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mercoledì 20 dicembre 2006

Live di Jimi Hendrix a Woodstock
Consigliato agli amanti del virtuosismo elettrico e della psichedelia

lunedì 18 dicembre 2006


Audioslave Like a stone


http://z08.zupload.com/download.php?file=getfile&filepath=44701

Da questa parte troverete una clip dell'italia campione del mondo del 2006 in Germania



http://z08.zupload.com/download.php?file=getfile&filepath=44661


http://www.uploadhut.com/upload/256456.mp3??


Muse Dark shines

Live del gruppo Brit rock
http://www.uploadhut.com/upload/256371.mp3??


Muccino a sorpresa


NEW YORK, 18 DIC - Gabriele Muccino, alla sua prima esperienza cinematografica f
uori dall'Iitalia, e' in testa al box office americano con 'The Pursuit of Happiness'. Il film, interpretato tra gli altri da Will Smith, ha incassato al suo esordio 27 milioni di dollari durante il fine settimana. Il film del regista italiano batte il film di fantascienza 'Eragon' (23,45 milioni) e Charlotte's Web, le avventure di un maialino (12 milioni). Will Smith è già lanciatissimo verso il Golden Globe come migliore attore. Tratto da una storia vera, Muccino ci guida attraverso il racconto della vita del 30enne Christopher Gardner, ragazzo padre disoccupato con un figlio piccolo a carico, con un sogno nel cassetto: diventare un broker di successo. La sua tenacia e le sue capacità nel campo dell'economia gli apriranno le porte dell'alta finanza portandolo dai gabinetti della stazione ferroviaria di San Francisco in cui è costretto a vivere fino ai vertici di una delle più importanti compagnie americane di brokeraggio... La rappresentazione del sogno americano è visto tramite l'occhio disincantato e melanconico del regista italiano, noto in Italia per la sua visione problematica della famiglia post-moderna. In Italia il film uscirà a gennaio. L'America abbandona quindi le ennesime storie di animali, di buoni sentimenti patinati, mondi fantasy e torna a guardarsi in faccia, grazie ad un regista venuto dal bel paese.
F.Q.


In questo spazio intendo mettere la musica che ascolto, mi piace e in futuro qualche altra cosa... Il mio è un esperimento, quindi datemi un pò di tempo

La prima è tratta da Kill bill vol.1

http://www.uploadhut.com/upload/256307.mp3??

giovedì 14 dicembre 2006

Il Belgio si scioglie: bluff in tv

Le Fiandre hanno dichiarato la loro indipendenza, il paese è nel caos ed il re è in fuga. Ecco come la Rtbf, prima emittente francofona del Belgio, si è presentata in un’edizione straordinaria nella tarda serata di ieri. Mentre in studio veniva data la notizia, un inviato di fronte al Parlamento a Bruxelles (capitale della regione delle Fiandre) confermava la secessione unilaterale del Parlamento fiammingo, nello stesso momento la famiglia reale fuggiva dal paese su un aereo dell’Aviazione militare. Il tutto condito da immagini di dimostranti filo-monarchici che sventolavano il tricolore belga di fronte al Palazzo Reale. Nel giro di quaranta minuti il tam-tam mediatico ha paralizzato le ambasciate di tutto il mondo che non sapevano cosa comunicare ai rispettivi paesi. Centinaia di chiamate sono arrivate ai call center dell’emittente televisiva e ai principali quotidiani. Un’immagine apocalittica costruita ad arte dal network televisivo, ecco la realtà dei fatti. Orson Wells aveva scatenato il panico in America commentando tramite radio uno sbarco alieno, qui la Rtbf ha fatto qualcosa in più: ha usato le sue risorse per creare una verità che non esisteva, mettendo in scacco un paese e in apprensione il resto dell’Europa. Gli autori della colossale burla rischiano il posto mentre da più parti piovono aspre critiche. Al di là del gesto, mezz’ora di trasmissione ha fatto si che l’89% della popolazione credesse a ciò che vedeva nei propri schermi. Il restante 11% probabilmente poteva constatare da sé l’infondatezza della notizia oppure ne conosceva l’impossibilità da fonti interne. Con un po’ di distacco questo piccolo esperimento sarà visto e studiato con più attenzione, nell’immediato meglio non dimenticarsi mai che la regola di San Tommaso è sempre valida: meglio toccare con mano per credere a qualcosa.

