della vigilia - i media hanno già decretato il vincitore - , la maggiore chiarezza del suo programma nel spiegare come si può uscire da un pericolo di recessione economica e l'apporto decisivo e convinto delle elettrici hanno portato a questo insperato ed inatteso successo. Dal lato repubblicano parte la corsa di John McCain, atteso vincitore nel confronto con Romney e probabilmente unico candidato forte capace di vincere indistintamente in ogni stato. Per battere il vincitore della sfida interna tra Hillary e Obama, McCain avrà bisogno di tutto l'aiuto possibile dall'area neocon che ha portato al successo George W. Bush. Obama sembra pronto a piegarsi alla causa democratica in caso di sconfitta, mentre non è sicuro l'aiuto da parte dell'entourage Clinton nei confronti del senatore colored.


F.Q.

lunedì 7 gennaio 2008

La rincorsa alla Casa Bianca, parte prima

Il voto del New Hampishire di domani è atteso dagli USA e dal mondo col fiato sospeso. Hillary Clinton si gioca una delle ultime carte in questo stato prima del Big Election Day di febbraio in cui a votare si recheranno ben 28 stati. Incalzata da Edwards e Obama, la Clinton conta sull'esperienza acquisita negli anni accanto al marito, mentre il senatore colored dell'Illinois punta sull'entusiasmo delle sue proposte. Basate sul ritiro delle truppe dall'Iraq, considerata ormai una guerra inutile, il rifinanziamento delle truppe in Afghanistan ma soprattutto sull'estensione della copertura sanitaria a tutta la popolazione, Barack Obama convince prima di tutto la middle class bianca. Il 90% degli elettori in Iowa è composto da bianchi, i comizi fatti da Obama sono stati fatti sia nei mega palazzetti dello sport sia nelle zone rurali. Il suo passato, passato alla lente d'ingrandimento dallo staff di Hillary Clinton, gli ha attirato ancora più simpatie: il padre keniano, pastore di capre musulmano diventato poi professore di economia ad Harvard e la madre originaria del Kansas, rappresentano l'unione possibile di due realtà che fino a quarant'anni era impossibile. Martin Luther King guarderebbe a Barack Hussein Obama jr con ammirazione e come grande speranza per l'America. Proprio i suoi brevi trascorsi all'interno della comunità musulmana, la profonda conoscenza delle realtà asiatiche - parte della sua vita l'ha passata a Giacarta, in Indonesia - e del rispetto per la diversità razziale sotto un'unica bandiera a stelle e strisce fanno ben sperare per il futuro degli USA. Alcuni osservatori italiani, tra cui Gianni Riotta, attuale direttore del Tg1 e profondo conoscitore della mentalità americana, affermano con sicurezza che l'unico vero ostacolo all'ascesa di Obama proviene dall'esterno: un attentato in grande stile sul suolo americano o un innalzamento della soglia di sicurezza nei confronti del terrorismo di matrice islamica si ritorcerebbe contro Obama. Gli americani preferirebbero un candidato che garantisca maggiore sicurezza e continuità col passato, come Hillary o McCain. Tutto da valutare invece il peso dei candidati repubblicani sostenuti dalle chiese protestanti, come Huckabee, outsider di successo in Iowa ma destinato a farsi da parte. Altra incognita che inciderà sulla corsa alla Casa Bianca è la disponibilità di fondi: Hillary si è garantita un'enorme quantità di introiti grazie alle ottime conoscenze del marito, ma deve far fronte a qualche caso di corruzione. Il partito repubblicano deve decidere su chi puntare prima di perdere finanziamenti in mille rivoli. Obama ha dalla sua un'enorme quantità di piccole donazioni ricevute grazie al suo canale online in cui espone le sue idee e si confronta con i cittadini.


F.Q.

Con gli occhi chiusi

Sequestrati dai database di Repubblica, i nomi dei commercianti che pagano il pizzo sono comunque finiti in prima pagina. In una città dove l'80% dei commercianti è a libro paga, scorrere la lista è un come scorrere l'elenco delle figurine Panini: questo ce l'ho, questo pure, questo mi manca. Auchan, Ferdico, tutta l'enorme zona industriale di Carini ed i negozi di viale Strasburgo, persino i lavavetri dei semafori davano una percentuale alle famiglie mafiose. Niente di strano quindi se Ivan Lo Bello, presidente degli industriali siciliani, chiede immediata chiarezza ai commercianti presenti nei libri contabili di Salvatore Lo Piccolo. Prosegue a ritmo incessante l'iniziativa lanciata da Confindustria Sicilia per cancellare le aziende che non dichiarano di essere libere dal pagamento del pizzo: dopo i grandi attestati di stima di Montezemolo, del Presidente della Regione, del governo Prodi e del capo dello Stato Napolitano le denunce ad oggi risultano pari a zero. Questo imbarazzante e rumoroso silenzio segue ad un'altra incongruenza. Alcuni degli imprenditori citati tra i pagatori di Cosa Nostra ricoprono oggi alcune cariche dirigenziali all'interno di Confindustria. Nino Salerno, presidente di Assindustria Palermo aveva già sollecitato alcuni di loro ad abbandonare le cariche ricoperte per proseguire sul percorso del codice etico stabilito. Tante chiacchiere per nulla, mentre Palermo e con lei tutta la Sicilia si tappano gli occhi di fronte all'ennesima presa in giro delle istituzioni nella lotta alla mafia.
Francesco Quartararo