Francesco Quartararo

SIAMO IN GUERRA … PERCHÉ ?

Le nostre abitudini sono cambiate? In televisione a pranzo, e a cena vediamo ancora films e telenovele oppure Tg e approfondimenti che ci propinano il modo “intelligente” con cui l’aviazione americana bombarda Baghdad o Bassora. Ci porteremo dietro la responsabilità dei morti o no ? Questo fardello ci accompagnerà per il resto della nostra vita, o sarà solamente un passaggio storico tra gli altri? Nessun confronto è possibile tra questo tipo di guerra e quelle che l’hanno preceduta. Non è possibile giudicare con le vecchie categorie di guerra giusta o ingiusta, di aggressione o di difesa con cui si poteva cercare di trovare qualche ragione plausibile alle guerre di ieri. Questa è una guerra globale e infinita, senza confini geografici e senza limiti di tempo, essa è stata dichiarata definitivamente dopo l’11 settembre, ma era cominciata dieci anni fa con la prima guerra del Golfo, era continuata con la guerra del Kosovo e dell’Afghanistan, e di nuovo oggi si abbatte sull’Iraq. Semplificando: Saddam Hussein stava preparando in Iraq un arsenale bellico, atomico, chimico e batteriologico che in breve tempo avrebbe potuto avvelenare il mondo e alcuni popoli in particolare. Se il problema fossero le armi di distruzione di cui l’Iraq si sarebbe dotato, perché inventare la storia del vaiolo, o quella dell’antrace, perché inventare una complicità con gli attentatori dell’11 settembre, e soprattutto perché negare i risultati e le relazioni degli Ispettori dell’ONU togliendo così all’America le motivazioni per l’attacco? “Colpiamo noi prima che sia lui a colpire noi”. È questa la giustificazione della guerra “preventiva”, poiché disarma il nemico prima che egli possa impugnare un’arma? La prevenzione spezza l’arma di offesa prima del suo uso? È la guerra contro le intenzioni! Dove sta il corpo del reato? La strategia della dissuasione era stata la più celebrata dottrina dell’America e della Nato. Tutta la guerra fredda era stata combattuta così. Dunque perché oggi è stata abbandonata? La ragione è che la dissuasione, per poter funzionare, ha bisogno che il nemico sia considerato ancora umano, capace di intelligenza, sentimenti, pietà, capace di pensare. La dichiarazione di guerra era stata lanciata già il 20 settembre, quando Bush ha dichiarato nella cattedrale di Washington, quello che può sicuramente essere definito non un testo tecnico sulla difesa degli USA, ma piuttosto il manifesto di un Impero. In esso risuona un messaggio apocalittico: la scure è posta alla radice dell’albero, c’è un solo modello per popoli, regimi, e Stati degni di vivere, che è <>, c’è una sola ricetta per il mondo che va a pezzi, ed è <>, c’è una sola potenza che non permetterà a nessuno di superarla e neanche di esserle eguale, e sono gli Stati Uniti d’America, c’è un solo modo per neutralizzare i nemici ed è debellarli prima che lo diventino, c’è una sola politica ed è la guerra come governo del mondo. È il rovesciamento del messaggio antiapocalittico cristiano che, separandosi dal radicalismo punitivo di Giovanni il Battista e dall’apocalittica giudaica dei due mondi, quello buono e quello cattivo in lotta tra loro, capovolge il detto biblico lasciate che il grano e la zizzania crescano insieme, non tocca a voi estirpare l’erba cattiva”. Il rovesciamento sta in ciò che pensa la nuova America di Bush, e cioè che si possa estirpare il male, e rivendica a sé la missione di farlo. Il nemico è il terrorismo. Terroristi sono tutti quelli che gli Stati Uniti assumono come nemici. Così dunque la guerra “preventiva”, “invisibile”, “chirurgica”, tecnologicamente accurata (tranne che per quei soldati inglesi, americani, italiani, spagnoli, polacchi e medici francesi uccisi durante “missioni di pace”), senza altri elementi di discussione se non quelli fondati su certe ideologie indotte e inoculate da mezzi pubblicitari di cui nessuno conosce la serietà, né la veridicità, né la fondatezza (ma solo la pervasività, la silenziosa capacità di farsi notare, l’invadenza ossessiva, la violenza della comunicazione) si è sviluppata su dati documentali non probanti. Mentre scorrevano in Tv le immagini degli anglo-americani che avevano appena conquistato l’aeroporto di Baghdad, e si apprestavano a sferrare l’ennesimo attacco alla capitale, rifletto, come forse altri milioni di uomini, su cosa sia oggi la pace e cosa sia la guerra, sul perché alcuni Stati possono armarsi ed altri no, sul ruolo dell’ONU, sullo strapotere americano nel mondo, sull’impotenza dell’opinione pubblica, e mi chiedo rivolgendo anche a voi questa domanda: può l’Europa, gli uomini e le donne che ne sono l’essenza intellettuale e morale accettare tutto questo? Questo è il problema, che non è solo il problema della sinistra come ha cominciato a capire una parte dell’Ulivo, ma anche di Schroeder, Chirac e perfino Putin, a dimostrazione del fatto che l’Europa, aldilà degli schieramenti politici, è chiamata ad essere finalmente e realmente quel grande “saggio” in grado di far ragionare le parti in causa.

mercoledì 13 dicembre 2006

La Macchia 1986



La Macchia 1986


Art. 21.

Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.



Perché pubblicare un blog? Me lo sono sempre chiesto, e adesso mi sono deciso. L'atto di nascita del blog porta la data di inizio, avrà una sua fine il giorno in cui qualcuno spero noti ciò di cui voglio scrivere. Il mio blog di personale avrà solo qualche foto e la musica che metto, (musica molto varia...) per il resto userò il blog per pubblicare i miei vecchi articoli, recensioni e cose varie e scriverne di nuovi. Faccio questo non tanto per narcisismo ma per necessità: la prima volta il giornalino che avevamo creato (La Voce in IV^)ha chiuso per un articolo che non piaceva al direttore dell'Istituto zoosperimentale della Sicilia sito a Palermo, amico di Totò Cuffaro; la seconda volta a cacciarmi i capoccia che gestivano il sito a cui avevo dato idee e consigli per avviare delle rubriche curate da studenti universitari. Detto questo mi auguro di non annoiarvi. Con il tempo arriveranno articoli di più ampio respiro. Sarete voi lettori a dare vita e nutrire questo blog, io mi curerò di cambiargli i vestiti

Torna il blues più dolce

È uscito da circa un mese e mezzo il nuovo album del bluesman italiano più conosciuto al mondo. Tre versioni per il mercato, una dedicata ai paesi spagnoli, una per l’Italia ed una per il settore estero. Il blues si incrocia al pop, l’amore per la vita ed i suoi vizi (bacco, tabacco e Venere), uno sguardo a Cuba e alla vita quotidiana con una sana vena sarcastica. Non manca nemmeno il singolo natalizio, pensato in estate ma probabilmente riutilizzabile anche nel clima invernale. Si tratta del singolo “L’amore è nell’aria”, canzone pop orecchiabile e con un testo facilmente memorizzabile, un po’ come quello che gira per ora nelle stazioni radio ed in tv. Zucchero presenta nel suo sito personale il nuovo album proponendo un percorso multimediale nella sua tenuta personale, trasposizione virtuale della campagna in cui Sugar Fornaciari crea e produce la sua musica. Una buona trovata, accompagnata da una piccola querelle internazionale per via del rifacimento della canzone White shade of pale” (per intenderci la canzone che accompagna il film i “Cento passi”), già fatta in Italia dai Dik Dik e quindi non proponibile nel nostro mercato.