giovedì 3 gennaio 2008

La follia di fine anno

La settimana di Natale che si protrae fino a Capodanno è uno di quei momenti dell'anno in cui è raro vedere un telegiornale, leggere un giornale o semplicemente aver voglia di sapere cosa succede in Italia e nel mondo. Le feste di Natale sono il periodo in cui si sta in famiglia e con le persone con cui ci si trova bene, il resto non conta. Così quando riaccendi la tv, vedi il televideo o semplicemente scorri le notizie del giornale viene il dubbio che il 2008 sia cominciato nel peggiore dei modi: focolai di meningite in tutta Italia, una sessantina di morti tra incidenti stradali, pallottole vaganti per festeggiare l'anno nuovo, 400 feriti per i botti, genitori che uccidono a colpi di sedie i genitori e vari morti nel giro di 24 ore. Quando pensi che il senso di nausea ti stia passando dai un'occhiata alle notizie dal mondo e leggi come il Kenya nel giro di quattro giorni è precipitato in una guerra civile con 7000 sfollati e centinaia di morti. In India Sonia Gandhi ha rischiato la vita per un attacco d'asma, il Pakistan è nel caos mentre gli USA muoiono di freddo e in Bangladesh è riscoppiato un nuovo focolaio di aviaria con migliaia di polli abbattuti per il rischio di contagio. Come è possibile che esploda così tanta follia in un periodo di festa? La gente preferisce farsi a pezzi piuttosto che cercare di divertirsi oppure l'unico divertimento è fare del male a qualcuno? Fermandosi a guardare la cronaca del 2007 ci si rende conto che in fondo la settimana finale dell'anno è uguale a tante altre. La differenza si avverte solo perché una volta tanto si sono messe a tacere le sirene dell'informazione, pronte ad annichilirti facendoti credere in un mondo fatto di assasini, stupratori, terroristi e gente senza scrupoli. Fortunamente il mondo ha anche molto altro da offrire. Sta a noi non lasciarci trascinare da quest'informazione che trasmette solo paura.
Macchia 1986

Il destino della lotta al terrorismo dipende dal futuro del Pakistan

Per chi crede che la lotta al terrorismo internazionale dipenda dalla guerra in Afghanistan, la morte di Benazir Bhutto è un duro colpo inferto ad uno dei pochi paesi nominalmente alleati alla causa di "Enduring Freedom". Alcuni giornalisti pakistani affermano che la Bhutto era l'unica persona in grado di rappresentare adeguatamente le anime del paese, pronta al dialogo con i vari clan che gestiscono il Pakistan, con una grande cultura ed una visione più ampia dei problemi del suo paese. La speranza che era riposta in lei è svanita per sempre, sulle spalle di Musharraf pesa la responsabilità di un omicidio politico probabilmente non commissionato ad Al Qaeda, ma quanto mai gradito. Curiosa la smentita di Al Qaeda che cerca di scaricare la responsabilità dell'omicidio, quasi volesse mandare un segnale chiaro all'esterno: Musharraf sta in piedi grazie a noi, ma quando non ci sarà utile lo toglieremo di mezzo. Questo il presidente pakistano lo ha capito subito quando ha visto che l'appoggio della Casa Bianca è venuto meno. Condoleeza Rice era ampiamente favorevole all'ascesa della Bhutto alla presidenza, in quanto rappresentava un elemento di continuità con il passato e si dimostrava meno influenzabile dalle lobby militari. La credibilità nei confronti del Pakistan è finita sotto i tacchi di Bush già durante la primavera del 2007, quando le forze talebane si sono riorganizzate ed hanno riconquistato le province del sud e minacciato seriamente la governabilità delle città del nord. Alla fine del 2002 gran parte dell'apparato militare talebano era stato smantellato, il capo militare si era dato alla fuga su una moto tra le montagne afghane (!) mentre di Osama Bin Laden si erano perse le tracce. Alla vigilia del 2007 i talebani si sono riorganizzati con nuovi equipaggiamenti e nuove armi, foraggiati dai soldi provenienti dal traffico di eroina. Altro mistero afghano: il 90% della produzione mondiale di eroina finanzia il terrorismo e nessuno dei campi coltivati ad oppio è stato distrutto. Nessun intervento statale per incentivare altri tipi di coltivazione. Dal confine con il Pakistan sono penetrati kamikaze diretti sia verso Kabul sia verso le moschee pachistane, destabilizzando l'unico paese arabo dotato di testate nucleari. Ecco la vera importanza del Pakistan su cui nessun terrorista al mondo dovrebbe mai mettere le mani. Uno dei motivi in più per garantire al più presto un governo forte al Pakistan.
Francesco Quartararo

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