Francesco Quartararo


Sudafrica come Spagna ed Inghilterra

Il parlamento sudafricano approva a larga maggioranza una legge che legalizza i matrimoni gay.

Si tratta del primo paese africano a rendere lecita questa pratica, controversa e dibattuta per lo più tra Europa ed America.

Tutto è partito dal parere della Corte Costituzionale che aveva considerato discriminanti le attuali normative per gli omosessuali. Da qui la decisione di approvare il “Civil Bill Union”, approvato con 230 voti a favore, 41 contrari e tre astenuti.

In questo modo le unioni omosessuali diventano legali in un paese extraeuropeo, precisamente nella democrazia più robusta presente nel continente africano, prossimo ospite dei mondiali di calcio del 2010.

Dopo circa 15 anni dalla fine dell’apartheid il paese cerca di allinearsi alle più avanzate forme di democrazia moderna, cercando di eliminare ogni ostacolo allo sviluppo dello stato africano. Il paragone diventa imbarazzante se proposto con la Cina, colosso economico delle fragili basi democratiche.

Francesco Quartararo

Rumsfeld accusato di torture

Nuova tegola su Donald Rumsfeld, ex segretario alla difesa USA accusato per le torture dei soldati americani in Iraq e a Guantanamo. La denuncia arriva da un gruppo internazionale di avvocati dopo le dimissioni causate dalla sconfitta elettorale dei repubblicani. Secondo l’accusa Rumsfeld avrebbe avuto un ruolo nei casi delle torture praticate dai soldati americani, tutto ciò mentre quattro di loro si dichiarano colpevoli. La denuncia è stata presentata presso la procura generale di Berlino nella mattinata dell’11 novembre. Silenzio per ora dalla Casa Bianca, alle prese con le accuse incrociate di una mancata razionalità nell’intervento in Iraq e con il morale delle truppe molto basso. Proprio martedì una soldatessa, infermiera in una cittadina dello stato di New York si è suicidata dal ritorno in Iraq. Il marito afferma che il suo stato mentale non era più lo stesso ma nessuno se ne è più interessato dopo la fine della sua missione.Rumsfeld sembra essere il primo esponente dell’amministrazione Bush a pagare le spese di una guerra mal programmata e mal gestita.

Francesco Quartararo


Accordo Eni - Gazprom per la fornitura diretta di gas

Dopo i gravi problemi energetici dello scorso inverno, l’Eni ha firmato a Mosca un accordo per la fornitura diretta di gas in Italia.

L’accordo è stato firmato martedì da Gazprom ed Eni e prevede la fornitura a partire dal 2007 di quantità crescenti di gas fino a raggiungere la quantità di 3 miliardi di metri cubi nel 2010.

Sembra così scongiurato il pericolo di una mancanza di riscaldamento casalingo, soprattutto al nord, nei mesi più freddi. Resta da considerare il parere dell’Antitrust che potrebbe apportare qualche modifica all’accordo, partito durante il governo Berlusconi ma notificato martedì 14.

In passato l’affare aveva suscitato qualche polemica: una società controllata da Gazprom, la Centrex, aveva creato una joint venture con una società dell’imprenditore Bruno Mentasti, socio in alcune iniziative di Silvio Berlusconi. Non sono mancate le proteste della sinistra per presunti vantaggi personali dell’accordo, siglato a Vienna.

Attualmente il maggiore fornitore di gas per l’Italia rimane la società algerina Sonatrach, mentre dal 2004 è partito il gasdotto libico che collega la Sicilia e la Tripolitania.

Francesco Quartararo

Rita Borsellino incontra l’amministrazione regionale

A tu per tu con i cittadini

La candidata per l’Unione in Sicilia incontra chi fa parte dell’amministrazione regionale. E lo fa nell’aula magna della Facoltà di Lettere di Palermo, di fronte a componenti della p.a. regionale ma anche rappresentanti di sindacati e candidati delle varie anime della sinistra siciliana. Il confronto si svolge principalmente all’insegna di alcune parole d’ordine, ovvero discontinuità – col passato –, alternativa – anziché alternanza all’attuale governo regionale – e alfabetismo etico e politico.

La discontinuità, secondo le opinioni di chi è intervenuto, deve essere data dalla scelta coraggiosa di presentare una propria squadra di governo fedele alle idee di partito e non ancorata alle cariche ottenute e mantenute nel corso degli anni. Ci si affretta a precisare che anche i funzionari più meritevoli dell’attuale governo, devono dimostrare attaccamento al proprio schieramento ed eventualmente decidere di cedere il passo.

La discontinuità consiste inoltre nel rispettare appieno la direttiva regionale che vuole il distacco della pubblica amministrazione dal mondo politico. Non si capisce se per natura intrinseca o rapporti di forza “la pubblica amministrazione regionale convive con rapporti di vassallaggio e clientelismo”.

Ancora più dure le affermazioni secondo cui “in Sicilia devono ancora arrivare i valori del 1789” e “i siciliani non hanno l’abitudine a considerarsi cittadini”. Su questa scia si inserisce il discorso sull’alternativa. “L’alternativa è data da una possibilità sociale e politica diversa”, dice Rita Borsellino, la quale ha ribadito che la sua scesa in campo è stata dettata dal forte senso di responsabilità verso la sua terra che esige un cambiamento. “Noi non possiamo farcela, dobbiamo farcela”, colei che è già definita dai suoi collaboratori la Presidente dice che bisogna “cancellare la normalità”, non quella dei normali gesti quotidiani, bensì quella normalità secondo cui è “normale” mantenere una rete di omertà e subcultura mafiosa. Il riferimento è chiaro, così come è chiara la presa di posizione sull’alfabetismo etico e politico.

A parlare è Leoluca Orlando, presente all’incontro, che denuncia il modo di fare politica e la gestione della cosa pubblica a casa nostra. È una gestione dove clientelismo e attaccamento alla poltrona rovinano il funzionamento della pubblica amministrazione e che si rispecchia nell’erogazione di servizi scadenti. Si denuncia anche lo stato in cui si trova la classe burocratica, dirigenziale e non, una classe disaffezionata al proprio ruolo, demotivata e non stimolata a migliorare.

Nel concludere l’incontro Rita Borsellino afferma con decisone che “se prima per levare di mezzo una persona scomoda andava di moda l’eliminazione fisica, adesso si preferisce emarginarlo, rendendogli vita lavorativa impossibile, tanto da creare un totale distacco dal suo ruolo, qualunque esso sia”. Una situazione che dovrebbe far riflettere ogni cittadino.



Francesco Quartararo

Il mercato cinese terrorizza l’occidente

Si tratta di opinione diffusa che i negozi cinesi, comparsi un po’ ovunque dal duemila ad oggi, siano una minaccia commerciale per il made in Italy in generale e per i nostri commercianti locali in particolare. Chiedendo ai clienti di questi negozi, per lo più abituali frequentatori, si scopre che la risposta è la stessa: “Compro qui perché mi trovo bene, la qualità è buona ed i prezzi sono bassi.In effetti, aggirandosi tra le merci si notano capi con un prezzo che non supera i quindici euro. Molto spesso si tratta di prodotti di marche estere, ma non necessariamente made in China, per i capi più importanti si tratta di marche estere di paesi come la Francia, il Canada ed alcuni prodotti risultano essere prodotti in Italia. Oltre alla gran quantità di capi a disposizione (dalle borse agli orologi passando per giubbotti e jeans) questi negozi non sembrano avere problemi di orari o festività: aprono tutti la mattina alle otto e chiudono di sera tra le venti e le venti e trenta. Non esistono festività o giorni feriali a detta loro, ogni cliente li può trovare sempre disponibili. Meno disponibili se gli si chiede ad esempio di intervistarli o di rispondere a qualche domanda circa la data di apertura della loro attività, o qualche parere riguardo al potere d’acquisto dei loro clienti e l’eventuale concorrenza. Se sei un cliente interessato all’acquisto va bene, in caso contrario la loro riservatezza è massima. Alcuni di loro assumono personale italiano ma in genere preferiscono la conduzione familiare. Gran parte dei loro negozi risulta abbastanza assortita, difficilmente non si riesce a trovare qualcosa che si avvicini a quello che ci si aspetta. La fortuna di questi negozi sta nel passaparola generale, la stessa regola che vale per tutti gli altri commercianti. Ciò che distingue questi negozi è la loro immediata riconoscibilità grazie alle “lanterne rosse” poste subito all’ingresso dei loro negozi. Qualche dato ufficiale riguardo alle attività commerciali cinesi: nella nostra città esistono ben 209 attività commerciali cinesi d’abbigliamento, calzature, vendite al dettaglio e vendita ambulante su un totale di 228 attività gestite da cinesi. Di questi i primi ad aprire attività di vendita furono nel biennio 1988-1989. Successivamente il vero e proprio boom si è avuto a partire dal 1998: dopo fasi alterne, il dato si dimostra in continua crescita dal 2002 e dall’inizio del 2005 fino al 14/10/2005 risultano aperte ben 47 nuove attività commerciali.

Francesco Quartararo


Dalla Siberia con calore

La Gazprom, a causa dell’ondata eccezionale di gelo in Russia taglia l’erogazione del gas in Europa, accusa l’Ucraina di appropriazione indebita -ammessa dagli stessi addetti ai lavori nel gasdotto che passa attraverso il paese- ed in Italia scoppia la polemica: il governo chiede un uso degli impianti centralizzati più parsimonioso. O si abbassa di un grado la temperatura degli impianti oppure si riduce di un’ora l’erogazione.
La terza possibilità, cioè il ricorso al gas libico e algerino che passa direttamente da noi in Sicilia, non è stata forse contemplata.
A casa come reagiamo all’ondata di freddo che ha fatto scendere la neve a quote basse? Semplice, accendiamo la pompa di calore, la stufa
a gas o al massimo la stufa elettrica. È questo il modo in cui gran parte degli abitanti della quarta circoscrizione risolve il problema: un taglio alle spese sul gas diretto, senza dubbio, un peso in più per la bolletta elettrica. In questi giorni di freddo pungente la Guardia di Finanza ha parallelamente denunciato l’aumento del prezzo delle bombole a gas, indispensabili per le stufe: si parla di un aumento di circa cinque euro sui prezzi, giustificati dalla crisi in corso in Russia. Tutto questo colpisce le tasche dei consumatori in maniera diretta, senza dubbio con maggiore incisività rispetto alle spese affrontate da quei condomini che hanno il riscaldamento centralizzato.
In molti condomini si è preferito chiudere l’impianto, per evitare di rammodernarlo o di ripararlo, si preferisce puntare sulle pompe di calore -acquistate in estate per trovare sollievo al caldo- che in questi mesi vengono usate adeguatamente per dare all’aria casalinga un sano tepore.

I danni maggiori di questa “crisi del gas” si ripercuotono sugli enti pubblici, dotati di enormi impianti costruiti proprio quando non si erano diffusi ancora i condizionatori. La stagione fredda probabilmente finirà tra un mese, già a marzo non ci interesserà più sentir parlare della Gazprom e di riscaldamenti, ma alla fine tutti faremo un bilancio: conviene avere una pompa di calore, valida in estate ed in inverno o è meglio che mi metta un impianto di riscaldamento con gas pubblico? Al portafoglio l’ardua sentenza.

Francesco Quartararo

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